Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

lunedì 30 gennaio 2017

Due leoni neo-egiziani aggiunti




Firenze, piazza di San Pancrazio 

A poche centinaia di metri da Piazza Santa Trinita, alla confluenza di Via Federighi con Via della Spada, si trova l'ex Chiesa di San Pancrazio. Di fondazione forse paleocristiana, documentata dal 931, appartenne alle Benedettine, ai Domenicani e quindi ai Vallombrosani. Giovanni Rucellai commissionò a Leon Battista Alberti (Genova, 1404 – 1472) la ristrutturazione della cappella a fianco della chiesa, ultimata nel 1467, che conserva il tempietto del Santo Sepolcro, costruito dallo stesso Alberti e rivestito di marmi bicromi intarsiati, che riproducono la forma del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nel 1754 la chiesa fu trasformata radicalmente e ulteriormente modificata dopo la soppressione napoleonica (1808), in linea con il gusto neoclassico: furono poste al centro della facciata, privata del portale trecentesco, le due colonne con ai lati due leoni in stile neo-egizio. Oggi è sede del Museo Marino Marini.



Nella Chiesa presence hanno gran parte, e più Cappelle, e Sepolture i Rucellai , e Federighí, che vi hanno ancora le Case loro vicine, ove ,è la loggia de’ Rucellai, e la Via detta de’Federighi ; fu consacrata questa Chiesa l’ anno 1485. a dì 28. di Agosto, come apparisce da una cartella, che dice, An. Dom. 1485. die XXVIII. Augusti, Ecclesia hec consecrata fuit a Renverendissimo D. Alexandro Efiscopo Cimbaliensi Innocentio  Abbate existente.
Sin quì il Rosselli, cui dobbiamo grado di sì bei lumi, sopra dei quali però mi si conceda di fare alcune annotazioni, e primieramente circa a i Padri Domenicani, che egli vuole dal Pian di Ripoli quà venuti nel 1216. forse fondatosi in un discorso della fondazione di S. Maria Novella, il quale è in molte cose mancante, onde noi crediamo, che piuttosto si abbia a dire venuti nella Spedale di S. Pancrazio, conciosiachè in tale tempo la detta Chiesa era di Monache Benedettine, le quali sono accennate da un Contratto, che riferisce il Senatore Carlo Strozzi al libro DD. pag. 130. ed è un terreno che dà a livello Soror Bentiguida Abbatissa Monafícrii Sancti Pancratii de Flor. 1157. ed il medesimo abbiamo riconosciuto da altra Scrittura nell' Archivio di S. Donato a Torri del 1210. la quale è una vendita di terre, che fa Alberto Giudice all’Abbadessa del Monastero di San Pancrazioo per rogitodi Ser Galizio Not. E trovansi nelle Memorie del P. D. Fedele Sopldani due altre Abbadesse, D. Bentinella nel 1218  e D. Cecilia nel 1223. e sio crede, che dette suore mancassero totalmente circa il 1230. e giousta le Scritture del Capitolo Fiorentino, ad esse furono assegnate  l' entrate, e da' Canonici su la Chiesa e Convento conceduto ai Monaci di Valombrosa nel 1234. o in quel torno. Mancate però queste Monache, e subenrrati i Valombrosani per la concessione predetta, ne viene da notarsi una vicenda , che cagionò notabili molestie ai Monaci per lo spazio di alcuni anni, e questa fu, che per Bolla di Papa Alessandro IV. anno primo sui Ponrif. si ordina , che in S. Pancrazio sieno trasferite le Monache di S. Ellero, ed incorporate a Valombrosa l’ entrate delle Monache , avvenimento riferito con autentici documenti nella Storia di Passignano scritta dal P. D. Fedele Soldani,

Da "Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne' suoi quartieri"  Di Giuseppe Richa, 1775



Coordinate:   43°46'18.83"N,  11°14'59.18"E                    Mappe: Google - Bing



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