Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

giovedì 28 marzo 2019

Ecco di nuovo la Fontana e il Nettuno dell'Ammanati





Firenze, Piazza della Signoria, Fontana del Nettuno

Finalmente dopo un restauro accurato durato due anni torna visibile nel suo splendore la Fontana del Nettuno di Piazza della Signoria, ripristinando la funzionalità dell’impianto idrico che alimenterà i giochi d’acqua immaginati e voluti da Bartolomeo Ammannati (Settignano, 1511 – 1592) che la ideò per Cosimo I de' Medici (Firenze, 1519 – 1574). Quest'anno, il 2019, si celebrano i 500 anni dalla nascita di Cosimo I che fu committente dell’opera e Caterina de’ Medici. Il costo delle operazioni di restauto si aggira su 1,5 milioni di euro ed ha  come sponsor Salvatore Ferragamo tramite Art Bonus.

Cenni storici (dal sito del Comune di Firenze)

Nel 1559 Cosimo I de’ Medici bandì un concorso per creare la prima fontana pubblica di Firenze, al quale parteciparono i più importanti scultori fiorentini dell’epoca: venne scelto il Nettuno di Bartolomeo Ammannati perché giudicato più significativo nell’esaltare i gloriosi traguardi marinari raggiunti in quei decenni dal ducato di Toscana. L’apparato scultoreo venne eseguito tra il 1560 e il 1565, e fu inaugurato provvisoriamente in occasione delle nozze tra Francesco I de’ Medici (Firenze, 1541 – 1587) e la granduchessa Giovanna d’Austria (Praga 1547 – Firenze, 1578) il 18 dicembre 1565 ma la fontana fu definitivamente terminata e inaugurata il 24 giugno 1574.

La figura di Nettuno, realizzata in marmo bianco di Carrara, riprende i tratti di Cosimo I de’ Medici, si erge su un piedistallo al centro della vasca ottagonale che contiene i quattro cavalli del cocchio. Ai suoi piedi stanno tre tritoni intenti a suonare delle tibie che zampillano acqua. Agli angoli della vasca sono presenti i gruppi di divinità marine (Dori, Teti, Forci e Glauco), ciascuna delle quali ha ai piedi un corteo di ninfe, satiri e fauni in bronzo realizzati dallo stesso Ammannati. La scultura marmorea non riuscì da subito ad ottenere l’apprezzamento dei fiorentini che scherzosamente diedero al Nettuno il soprannome di “Biancone” e irrisero l’artista con la famosa battuta ‘Ammannato, Ammannato, che bel marmo t’hai sprecato’.


La Fontana ha una storia conservativa piuttosto travagliata: i primi danneggiamenti documentati risalgono al 1581, tanto che fin dal 1592 si rese necessario costruire intorno a essa una ringhiera di protezione. Nel 1831 fu rubato un fauno all’angolo con Palazzo Vecchio, sostituito l'anno seguente da una copia eseguita da Vincenzo Pozzi. Le zampe dei cavalli sono state spezzate più volte, nel 1981, 1986 e 1989. Al 2005 risale il danneggiamento vandalico che ha provocato la caduta della mano destra di Nettuno.

Negli anni ’20 del Settecento sia il monumento che i condotti di alimentazione dell’acqua furono restaurati da Giovanni Battista Foggini (Firenze, 1652 – Firenze, 1725)  e in seguito sono stati interessati da importanti interventi dell’architetto Giuseppe del Rosso (1812). Nel 1943 furono rimossi i bronzi affinché fossero protetti da eventuali danni in occasione dei bombardamenti. I sistemi adottati nel tempo per il trattamento idrico dell’acqua sono stati modificati, poiché dopo il 1986, sulle superfici del marmo, cominciò ad apparire una patina giallastra. Un primo impianto fu installato prima dell’alluvione del 1966, reso inservibile in seguito all’evento. Rimesso in funzione e modificato più volte, fu riattivato nel 1993 per il solo filtraggio dell’acqua di ricircolo. In questo intervallo di tempo fu anche immessa nei condotti della fontana l’acqua dell’acquedotto senza filtraggio.

Dopo gli interventi di manutenzione o di restauro degli ultimi decenni, si sono ripresentate le alterazioni cromatiche apparse dopo il 1986, in particolare l’ingiallimento del marmo bianco, ricondotto alla migrazione di sostanze ferrose o altri metalli rilasciate dalle tubazioni con il passaggio di additivi chimici di trattamento delle acque come il cloro e il sale.

Di non secondaria importanza l’intervento di rifacimento dell’impianto idrico della fontana che rappresenta altro elemento fondamentale del progetto di restauro. Si è provveduto alla rimozione di tutte le vecchie tubazioni presenti all’interno della fontana e nel cunicolo che collega il gruppo scultoreo ai locali interrati di Palazzo Vecchio; le nuove tubazioni all’interno dei gruppi scultorei sono esclusivamente in acciaio inox; si è anche provveduto alla bonifica dei locali interrati ed alla demolizione di tutte le vasche antincendio realizzate prima della seconda guerra mondiale e non più utilizzabili. In tali ambienti sotterranei, posti sotto la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, si è così potuto collocare il nuovo impianto di depurazione, ricircolo e di spinta che alimenterà la fontana. Significativo è il quantitativo di acqua che sarà immessa nella fontana, circa 27 litri al secondo, che finalmente restituirà, dopo decenni di malfunzionamenti, gli effetti scenografici immaginati da  Ammannati per il suo monumento.
La realizzazione impianto di depurazione ed alimentazione
Potenza impianto elettrico per pompe di spinta kW 50,00
Volume vasca fontana mc. 35
Volume vasca di compenso mc. 20
Portata totale impianto 27,00 litri/sec., 1620,00 litri/min., 97.200,00 litri/ora



Coordinate: 43°46'10.40"N, 11°15'21.35"E                      Mappe: Google - Bing 


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1 commento:

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