Firenze, Palazzo Vecchio
Si entra a Palazzo Vecchio e subito dietro la scalinata che porta al secondo cortile da Via della Ninna troviamo l'accesso alla sala predisposta di recente che raccoglie le "Tracce di Firenze" sezione temporanea facente parte del "Museo di Palazzo Vecchio" nella quale troviamo opere che vanno dal Pontormo (soprannome di Jacopo Caccini, 1494 –1557) a Giovan Battista Capezzuoli (Firenze 1723 circa.-1810). I primi oggetti che appaiono oltre l'entrata non sono quadri, non sono sculture, ma oggetti di uso comune sino dai tempi in cui esistevano le porte dell'ultima cerchia di mura della città. Ora che i portoni delle porte di accesso non sono più chiusi, possono essere esposte, qui, le chiavi che ogni sera li hanno serrati e ogni mattina li hanno aperti, per secoli.
Da sinistra a destra vediamo nella foto in alto le chiavi di Porta San Gallo con dietro la bolgetta ( piccola borsa o cartella munita a sua volta di serratura ) sec. XVI; le Chiavi di Porta Romana e la bolgetta del XVI-XVIII secolo ed infine le Chiavi di Porta San Frediano con bolgetta XVIII- XIX secolo. Manifattura fiorentina ferro, ottone; cuoio, rame dorato
La Porta San Gallo, la Porta Romana e la Porta San Frediano facevano parte dell'ultima cerchia di mura di Firenze, costruita tra il 1284 e il 1333.La tradizione vuole che a progettarla fosse stato Arnolfo di Cambio. L'imponente cinta muraria era intervallata da torri, postierle e porte maestre, presso te quali era installata la dogana. Al tempo della Repubblica venne istituita ufficialmente la carica di coloro che dovevano aprire e chiudere i massicci battenti. Questi militi, in un secondo tempo scelti tra i cosiddetti "Tavolaccini di Palazzo", ogni giorno all'alba prelevavano le chiavi in Palazzo Vecchio per riportarvele subito dopo l'apertura e la notte tornavano a prenderle, per serrare all'una tutti gli accessi della città. Il circuito murario due-trecentesco è stato in gran parte distrutto, nell'ambito dell'ampliamento urbanistico della seconda metà dell'Ottocento, ma si conservano ancora oggi quasi tutte le monumentali porte maestre.
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