Firenze, Piazza Santissima Annunziata, Basilica della Santissima Annunziata, Chiostro
Si entra da un altro portone a sinistra del portone principale della Basilica, attraversando un ampio corridoio sormontato da una volta a botte lungo il quale, a destra e a sinistra vi sono lapidi e busti di personaggi che hanno voluto lasciare il ricordo del loro passaggio su questa terra, in questa città, qui. La nostra meta è oltre questo corridoio, dritto in fondo all'angolo del Chiostro dei Morti: la Madonna del Sacco, affresco di Andrea del Sarto (Firenze, 1486 – 1530) del 1525, restaurata nel 2012. Dell'opera si conoscono disegni preparatori conservati nei musei britannici e francesi, oltre a copie a Firenze, Londra e Roma.
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Da Notizie inedite della vita d'Andrea del Sarto: raccolte da manoscritti e documenti autentici - Luigi Biadi – 1831 – pagg. 43/48
Prezzo - E invalsa generalmente la
opinione che quella Madonna sia nominata - del Sacco - e perchè
Andrea nel recinto dell' a-fresco rappresentò un sacco sul quale
appoggiasi S. Giuseppe, e perché qualche Scrittore sostiene che in
premio dell'opera ricevè il Del Sarto un sacco di grano.
Convengo che il nome - Madonna del
Sacco - possa prendere la derivazione dal sacco che per uno slancio di
vaga fantasìa Andrea dipinse nell'a-fresco in modo da figurarlo
ripieno non d'altro che dei panni occorrenti al bambino Gesù, alla
Vergine, ed a S. Giuseppe, che vi si riposa senza in menoma parte
avvallarlo, come dovrebbe accadere se dall'Autore si fosse voluto
dimostrare il sacco ripieno di grano, e non di panni. Ma nego che il
premio all'Artefice consistesse in grano: e lo nego cui documento
alla mano tratto dai Libri manoscritti di spese dei PP. Serviti di
Firenze esistente nell'Archivio centrale delle Corporazioni
Religiose soppresse - ivi - Giugno 1514. ad Andrea Del Sarto
per resto della Madonna del Sacco lire 56. - Il vocabolo -
resto - somministra naturalmente il concetto di un'antecedente somma
di danaro in conto, che potrà dirsi ricevuta da Andrea in lire 14.,
facendo si ammontar l'onorario fino a scudi 10. Nè può supporsi che
maggiore delli scudi 10. fosse il pagamento di sì bella fatica,
avvertendo il Vasari - fecela ( la Madonna del Sacco ) per poca
somma.
Nego che il palmario consistesse in
grano, sull'appoggio ancora dell'istesso Vasari - Fu de' danari di
una donna che avea fatto un voto, dal quale scioltala M. Jacopo Frate
de'Servi, gli ordinò che facesse fare la Madonna (del Sacco) che
Andrea fu incombensato e fecela per poca somma.
CAPITOLO XI.
Reputazione d'Andrea in questo tempo.
Che Andrea, mercè le sue più squisite
produzioni avesse in tal tempo acquistato maggior fama, e fosse
divenuto l'onor della Patria, siccome madre feconda di non comuni
talenti, viene unanimemente consentito dalli Scrittori, i quali
fermandosi a contemplar le bellezze dei dipinti - La Natività di
Maria - I Magi - e - La Madonna del Sacco - esclamano energicamente
che non si possono quelle mai abbastanza lodare, ed esortano altresì
di imitarle chi nella pittura aspiri ad una ben solida reputazione .
Il Vasari così ne ragiona - Le quali tutte opere diedero sì gran
nome ad Andrea nella sua Città, che fra molti giovani e vecchi che
allora dipignevano era stimato de' più eccellenti che adoprassino
colori e pennelli - Argenville - En voyant ces Tableaux on rendroit
toute la justice qu'est due à André Del Sarto, et l'on ne pourrait
se defendre de le mettre au rang des premièrs peintres - Il Bocchi -
E Tiziano Pittor famoso ne' tempi nostri, quando fu in Fiorenza per
la vista di questa pittura ( Madonna del Sacco ) restò in guisa
ammirato che commendando l'industria senza fìne, a tutte, le quali
vedute havea, l'antipose, e quando era lontano, o altri di altra
pittura favellava, non poteva a partito nessuno soffrire, e di haver
dolore affermava, se della vista della Madonna del Sacco non saziava
sua vista, e dell'alta sua bellezza non ragionava. - E il dottissimo
Lanzi discorrendo della Madonna del Sacco - E a chi non vide Firenze
e Roma fa fede ( quell'opera ) che Andrea al primo maestro dell'arte
è talora piuttosto emulo che secondo. Chi sente che sia Tibullo nel
poetare, sente che sia Andrea nel dipingere .
CAPITOLO XII.
Come lo consideravano in allora i bravi
Artisti.
Se fra i non pochi Artisti
contemporanei d'Andrea, profondi conoscitori dei di lui meriti in
questo tempo ed eziandio intenti a celebrarlo, non fo speciale
menzione del Sansovino, del Puligo, del Granacci, del Bandinelli, del
Ghiberti, del Perugino, procede dal sentirmi risuonar la voce del
primo fra i primi, di quel Michelangiolo nominato dall' Ariosto
E quel eh' a par sculpe e colora
Michel, più che mortale Angel
divino.
che intuona a relazione del Bocchi inni
di gloria al nostro Del Sarto, professandogli stima non minore che
all' Urbinese - ivi - Per lo che fu sempre questo maraviglioso
artefice ( Andrea ) tenuto in pregio dal Buonarroto, e come chiedeva
la sua virtù, altamente commendato ; ed ebbe ardire ( cotanto puote
la verità in cuor gentile ) di dire queste parole in sul viso a
Raffaello da Urbino, mentre che favellava seco sopra il valore di
rari artefici - egli ha in Firenze un omaccetto volendo
significare Andrea, il quale se in grandi affari, come in te avviene,
fosse adoprato,ti farebbe sudar la fronte.
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