Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

lunedì 30 maggio 2016

La Loggia dell' Accademia Platonica

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Firenze, Via delle Gore

Purtroppo resta ben poco di quella costruzione sorta presso un ponticello di una strada che, attraversando il Terzolle portava alla villa medicea di Careggi. Qui, una volta, era la Loggia dell' Accademia Platonica detta anche 'il Pescaione', un piccolo edificio merlato con porticciola. Risalente al 1400, Lorenzo il Magnifico, Poliziano, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, l'Alberti e gli altri Platonici si riunivano per conversare e dove, nel 1473,  vi giocavano da molto piccoli i primi tre figli di Lorenzo. Attualmente è irriconoscibile e in stato di totale abbandono. 



Resta ben poco adesso, fino a quando tutto crollerà senza lasciare niente altro che la memoria solo nei libri.


Coordinate: 43°48'36.8"N+11°14'46.7"E                     Mappe: Google Bing




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giovedì 26 maggio 2016

Il torrino

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Firenze, Via Serragli, Giardino Torrigiani

Nascosto nel cuore di Firenze si trova il Giardino Torrigiani che con i suoi quasi sette ettari è il più grande giardino privato d’Europa all'interno della cerchia delle mura di una città. Già famoso nel Cinquecento come orto botanico, il giardino Torrigiani conosce una sua seconda rinascita agli inizi dell’Ottocento, quando il marchese Pietro Torrigiani lo ingrandisce acquisendo tutti i terreni circostanti e lo trasforma in un parco romantico all'inglese seguendo il gusto dell’epoca. L’incarico di progettare l’imponente giardino, che all'epoca si estendeva su di una superficie di dieci ettari, viene affidato all'architetto Luigi de Cambray Digny [Firenze, 1778 –  1843], già noto per la ristrutturazione degli Orti Oricellari. Con la sua opera il Digny riesce a combinare gli elementi naturali con quelli artificiali del giardino, rispettandone così la vocazione paesaggistica, ma inserendovi al contempo un itinerario di simbologie legate alla massoneria a cui, sia lui che il marchese, erano affiliati. Dopo il Digny, viene chiamato a dirigere i lavori del giardino l’architetto ed ingegnere Gaetano Baccani [Firenze 1792 - 1867], già apprezzato per aver progettato il campanile di Santa Croce. Al Baccani si deve la realizzazione del famoso “torrino” in stile neogotico e allusivo allo stemma di famiglia. Alta circa ventidue metri, la torre conservava al suo interno una raccolta di strumenti astronomici, una biblioteca e sulla sommità una terrazza scoperta per l’osservazione del cielo. Per collegare i vari piani della torre, oltre ad una scala elicoidale in pietra, era stata realizzata una sedia meccanica che, attivata da particolari marchingegni, permetteva una sua rapida ascensione fino alla sommità. Il torrino è posizionato su una collina artificiale a ridosso del bastione di difesa fatto erigere da Cosimo I [Firenze, 1519 – 1574] dei Medici nel 1544 contro Siena. (dal sito del Giardino).

Coordinate: 43.765396, 11.241751                     Mappe: Google Bing




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mercoledì 25 maggio 2016

Non è una pietra miliare antichissima

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Firenze, Via Pistoiese

Dove finisce via Baracca e inizia Via Pistoiese c'è una pietra miliare. Non l'avevo mai notata prima e, quando mi sono fermato per verificare se era una antica pietra romana o granducale. Nè l'una né l'altra. E' più recente, non più vecchia di una settantina di anni visto e considerato che presenta una incisione ben evidente "A.N.A.S.", (acronimo che originariamente indicava Azienda Nazionale Autonoma delle Strade), ovvero una società fondata nel 1946.

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Sulla faccia anteriore si legge: STRADA STATALE  N. 66 PISTOIESE. Sulla parte laterale destra è incisa la distanza dal centro di Firenze: Km 5,280 DA FIRENZE.

Coordinate:  43.795957, 11.204023                    Mappe: Google Bing




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lunedì 23 maggio 2016

L‘uomo comune è ritornato

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Firenze, Ponte alle Grazie

Per molti anni L‘uomo comune di Clet era in bilico sulla pigna del Ponte alle Grazie, ad un basso dal cadere in Arno. Opera controversa, come tutte quelle di Clet che 'occupano abusivamente' gli spazi e la segnaletica stradale fiorentina, modificandola ad arte, qualche tempo fa fu rimossa perché qualche ignoto detrattore l'aveva quasi completamente sradicata dalla sua postazione con il pericolo che potesse cadere nella corrente del fiume sottostante. Ma ecco la sorpresa, L‘uomo comune è tornato dove era esattamente proma. 


Coordinate:  43°45'58.48"N,  11°15'31.30"E                      Mappe: Google - Bing




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lunedì 16 maggio 2016

La barriera di San Donato

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Firenze, Via Maragliano  102 e 104

Come incastonata tra alti palazzi degli anni '70, resta in piedi una bassa, anonima,  costruzione ad un piano. Una logora, ma ancora ben leggibile scritta nera su fondo bianco, dichiara ciò che essa era, cioè un "Ufficio daziario della barriera di San Donato". Non proprio così.


" ... Abbattuto nel 1868 il quarto cerchio delle mura erette fra il declinare del XIII e del XIV secolo, perché divenuto angusto a ricevere la popolazione grandemente cresciuta por il trasporto provvisorio della sede del governo da Torino, si poneva mano alla costruzione della nuova cinta sulla destra riva dell'Arno, conservando dall'altro lato le antiche mura quasi in ogni loro parte.

La cinta daziaria, cominciando dall'antica torre della Zecca Vecchia presso il Ponte di Ferro dov'è la barriera detta della Piacentina, percorre l' argine dell'Arno fino all' imboccatura del torrente Affrico, il cui letto reso più ampio e più regolare serve di cinta per tutto il lato di levante. Lungo l'Affrico s'incontrano le barriere : Aretina, di S. Salvi e di Settignano. Nel punto in cui la linea di cinta abbandonando il corso dell' Affrico piega a settentrione lungo le pendici dei colli di Majano e di Camerata trovasi la barriera di Majano, e più avanti s'incontra quella della Fonte all'Erta. Il corso del fosso di S. Gervasio che nasce nel colle di Camerata serve per un altro tratto di cinta fino alla sua imboccatura nel Mugnone ed in questo tratto s'incontrano le barriere della Querce e delle Cure. La cinta costeggia di poi il torrente Mugnone fino al Ponte alle Mosse e si apre alle barriere del Ponte Rosso, del Romito, del Ponte all'Asse, di 5. Donato e del Ponte alle Mosse. Di qui, dopo piccolo tratto va a trovare V argine del Fosso Macinante e lo percorre fino all'incontro del Viale delle Cascine dov' è la barriera del Canale Macinante. Ivi appresso è la barriera delle Cascine che ha una succursale sul Lungarno.

Barriera Di S. Donato — L'antichissimo monastero di S. Donato a Torri o a Scopeto, oggi villa superba del Principe Demidoff, dette nome a questa barriera posta sulla via Polverosa vicino al Ponte detto pure di S. Donato, che traversa il Mugnone presso la confluenza del torrente Terzolle.

La via, che fin dagli antichi tempi si disse Polverosa, nome che si aggiunse talvolta a quello delle chiese di S. Donato e di S. Jacopino, oltrepassato il ponte, si dirige verso la vastissima pianura che fu un giorno paludosa e quasi spoglia di abitanti. Dopo aver costeggiato per lungo tratto il parco di S. Donato passando accosto all'antico campanile della chiesa, tuttora in piedi, giunge alla Torre Degli Agli "
 
I contorni di Firenze, illustrazione storico-artistica - Guido Carocci 1875


Coordinate:  43°47'18.77"N,  11°13'51.39"E                     Mappe: Google - Bing




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giovedì 12 maggio 2016

Palazzo Spinelli

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Firenze, Borgo Santa Croce 10

Costruito su alcune case preesistenti attorno alla metà del XV secolo per Tommaso di Lionardo Spinelli (tesoriere di papa Paolo III, morto nel 1471), presenta eleganti forme che hanno spinto a ricondurre il progetto, già attribuito al Cronaca, il cui vero nome è Simone del Pollaiolo  (Firenze 1457 – 1508), all'attività di Bernardo Rossellino (Settignano, 1409 – Firenze, 1464), peraltro attivo per lo stesso committente nel vicino chiostro della chiesa di Santa Croce e in una cappella interna alla stessa. L'edificio è stato di proprietà di questa famiglia fino alla fine del XIX secolo e, dopo essere passato per via ereditaria ai Rasponi di Ravenna, dal 1934 appartiene ai marchesi Malenchini. La bella decorazione a graffito della facciata e del cortile è stata ugualmente ricondotta alla bottega di Bernardo Rossellino, attorno agli anni 1460-70.
Sulla facciata, leggermente fuori asse rispetto al portone (di inusitata grandezza, quasi un'anticipazione dei più monumentali portoni cinquecenteschi), è un grande stemma scalpellinato ma ancora leggibile come proprio della famiglia Spinelli (partito, nel primo d'azzurro al leone d'oro, nel secondo di vaio). Nei graffiti, all'altezza del primo piano, la fascia decorata con rose selvatiche, sempre alludenti, per via delle spine del gambo, alla casata. (tratto dal Repertorio delle Architetture Civili di Firenze) 



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Coordinate:  43°46'5.08"N, 11°15'39.57"E                     Mappe: Google - Bing




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lunedì 9 maggio 2016

Dal cortile di Michelozzo

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Firenze, Piazza della Signoria. Palazzo Vecchio

Se una volta tanto alzassimo la testa entrando nel primo cortile di Palazzo Vecchio,  cortile di Michelozzo (di Bartolomeo, Firenze, 1396 – 1472)   vedremmo la Torre d'Arnolfo svettarsi in alto e lasciandoci la sensazione di essere piccoli piccoli, da secoli.

Coordinate: 43°46'9.20"N, 11°15'21.20"E                     Mappe: Google - Bing




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giovedì 5 maggio 2016

Battistero controluce

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Firenze, Piazza San Giovanni, Battistero, Duomo, Cupolone

Un angolo visuale mai uguale sempre diverso.



Coordinate:   43°46'23.75"N,  11°15'16.84"E                     Mappe: Google - Bing




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lunedì 2 maggio 2016

La villa con la ruota dei bambini abbandonati

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Firenze,  viale Guidoni, Villa Pozzolini

L'altro giorno mi è capitato di passare a  Villa Pozzolini , anzi alla  Biblioteca   Filippo Buonarroti, dove ho scoperto cose nuove. La biblioteca si trova al primo piano dì Villa Pozzolini. La villa, - come recita l'opuscolo che descrive la propria attività - già esistente nel XIV secolo, era la casa dei Vernaccì, ricca famiglia fiorentina che la lasciò in eredità allo Spedale degli Innocenti nel 1528.
Esempio dì architettura minore fu restaurata dal Buontalenti (Firenze, 1536 – 1608) per conto dello Spedale.
Dell'antica istituzione possiamo ancora vedere l'emblema, il bambino in fasce sopra l'architrave del portone centrale e il foro rotondo che accedeva alla cosiddetta "ruota" dove venivano posti i bambini che si volevano abbandonare. 


Nel secolo scorso la villa fu acquistata dai Pozzolini che ne rimasero proprietari fino alla acquisizione da parte del Comune che l'ha restaurata nel 1980.

La Biblioteca è intitolata a Filippo Buonarroti (Pisa, 11 novembre 1761 - Parigi, 16 settembre 1837), uno dei più importanti rivoluzionari europei del primo Ottocento. Discende con molta probabilità dalla famiglia di Michelangelo Buonarroti (Caprese Michelangelo, 6 marzo 1475 – 1564), Fondatore de "II Giornale Patriottico della Corsica", il primo giornale rivoluzionario scritto in lingua italiana.La Biblioteca si trova al primo piano di Villa Pozzolini, circondata da un giardino molto gradevole specie nelle mezze stagioni.

Qui sotto il foro della 'ruota' che è stato spostato al primo piano, all'accesso della biblioteca. Originariamente doveva trovarsi al pian terreno, al riparo da occhi indiscreti, 



Coordinate:  43°47'54.05"N,  11°12'58.20"E                     Mappe: Google - Bing




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