Firenze, Via Cavour 146/r, Antica Farmacia di San Marco
Cosa c'entrano frate Antonino e Cosimo de' Medici con la coca dell'Antica Farmacia della Basilica di San Marco?
L'Antica Farmacia di San Marco fu istituita da frate Antonino con il generoso supporto economico di Cosimo de' Medici, detto il Vecchio, durante la ricostruzione del complesso di San Marco, nel 1435.
Dal 1450 la farmacia, la cui produzione era inizialmente riservata all'interno del convento, fu aperta al pubblico. L'architrave in pietra dell'antica entrata rappresenta uno dei più antichi esempi di insegna commerciale con il marchio:
L'Antica Farmacia di San Marco fu istituita da frate Antonino con il generoso supporto economico di Cosimo de' Medici, detto il Vecchio, durante la ricostruzione del complesso di San Marco, nel 1435.
Dal 1450 la farmacia, la cui produzione era inizialmente riservata all'interno del convento, fu aperta al pubblico. L'architrave in pietra dell'antica entrata rappresenta uno dei più antichi esempi di insegna commerciale con il marchio:
FONDERIA : E : FARMACIA
DI S. MARCO
DI S. MARCO
Fra le produzioni più celebri della farmacia un alchermes, particolarmente apprezzato da Lorenzo il Magnifico, e l'acqua antisterica. Nel 1498 furono creati l'elisir stomatico, il liquore domenicano, la tisana, l'elastina e lo sciroppo di pino silvestre.
Del 1700 è poi l'acqua di rose, della quale i domenicani scrivevano: "Grazie alla particolarità delle singolari Rose di Bulgaria, dalle quali è direttamente distillata, l'acqua di rose è miracolosa per ritardare i tristi prodromi della vecchiaia: le rughe. Intiepidita a bagnomaria ridà agli occhi stanchi brillantezza e vivacità".
Più recentemente si annoverarono tra le specialità della farmacia anche l'assenzio e la coca boliviana. Negli antichi locali si conserva l'arredo risalente alla fine del secolo XVII, costituito da una serie di armadi in legno disposti nella sala vendita, nella sala adiacente e nel retro adibito a laboratorio. La ricca e documentata dotazione, che risaliva ai secoli XVI e XVII, si componeva soprattutto di vasi in ceramica di manifattura Ginori di Doccia e di 26 orcioli policromi a due anse attribuite alla manifattura di Montelupo.
La serie di insegne di marmo grigio della metà dell'Ottocento che contornano gli ingressi danno conto dei tanti prodotti della farmacia con una composizione che riprende un vero e proprio campionario tipografico con caratteri graziati, lineari, toscani, corsivi e ornati. La farmacia svolse, attraverso i secoli, anche funzione di cenacolo di artisti ed intellettuali. La farmacia è stata chiusa nel 1995.
Del 1700 è poi l'acqua di rose, della quale i domenicani scrivevano: "Grazie alla particolarità delle singolari Rose di Bulgaria, dalle quali è direttamente distillata, l'acqua di rose è miracolosa per ritardare i tristi prodromi della vecchiaia: le rughe. Intiepidita a bagnomaria ridà agli occhi stanchi brillantezza e vivacità".
Più recentemente si annoverarono tra le specialità della farmacia anche l'assenzio e la coca boliviana. Negli antichi locali si conserva l'arredo risalente alla fine del secolo XVII, costituito da una serie di armadi in legno disposti nella sala vendita, nella sala adiacente e nel retro adibito a laboratorio. La ricca e documentata dotazione, che risaliva ai secoli XVI e XVII, si componeva soprattutto di vasi in ceramica di manifattura Ginori di Doccia e di 26 orcioli policromi a due anse attribuite alla manifattura di Montelupo.
La serie di insegne di marmo grigio della metà dell'Ottocento che contornano gli ingressi danno conto dei tanti prodotti della farmacia con una composizione che riprende un vero e proprio campionario tipografico con caratteri graziati, lineari, toscani, corsivi e ornati. La farmacia svolse, attraverso i secoli, anche funzione di cenacolo di artisti ed intellettuali. La farmacia è stata chiusa nel 1995.
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Cosa si legge:
SPECIALITA'
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ALCHERMES
LIQUIDO
ELIXIR
TINTURA
STOMATICA
ACQUA
ANTISTERICA
CONSERVE
DI GINEPRO
E DI ASSENZIO
COCA
BOLIVIANA
Coordinate: 43°46'42.74"N, 11°15'31.59"E
Vedere anche:
- Sant'Antonino in terracotta
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Dai preti c'è da aspettarsi di tutto... evidentemente l'assenzio e la coca boliviana erano legali all'epoca:-(
RispondiEliminaSi, certo. Droghe e medicine sono più o meno la stessa cosa. Non a caso, se non erro, la parola farmaco deriva dal greco, veleno. Quantità ed usi propri od impropri mettono in risalto le proprietà terapeutiche o nefaste. Sembra che oggi stia tornando di 'moda' anche la marijuana in alcuni impieghi curativi.
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