Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

giovedì 29 gennaio 2015

Donatello mostra il suo Battista al Martelli

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Firenze, via Zannetti già via alla Forca

Forse è poco conosciuto e fuori dai grandi circuiti museali fiorentini il palazzo che si trova ad un tiro di sasso dal Duomo ed dal Battistero, eppure appartenne fino a tanti decenni fa ad una delle famiglie più potenti di Firenze sin dal Due-Trecento. Quel palazzo è diventato un Museo da quando l'ultima discendente Martelli, Francesca Martelli, alla sua morte avvenuta nel 1986, la lasciò in eredità alla Curia fiorentina, e da questa allo Stato italiano. Il palazzo si trova nei pressi del bivio di  via Zannetti con via Cerretani, bivio chiamato anticamente Forca di Campo Corbolino, voluto da Niccolò e Giuseppe Maria Martelli  (Arcivescovo di Firenze dal 1721) sotto la direzione dell'architetto Bernardino Ciurini (Castelfiorentino, 1695 – 1752).
Qui nella foto in alto vediamo uno dei tanti soffitti del 'piano nobile' del palazzo, al primo piano. Nella seconda sala del piano è ben conservato l'affresco sul soffitto decorato da Niccolò Connestabile raffigurante le Nozze di Cosimo I de' Medici (1519 – 1574) e Camilla Martelli (1545 – 1590), questo invece è l'affresco di  Antonio Marini della terza sala con il 'racconto' pittorico dove appare Roberto Martelli nella bottega di Donatello (Firenze, 1386 – Firenze, 1466). Da notare che in questo dipinto vediamo riprodotte due opere realizzate da Donatello per i Martelli. La  prima è il San Giovanni Battista, su un piedistallo ligneo, che originariamente era inserito all'interno dello scalone in corrispondenza della originalissima finestra posta sopra l'ingresso principale. Adesso il San Giovanni Battista  è ospitato e visibile nel Museo del Bargello. L'altra opera è a destra del dipinto, appoggiata a terra, ed è lo stemma dei Martelli che originariamente era il cima allo scalone, oggi sostituito da una copia policroma. Anche questo stemma, l'originale, è al Museo del Bargello. Il bassorilievo che vediamo tra il Battista e lo stemma non so dove sia oggi, ma è interessante notare che sotto il trespolo che lo sorregge si riesce ad intravedere una scritta. E' la firma dell'autore dell'affresco:  Antonio Marini. Solo l'ingrandimento di un fotogramma me lo ha fatto notare e chiarito.  


Coordinate:  43°46'26.45"N,  11°15'12.26"E                      Mappe: Google - Bing


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lunedì 26 gennaio 2015

Indubbiamente quel cane sta ...

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Firenze, Palazzo Vecchio, Sala Leone X, dettaglio

Niente da eccepire, è del tutto evidente che qual cane sta lasciando le proprie deiezioni nel bel mezzo di Piazza della Signoria e proprio davanti al Davide del sommo Michelangelo (Caprese Michelangelo, 1475 – 1564). Chi sarà mai questo impudente pittore che ha il coraggio di fare un simile affronto all'arte a al luogo sì tanto seducente ed onorabile? In quale recondita sala sarà nascosto? Seguitemi che vi ci porto. Appuntamento in Piazza della Signoria, entriamo dal portone principale, attraversiamo il cortile di Michelozzo  (Firenze, 1396 – 1472) e prendiamo le scale sulla destra dove è il cartello 'Salone dei Cinquecento'. Lo attraversiamo per prendere la porticina dall'altra parte del Salone. Percorriamo l'ingresso lasciando a sinistra la Sala di Cosimo il Vecchio (1389, 1464) e la Sala di Lorenzo il Magnifico (1449 - 1492), per entrare direttamente nella Sala di Leone X, il papa Medici figlio di Lorenzo, Giovanni di Lorenzo de' Medici (1475 – 1521). Eccolo lì l'affresco monocromo con il cane intento agli affari suoi, dipinto da ... Vasari, sì lui, Giorgio Vasari (1511 – 1574). 


Coordinate: 43°46'9.18"N, 11°15'20.11"E                      Mappe:    Google   -   Bing




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domenica 25 gennaio 2015

Controluce sui Lungarni

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Firenze,  Lungarno Anna Maria Luisa de' Medici

Il sole invernale vicino al mezzogiorno taglia i contorni in controluce e anima di luce le superfici levigate e trasparenti, Un lampione, la lapide del cavallo di Cappello, il Lungarno Torrigiani, un il di fumo, due aerei che navigano in direzioni opposte e lontane, San Miniato al Monte che ci guarda da lontano col suo munito campanile.

Coordinate:   43°46'2.94"N,  11°15'22.31"E                    Mappe: Google - Bing



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venerdì 23 gennaio 2015

Il crocifisso di Michelangelo


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Firenze, Santo Spirito

Siamo nel chiostro di  Santo Spirito ad ammirare il campanile e la cupola della basilica che si stagliano netti nel cielo azzurro da dietro un arco. Dalla parte opposta, dove siamo adesso, attraverso una porta, si accede alla sagrestia dove è esposta un'opera particolare attribuita al grande maestro quando era ancora giovanissimo realizzata come ringraziamento dell'ospitalità ottenuta dal priore Niccolò di Lapo Bichiellini dopo la morte del suo grande protettore, Lorenzo il Magnifico. Non vi posso far vedere l'opera lignea policroma perché non è consentito fare fotografie all'interno della sagrestia ma potete cercarla nella rete. E' databile al 1493 cioè quando Michelangelo Buonarroti (Caprese Michelangelo, 6 marzo 1475 –  1564) aveva sì e no 18 anni. Il modello da cui ha tratto ispirazione, si racconta fosse un povero giovinetto, un quattordicenne morto da poche ore.

Coordinate:  43°46'1.20"N,  11°14'52.77"E                       Mappe: Google - Bing




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mercoledì 21 gennaio 2015

Nei colori del tramonto

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Firenze, Forte Belvedere

Meglio conosciuto come Forte Belvedere, ma più precisamente è la fortezza di Santa Maria in San Giorgio del Belvedere, così come lo vediamo in controluce nell'ora del tramonto dal Piazzale Michelangelo.

Coordinate:  43°45'47.72"N,  11°15'13.50"E                      Mappe: Google - Bing



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lunedì 19 gennaio 2015

Della Robbia a tre metri dal suolo

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Firenze, Via Torta

Ci passiamo spesso per Via Torta, una via di passaggio per andare da Santa Croce a Piazza San Firenze. Spesso ci siamo soffermati per cogliere la storia che aleggia intorno tra questa via dal nome strano ma ben chiaro a chi ne conosce gli antefatti, ripercorrendo l'antico tracciato esterno dell'anfiteatro romano. Altrettanto interessante è la storia dei palazzi che si trovano nei pressi. In questa via, a ridosso della residenza signorile, Casa Ricasoli, quasi all'angolo con Via dell'Isola delle Stinche e a quasi tre metri d'altezza, troviamo un immagine sacra, una Madonna col Bambino e Angeli (nella foto in alto). Una targa ci illumina essendo essa uno stucco policromo di manifattura toscana del XVI secolo da Luca della Robbia.


Coordinate:  43°46'11.85"N,  11°15'37.33"E                      Mappe: Google - Bing



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domenica 18 gennaio 2015

Quando si fa sera

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Firenze, San Miniato al Monte



Coordinate:  43°45'34.33"N,  11°15'54.01"E                     Mappe: Google - Bing




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giovedì 15 gennaio 2015

San Miniato al Monte, il chiostro, il cacio di Paolo Uccello e il Buontalenti

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Firenze, San Miniato al Monte


"Quale sia il più vero significato di San Miniato al Monte ce lo rivela forse quel cartiglio marmoreo che da secoli, sulla soglia della Porta Santa, avverte il viandante con queste promettenti parole: «Haec est Porta Coeli», «questa è la Porta del Cielo»".  Così comincia il depliant illustrativo della Basilica  di San Miniato al Monte. In effetti la sua posizione collinare, in cima alla collina che sovrasta Firenze tra cielo e  terra, con il suo 'sguardo' diretto verso il mondo di sotto, verso la pianura su cui è adagiata la città, Firenze, sembra trasmettere protezione e amore. La sua facciata ricorda un volto umano con due grandi occhi che guardano la vallata fin verso l'orizzonte e a sua volta viene guardata e il suo 'volto' viene visto dai più lontani osservatori, i viandanti diretti in città. In fondo il guardare, l'atto dello sguardo è un rapporto d'amore e di protezione, perfino di tenerezza, quella tenerezza che unisce nello sguardo che si incrocia anche tra due giovani innamorati che non si stancano mai di fondersi negli occhi dell'uno e dell'altra quando si parlano. 
Qui, in cima alla collina, sin dal lontanissimo 27 aprile del 1018 esiste una piccola comunità di monaci che ha il privilegio di custodire la basilica di San Miniato al Monte, antichissimo presidio di pace, di bellezza e di speranza per Firenze. Oggi sono i monaci Benedettini Olivetani a vivere nell'abbazia scandendo la loro giornata tra preghiera e lavoro al ritmo dei  rintocchi delle  campane. A San Miniato iniziano la giornata alle ore 4.30 con un risveglio che interrompe il sonno per svolgere il loro compito quotidiano con un'equilibrata esperienza di manualità e di studio, nello stile della regola voluta da San Benedetto,  per sottrarsi al rischio dell'ozio, della sterilità e della superficiale erosione di quel dono stupendo che è il tempo. Nella piccola comunità, oltre ai necessari servizi di vita fraterna e domestica, i fratelli sono impegnati nella fabbricazione di pregiate candele in cera d'api, nella preparazione artigianale di squisiti dolci al cioccolato, crostate alla marmellata e biscotti vari e, infine, in una piccola produzione di ostie per uso liturgico.
Qualche giorno fa abbiamo colto l'occasione di visitare l'interno del monastero scoprendo le stratificazione che la storia millenaria ha posto in quel luogo rivelando tante cose prima nascoste e tanti particolari e dettagli mai visti prima. La nostra guida era Padre Bernardo, che con la sua brillante descrizione ci ha permesso di soffermarci in modo più approfondito su molte particolarità della storia e dell'architettura del luogo oltre che sui vari aspetti spirituali che aleggiano costantemente in ogni dove, dal chiostro, al refettorio, fino giù alle cantine.


Nel chiostro al primo piano, alle pareti  tra gli archi e le volte troviamo quel che resta degli affreschi , in alto un particolare di un angelo alato, di   Paolo Uccello (Firenze, 397 – 1475)  che qui lavorò fino a che riuscì a resistere, non alle tentazioni ma alle trasformazioni somatiche causate da una stretta alimentazione (di cacio ovvero formaggio) che sembra costituissero il suo più grande problema. Leggiamo in " Le Bellezze della Città di Firenze" di M. Francesco Bocchi (1625-1706) edito nel 1677 "...  ritornando a Paolo, mentre dipinse in San Miniato la sagrestia, perché l’Abate gli dava molto cacio, lasciato il lavoro nel vedere i PP. fuggiva, e dimandatogli la cagione rispose: 'io sono ormai divenuto tutto cacio a segno che temo nel passar da’ leguaiuoli che essi non si servino di me per mastice' "


Qui nel chiostro, sotto la parte del porticato situata a est,  riusciamo a distinguere ancora, seppur sbiadito e tenue, il volto di un angelo del maestro  Paolo Uccello, mentre sotto il porticato a sud è riconoscibile un elegantissimo affresco con figure 'in movimento' di Bernardo Buontalenti  (Firenze, 1531 – 1608) con a sinistra,  al centro,  la sua firma ....DA BER. BVUONTALENTI OPVS, l'anno è assolutamente illeggibile se on addirittura cancellato.




Coordinate:  43°45'34.33"N,  11°15'54.01"E                     Mappe: Google - Bing



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lunedì 12 gennaio 2015

Il soffitto sopra la Chimera

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Firenze, Museo Archeologico Nazionale

Siamo in Piazza Santissima Annunziata, di fronte è la Basilica omonima con a sinistra il Chiostro Grande, delimitata a destra dallo Spedale degli Innocenti, a sinistra il Loggiato dei Servi di Maria e  da Palazzo Budini Gattai  dietro. Al numero 9b di Piazza Santissima Annunziata è l'ingresso del Museo Archeologico Nazionale con al primo piano la Sezione Etrusca, in cui, insieme ad alcuni capolavori della scultura funeraria chiusina in pietra fetida, sono esposti tra l'altro le grandi statue in bronzo della Chimera  (fine V- inizi IV sec. a.C.) e dell’Arringatore ( fine II- inizi I sec. a.C.), la Minerva di Arezzo (III sec. a.C.). Allo stesso primo piano troviamo la Sezione Egizia. Il Museo Egizio di Firenze è secondo in Italia solo al famoso Museo Egizio di Torino. Al secondo piano, corrispondente al Palazzo della crocetta, sono esposte le Antiche Collezioni Mediceo-Granducali, la collezione della ceramica attica figurata, una selezione dei grandi e piccoli bronzi greci, romani e rinascimentali, tra cui il Torso di Livorno, la testa di cavallo Medici Riccardi e l’Idolino di Pesaro, e due kouroi greci arcaici in marmo  ed altro. 
Molto suggestiva è la sala al primo piano del Museo dove sono esposte e messe in risalto da faretti che le illuminano tre bronzi di mirabile fattura, la Chimera e l'Arringatore che abbiamo sopra nominato e la Testa di Giovinetto, un bronzo degli ultimi decenni del IV secolo a.C. rinvenuto a Fiesole.
Qui sopra vediamo un particolare della volta affrescata della sala che accoglie il tre gioielli uno dei quali è la famosa Chimera di Arezzo.



Coordinate:  43°46'35.50"N,  11°15'40.43"E                      Mappe: Google - Bing




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giovedì 8 gennaio 2015

La rosa canina, l'uccellino e lo spregio vendicato

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Firenze, Orsanmichele, Lato Via De' Lamberti.

La copia della Madonna della Rosa, opera attribuita a Piero di Giovanni Tedesco (1386 - 1402), si trova in una nicchia della Chiesa di Orsanmichele della facciata sud di Via De' Lamberti, Fu commissionato dall'Arte dei Medici e Speziali. L'originale del 1399 circa si trova all'interno del Museo di Orsanmichele, al primo piano, insieme alle altre statue e bronzi originali delle facciate esterne della chiesa. 
Riguardo questa mirabile opera abbiamo ritrovato la storia reale che ha portato a incidere sulla sua base, a perenne ricordo, le seguenti parole: 

HANC FERRO EFFIGIEM PETIIT LUDAEUS ET INDEX
IPSE SUI VULGO DILANIATUS OBIT
MCCCCLXXXXIII


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Ma leggiamo cosa scrive Filippo Baldinucci nel 5° volume delle sue 'Opere - Notizie de' Professori del Disegno da Cimabue in qua ' del 1811 - pgg 364-165
"Opera delle mani di questo Artefice fu la Vergine di marmo col Figliuolo in braccio, che oggi si vede nell'Oratorio di Orsanmichele, la quale egli fece per l'Arte degli Speziali per ornamento d' una delle facciate di fuori di esso Oratorio dalla parte, che guarda verso la Residenza dei Capitani di Orsanmichele. Occorse poi l'anno 1443 [1493]. che uno scellerato nomo, o fosse infedele instigato dal Diavolo, tentò di fare ingiuria a questa Immagine: ed in particolare molto si affaticò per guastare il volto del Bambino Gesù. Si abbatterono a caso alcuni fanciulli, i quali in un subito cominciarono, non solo a riprendere aspramente colui, ma a corrergli dietro co' sassi: e volle Iddio per difesa dell'onore della sua Madre, che le voci di quei semplici ed innocenti fanciulli svegliarono spiriti di tanto zelo ne' popoli corsi al romore, che datisi a correre alla volta di quell'infelice miseramente lo uccisero. Dipoi a questa Sacra Immagine cominciò a concorrere gran quantità di gente, a cagione d'essere state ricevute per mezzo di quella molte grazie; onde 1' anno 1628. per maggior venerazione fu fatta portare dentro all'Oratorio, e fu situata nel luogo, dove al presente si vede. ..." 
Aggiungiamo che che il suddetto  Filippo Baldinucci, Fiorentino Accademico della Crusca 8come è riportato nella prima pagina del volume, attribuisce l'opera non a  Piero di Giovanni Tedesco bensì a "Simone, fratello di Donatello Scultore Fiorentino, Discepolo del Brunellesco, che si crede che fiorisse circa il 1430". 

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Coordinate:   43°46'14.26"N,  11°15'17.19"E                 Mappe:    Google  -  Bing




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lunedì 5 gennaio 2015

Casa Baccani

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Firenze, Piazza di Santa Maria Novella 23

Siamo in  Piazzadi Santa Maria Novella, sulla parte destra che delimita la piazza guardando la facciata della basilica troviamo uno stretto palazzo di quattro piani, gli ultimi dei quali dipinti a finto graffito di cui l'ultimo con finte colonne su cui si avvolgono tralci di vite. proprio al centro vediamo uno scudo con un'arme segnata da un leone appoggiato a una lancia posta in palo, forse riconducibile alla famiglia Rosselli del Lion Bianco. La casa fu proprietà e residenza dell'architetto Gaetano Baccani (qui sotto).



GAETANO BACCANI
CAVALIERE DELL'ORDINE TOSCANO DEL MERITO
ARCHITETTO DELL'OPERA DI S. MARIA DEL FIORE
CHE A CONSERVARE I PATRII MONUMENTI
E AD ABBELLIRE DI NUOVI EDIFICI FIRENZE
POSE FELICEMENTE L'INGEGNO
EBBE QUESTA MEMORIA
NELLA CASA OVE ABITO' E MORI' D'ANNI LXXV
IL XVIII DI GIUGNO DEL MDCCCLXVII
PER DECRETO DEL COMUNE
QUANDO LA FACCIATA DEL DUOMO
COMPOSTA DA CHI GLI FU NELL'ARTE ALUNNO
CON NAZIONALE FESTEGGIAMENTO
S'INAUGURAVA

Gaetano Baccani  fu architetto  (Firenze 1792 - 1867), costruì, tra l'altro, il palazzo di C. Borghese (1821) e il campanile di S. Croce (1865), sistemò l'interno del Duomo (1842) e la facciata della compagnia della Misericordia (1843, il Palazzo dei Canonici in Piazza del Duomo (1825-1830), il sepolcro e gli apparati funebri per la Granduchessa Maria Anna Carolina di Sassonia in San Lorenzo (1832-1833), il Torrino del Giardino Torrigiani (1820-1824), la facciata e il vestibolo del Teatro della Pergola (1855), i restauri neorimascimetali di San Lorenzo (1858-1860) e numerosi palazzi privati, tra i quali spiccano il Casino Salviati in Borgo Pinti (1834), il Palazzo Capponi in Via Giusti (1825), l'ampliamento del Cimitero delle Porte Sante presso San Miniato al Monte (1859-1864) ed altro ancora.




Coordinate:  43°46'25.70"N,  11°15'0.47"E                      Mappe: Google - Bing



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giovedì 1 gennaio 2015

Uno scorcio del Duomo ai tempi di Bernardino Poccetti

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Firenze, Piazza della Santissima Annunziata. il chiostro "grande"

Alla sinistra della Basilica della Santissima Annunziata si apre il chiostro "grande" o dei "morti", risistemato su un lato della chiesa da Michelozzo (Firenze, 1396 – 1472) e da altri; fu terminato nel secolo XV. Qui si trovano venticinque lunette sotto gli archi, affrescate intorno al 1605 da Ventura Salimbeni (Siena, 1568 – 1613), Fra Arsenio Mascagni  (Firenze, 1579 – 10 marzo 1637), Matteo Rosselli (Firenze 1578 -  1650) intorno a 1616 e  Bernardino Poccetti, pseudonimo di Bernardo Barbatelli (Firenze 1548 – Firenze, 1612). Questo, nella foto in alto, è un particolare di una delle sei lunette affrescate prima del 1612  da Poccetti situate sul lato nord del chiostro nel quale viene rappresentato il vescovo di Firenze che assegna al nuovo Ordine la regola di Sant'Agostino. Si riconosce sullo sfondo, in alto a sinistra, l'inconfondibile architettura del Duomo.

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Coordinate:  43°46'37.93"N,  11°15'39.97"E                      Mappe: Google - Bing



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