Firenze, via di San Niccolò
L'edificio nasce nel Quattrocento, per accorpamento di case corti mercantili preesistenti, come indica tra l'altro il portone vistosamente decentrato e la scansione delle finestre sul fronte, con una vistosa pausa tra il terzo e il quarto asse evidentemente causata da vincoli imposti dalle più antiche fabbriche. Lo si incontra passando da via di San Niccolò per andare, attraverso Piazza de' Mozzi, in via de' Bardi per sboccare infine a Ponte Vecchio. Si fa notare, il palazzo, per un alto fregio con festoni di foglie legati da nastri svolazzanti e sostenuti da sei puttini. Le quattro finestre al secondo piano mostrano ulteriori putti alati sempre reggenti ghirlande e, alle estremità, due scudi con l’arme dei Quaratesi (troncato d'azzurro e d'oro, all'aquila dal volo abbassato d'argento nel primo, sostenuta dalla partizione), a dichiarare la committenza dell'opera. Tra le finestre sono lesene corinzie (due tra il terzo e il quarto asse, a compensare il diverso intervallo) che proseguono anche al piano superiore, in ambedue i casi sorreggendo un architrave con un fregio ad ovoli su dentelli. Già indicati dalla letteratura del primo Novecento come opera di Andrea Feltrini (Firenze 1477 - 1548) e avvicinati a quelli del palazzo Lenzi Quaratesi di piazza Ognissanti, i graffiti pongono come consueto il problema di quanto sia giunto al nostro giorno di materia originale: nel 1911 il palazzo era segnalato in uno stato di estremo degrado, comunque con graffiti ancora discretamente leggibili; su questi si intervenne nel 1912.
I Quaratesi, originari di Quaranta nella Potesteria del Galluzzo, vennero ad abitare in Firenze nel Borgo di S. Niccolò, ove costruirono le loro case nelle quali i Bardi trovaron salvezza in occasione dell'assedio del 1343. In seguito possedettero anche il palazzo fatto costruire dei Pazzi, su disegno del Brunelleschi, in via del Proconsolo, quello già dei Busini in piazza d'Ognissanti.
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