Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

lunedì 21 agosto 2017

La Torre del Gallo dal Museo delle Porcellane





Firenze,  la Torre del Gallo


La Torre del Gallo si trova a Firenze in località Pian de' Giullari, sulle colline di Arcetri, dove si dice abbia soggiornato Galileo Galilei tra il 1634 e il 1642. Da una finestra del Museo delle Porcellane nel Giardino di Boboli.



GALLO (TORRE DEL) nel suburbio australe di Firenze. Casa torrita con poderi annessi sopra un'elevata prominenza facente parte di quei colli di Arcetri, che stendonsi di là verso sett. sino alla costa de' Magnoli e al poggio di Boboli dentro Firenze. La Torre del Gallo, osservata dal vivente astronomo Padre Giovanni Inghirami delle Scuole Pie, fu riscontrata alta 344 br. sopra il livello del mare Mediterraneo. Il poggio del Gallo confina a sett. con Giramonte, a grec. con S. Miniato al Monte, verso lib. col Poggio Imperiale, a ostro col Pian di Giullari, e a pon.-maestro con la fortezza di Belvedere e la città di Firenze, che è appena un miglio lontana di dà; nel popolo di S. Leonardo in Arcetri, Com. Giur. e circa due migl. a grec. del Galluzzo, Dioc. e Comp. di Firenze. Non che io voglia, nè debba ad ogni passo rammentare tante case-torrite che fanno corona sui poggi intorno alla valle deliziosa di Firenze, per quanto molte di esse sotto vari i rapporti interessino l' istoria di cotesta classica terra: ma perchè sarebbe omissione indegna di un cultore delle fisiche discipline di non segnalare nella presente opera la casa-torrita della Torre del Gallo, come quella che, per fama tradizionale di due secoli, credesi stata specola al divino Galileo, nel tempo che fu costretto a vivere gli ultimi suoi nove anni di carcere nella vicina villa di Arcetri, denominata il Giojello. La Torre pertanto del Gallo è un fabbricato solido e quadrato con un cortile nel centro contornato per tre lati da un loggiato sorretto da otto colonne di macigno di ordine corintio e di una maniera di lavoro che non sembra più antica del secolo XV. Non vi è che il pian terreno e il primo piano, sopra il quale si alza una solida torre quadrata terminata da merli e da un interno ballatoio. La vecchia banderuola di ferro, rappresentante un gallo, potrebbe aver dato il nome alla Torre del Gallo, se il più veterano fra gl'istorici fiorentini, Ricordano Malespini, non ne avesse avvertiti, che questo poggio era posseduto dalla famiglia magnatizia de' Galli. Stantechè, diceva egli nella Istoria fior. al cap. 57, che all'età sua dentro la città di Firenze, in Porta Santa Maria erano i Galli, che già avevano un poggio allato a Santo Miniato al Monte, che si chiamava il Poggio de' Galli, e toglievanvi (cioè riscuotevano il pedaggio) per antico passaggio, ma il Comune (di Firenze) ogni cosa abbattè. La casa de' Galli pertanto era in origine grande e possente, ma avendo abbracciato il partito ghibellino con quella de' Cappiardi loro vicini e consorti, si ridusse in povera fortuna; (G. VILLANI, Cronic. lib. IV. cap. 13) e all'occasione della pace del Cardinal Latino fra i due partiti, (anno 1286) alcuni della casa de' Galli furono confinati, e i loro beni confiscati: sicchè i poderi con la Torre del Gallo posteriormente passarono in mano di altri cittadini; prima i Lanfredini, dopo essi nella casa Buini, poi in Cassandra Cerretani Marsuppini, dalla quale gli ereditarono nel secolo scorso i Gondi, che alienarono quel terreno con la Torre del Gallo ai fratelli Grassi, e da questi ne fece acquisto l'attuale possessore, il ch. avvocato fiorentino Luigi Piccioli. Possedeva la Torre del Gallo con i poderi annessi la famiglia Lanfredini al tempo in cui risale l'attuale fabbricato, che di poca età dovè precedere quella dell'ultimo assedio di Firenze, quando in questa Villa del Gallo, nell' ottobre del 1529, venne a postarsi una parte dell' esercito imperiale-papalino, e con esso il colonnello conte Pier Maria di San Secondo; mentre a Giramonte, fra il Poggio del Gallo e l'Erta canina, prese alloggio Alessandro Vitelli, e verso la Porta a S. Giorgio, più vicino a S. Leonardo, si postò il march. del Vasto. Nella villa de' Balducci Pirro Colonna; nel palazzo di Rusciano, già di Luca Pitti sopra Ricorboli, prese stanza un altro colonnello, Gio. Battista Savello; in sul poggio di S. Margherita a Montici il signor Sciarra-Colonna, e nel Pian di Giullari nelle case de' Guicciardini il principe d' Orange, comandante in capo dell'esercito di assedio. – (VARCHI, Istor. for. lib. X.) , Ancora i nostri (aggiunge Bernardo Segni) avevano messo due pezzi di artiglieria sul campanile della chiesa di S. Miniato, coi quali infestavano il campo nemico, ed essi all'incontro di que' poggi vicini, e al dirimpetto del Gallo, villa de Lanfredini, avendo piantati due altri pezzi grossi, tiravano al campanile, essendovi il sig. Mario Orsini vicino, e il sig. Giorgio Santa Croce con altri capitani e lo stesso Malatesta Baglione (generale dei fiorentini). Fu ferito il sig. Mario ed il sig. Giorgio da una pietra, onde morirono ambedue, e così alcuni altri giovani fiorentini vi furono feriti e ne restarono morti, fra i quali fu Averardo Petrini, (SEGNI Istor.fior. lib. III.) Ma se la Torre del Gallo riescì allora funesta ai Fiorentini, essa cancellò eziandio ogni trista rimembranza un secolo dopo, tostochè ebbe l'onore di servire di specola a quell'occhio che vide nell'emisfero più egli solo che tutti gli occhi insieme dei dotti trapassati. Sì, fu il sommo Galileo quello che, confinato costà dalla malignità e dall'ignoranza, visse dal 1634 al 1642 in mezzo ai suoi discepoli ed amici nella villa del Giojello posta nel pian di Giullari, circa 3oo passi distante dall'eminente poggio del Gallo, nella cui torre è voce tradizionale, che egli si recasse a effettuare alcune delle importantissime sue osservazioni astronomiche, quando specialmente dovè combattere l'opinione del P. Liceti sulle cause del candore della luna. Erano fra gli affezionati discepoli che allora frequentavano sì sublime maestro, oltre Vincenzio Viviani, due religiosi Scolopj, il Padre Angelo Sesti, ed il Padre Clemente Settimj, i quali servirono al Galileo di amanuensi anche negli ultimi due anni di sua vita, divenuto cieco.

Dizionario geografico fisico storico della Toscana, Volume 2 Di Emanuele Repetti





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