Firenze, Via del Proconsolo, Museo del Bargello
Siamo sotto la Torre Volognana, entriamo nel Museo del Bargello da Via del Proconsolo. Già il Cortile duecentesco è spettacolare con il porticato tutt'intorno sotto il quale sono esposte originali di provenienza varia, il pozzo ottocentesco nel centro, messo al posto del leggendario patibolo medievale, la scalinata che porta al primo piano, i vari stemmi dei Podestà e dei Giudici di ruota che dal Tre al Cinquecento abitarono nell'edificio, le insegne dei quartieri e dei sestieri della città scolpite in pietra, poste sulle pareti sotto i loggiati.
Gli ampi spazi del porticato accolgono opere provenienti da Palazzo Vecchio o dai giardini reali (Boboli e Castello), un Sarcofago romano decorato con due delfini, la Madonna con i santi Pietro e Paolo, monumentali figure che erano sulla Porta Romana, due Leoni, in pietra serena. La statua dell’Oceano del Giambologna (Douai, 1529 – Firenze, 1608), proveniente dall’Isolotto nel giardino di Boboli, sostituito là da una copia, e le figure allegoriche della fontana (1556 -1561) di Bartolomeo Ammannati (particolare di Giunone e due Pavoni nella foto, sopra la ricostruzione di un arcobaleno di pietra), che avrebbero dovuto essere collocate nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, qui sotto.
Tra le altre opere, il ritratto marmoreo a figura intera “alla romana” di Cosimo I di Vincenzo Danti, il Cannone di san Paolo (così detto per la testa del santo sulla culatta), realizzato nel 1638 per il granduca Ferdinando II. L’opera più moderna, dell’Ottocento al Bargello, è la graziosa figura bronzea del Pescatore (1877) di Vincenzo Gemito (1852 – 1929).
La
Fontana di Sala Grande allude alla generazione dell'Acqua da parte degli altri
Elementi: Aria, Terra e Fuoco. Giunone rappresenta l'Aria e il
fulmine che teneva in mano alludeva il Fuoco. Cerere si riferiva alla
Terra. L'Arno (sinistra) e la Fontana di Parnaso (destra), sono
simboli dell'Acqua; questi ultimi rimandano anche all'idea di Firenze
come patria di grandi poeti. Le statue della Prudenza e della
Fiorenza alludono a Cosimo I: la prima tiene l'emblema del duca
(ancora e delfino) e Fiorenza, rappresentata come Flora, porta il
Toson d'Oro conferitogli dall'Imperatore Carlo V nel 1545.
Tra le altre opere, il ritratto marmoreo a figura intera “alla romana” di Cosimo I di Vincenzo Danti, il Cannone di san Paolo (così detto per la testa del santo sulla culatta), realizzato nel 1638 per il granduca Ferdinando II. L’opera più moderna, dell’Ottocento al Bargello, è la graziosa figura bronzea del Pescatore (1877) di Vincenzo Gemito (1852 – 1929).
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