Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

giovedì 16 luglio 2015

Intorno al tabernacolo di Santa Rosa

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Firenze, Il Tabernacolo di Santa Rosa

Non lontano da  Porta San Frediano,  presso il Torrino di Santa Rosa si trova un Tabernacolo accanto al quale si leggono queste informazioni. Addossato al Torrino di Santa Rosa, ove le antiche mura trecentesche di San Frediano raggiungono l'Arno, in un'edicola del 1856 è conservato un affresco con la Pietà attribuita a Ridolfo del Ghirlandaio [Firenze 1483-1561] (inizio XVI secolo), unico dipinto rimasto sotto il porticato del vicino oratorio di Santa Rosa da Viterbo, annesso ad un antico convento detto di San Guglielmo, entrambi demoliti nel 1743. Nell'oratorio i membri della Compagnia di Santa Rosa si raccoglievano intorno alla sacra immagine, cui venivano attribuiti poteri miracolosi. Staccato nel 1957, l'affresco rappresenta una dolente Madonna seduta che sostiene il corpo di Cristo deposto dalla croce con a fianco San Giovanni e Santa Maria Maddalena. 


".... 
Fuori della porticciuola delle mulina è la vaga Loggia dei Medici, che io posi per uno dei confini delle mura di qua da Arno, giacché le mura che seguitano lungo l'Arno, sono piuttosto da considerarsi sponde di quel fiume che mura della Città, che però attraversando l'Arno, dalla Torre della Sardigna al di fuori, e al di dentro dal Tabernacolo di S. Rosa darò principio alla descrizione delle mura d'Oltrarno. Quantunque il nome di S. Rosa che resta al Tabernacolo o Cappella posta in quest' angolo sia moderno , io ne ho fatto uso per essere volgarmente il più noto , sebbene appellar si dovesse la Madonna del Cantone , come si può vedere presso il Richa , o sivvero il Giulianelli, ove trovandosi l'Istoria di questo luogo più diffusamente che altrove trattata non posso dispensarmi dal restringere le sue parole nei modo che segue. Nell'anno 1313 vennero a Firenze certe suore di Valdipesa dette della B. Vergine, e di S, Barnaba a Torri con permissione d'Antonio d'Orso Vescovo di Firenze , le quali si posero ad abitare in quel tratto che è tra la Porta San Frediano e l'Arno, dove erano certe Case donategli dai possessori a quest' effetto , e questo fu nell'anno seguente in cui era ridotto già quel luogo ad uso di Monastero, che forse più capace ed ampio fu in quel primo tempo in cui non erano edificate le mura , che dappoi. Non più che 31 l' anno abitarono le Monache in esso, giacché nel 1345. tornarono a S. Piero a Monticelli dove fino dal 1302. erano i Monaci Guglielmiti che vennero ad abitare allora nel Monastero del Cantone, facendo baratto sotto certe condizioni ; i quali Monaci seguitarono ad abitarvi fino al 1564., in cui furono i beni di quel Monastero ridotti Commenda di S. Stefano , per la Famiglia dei Concini da Pio IV. Nei tempi più recenti in alcune stanze rimaste annesse a detta Cappella o Tabernacolo, che è porzione di un più ampio Oratorio , vi si radunò una Compagnia d' Uomini sotto il titolo di S. Rosa , il di cui nome resta tuttora in questo luogo, ma nel 1743. furono per giuste ragioni che vedremo in appresso demolite le stanze e l' Oratorio, che fu profanato , e lasciata questa specie di Cappella per rispetto d' una Immagine dipinta a fresco sul muro la quale come dice il Richa , è del Ghirlandaio, il che se, come pare, si debbe intendere di Domenico (così a me pare perché non avendo posto il nome avrà voluto intendere il più noto dei Ghirlandai , che può dubitarsi averla dipinta giacché il suo figlio Ridolfo o il suo creato Michele non ne possono essere autori avendo tenuto diversa maniera) parmi che il Vasari abbia lasciato una sua Pittura notabilissima . Vedersi in ella pertanto la B. Vergine sedente , che tiene sulle ginocchia Gesù morto, mesta nel volto e dì età provetta , ed è in mezzo a S. Giovanni Apostolo ed alla Maddalena che genuflessi l'ajutano a sostenerlo, dimostrando mestizia insieme e venerazione. Siccome il Pittore ha inteso di rappresentar Cristo deposto allora di Croce , così nel più alto ha posti tre Angioletti l'uno dei quali che è nel mezzo tiene la Croce , e più a basso veggonsi il Sole e la Luna.
Nello spazio ove son dipinte le figure che è in forma di lunetta, vedesi un paese in lontananza o veduta di Campagna , e si può dire ragionevolmente conservata . Resta questa Pittura sul muro verso Arno, presso l'angolo che forma col muro della Città, nel quale vedesi in pietra l'Arme dei Giraldi d' un Leone nero rampante in campo bianco, accollata a quella dei Concini posta a finestra , la quale è un Campo contenente due armi inquartate: nel primo quartiere o superiore a destra, è un gruppo di tre monti a oro in campo azzurro sopra i quali spuntano tre penne bianche; nel sinistro superiore il campo è balzano avente di sopra un'aquila nera a due teste coronata con ali spiegate , e di sotto catene azzurre decussate; nei campi inferiori sono ripetute come si suole nelle Armi inquartate, e sopra Io scudo delle armi avvi la corona pur di pietra, e dell' istessa pietra una lapida fattavi porre dal Cavaliere Giovanni Giraldi Erede della Famiglia Concini , in cui dalla penna del Proposlo Antonfrancesco Gori il narra 1' Istoria di quello luogo e la ragione dell' ultima demolizione dell' Oratorio e stanze nella seguente maniera ...." 
Firenze antica, e moderna illustrata, Volume 1  Di V. Follini,M. Rastrelli  – pgg 365 - 369

Altra lapide, che attribuisce l'affresco a Domenico Ghirlandaio (1449-1494),  situata sotto l'affresco recita:

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QUESTA IMMAGINE
 SULLE PARETI DELL'ANTICO CONVENTO DI S. GUGLIELMO
DA DOMENICO GHIRLANDAIO DIPINTA
NELLA FAMIGLIA ANTINORI DA QUELLA DEI CONCINI
PERVENNE
IMPERANTE LEOPOLDO II.
A SPESE DEL REGIO ERARIO
E DEL COMUNE DI FIRENZE
IN NUOVA E PIU DECOROSA EDICOLA
L'UFFICIO DELLE PUBBLICHE COSTRUZIONI LA RIPONEVA
L'ANNO DI NOSTRA SALUTE MDCCCLVI
IL PATRONO COMM. VINCENZO ANTINORI ANNUENTE
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Coordinate:  43°46'18.68"N,  11°14'26.99"E                      Mappe: Google - Bing




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