Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

lunedì 30 novembre 2015

Le lunette e i soprannomi di Bernardino

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Firenze, Piazza della Santissima Annunziata, Spedale degli Innocenti


Di Bernardino Poccetti (Firenze 1542- 1612) abbiamo già visto alcune delle sue opere qui in zona  Piazza della Santissima Annunziata. In particolare, oggi, vediamo un paio delle sue ultime opere, due affreschi realizzati per lo Spedale degli Innocenti, ai lati del  portico, in cambio dell'ospitalità. Infatti negli ultimi anni di vita ebbe una stanza dietro lo Spedale in Via della Colonna. Il vero cognome del nostro  Bernardino era Barbatelli figlio di Bartolommeo ma è più conosciuto col soprannome di Poccetti che nel gergo dell'epoca significava l'attitudine ad alzar di gomito, ma conosciuto anche con altri soprannomi derivati dalla sua specializzazione pittorica di affrescatore, Bernardino delle Grottesche o delle Facciate o delle Muse.

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"... Bernardino Poccetti, così detto dal frequente uso, ch'egli faceva del Vino, fù figlio di Bartolommeo Barbatelli da S. Gemignano, lavorator di vasi di terra in Firenze presso la Porta S. Piergattolini, dove nacque il nostro Pittore, che privo del Padre all'età di sette Anni, e dato segno di genio per la Pittura con far delle Figurine sul Muro di Serumido fù perciò invitato, accolto, ed educato poscia in Casa di Michele del Ghirlandaio, che lo amò qual figlio, ma che non potè impedire , che un abito vizioso cangiato in natura il cognome non variasse al suo scolare di Barbatelli in Poccetti.
Vorrei per altro sù questo proposito ingannarmi con Baldinucci, che mi si è reso sospetto per essersi occupato nella vita in descrivere più il morale, che l'opere di questo bravo Artista, il quale in pochi Anni riescendo sotto il suo Maestro tanto eccellente nelle Grottesche, or nelle Facciate, ed ora nelle Muse meritò, andato a Roma, di alloggiare nel Palazzo dei Principi Chigi, dove per non dissiparsi, ed assiduamente attendere allo Studio levò la Chiave di Camera, e per una Ruota pregò gli portassero da mangiare. Ricco di cognizioni, che al suo quà ritorno aumentò ancor di più sotto il Buontalenti in Architettura, e nella Prospettiva, maraviglia non è, che in tutte le sue Opere ed in ogni genere, delle quali è adorna la nostra Città, non si ravvisi un insuperabil bravura, una portentosa facilità, un tocco spiritoso e brillante, un aria maestosa di Nobiltà, un sorprendente ornamento ed una vena Pitturesca, nella qual sola alcuna volta la Natura ha fatto brillare il bello, che l'Arte in altri ha dovuto formare con ingegno, e fatica.
Onorato della stima dei Caracci, e dei Pietri da Cortona poteva essere indifferente al poco conto, che del medesimo faceva la Patria, ognor più Matrigna che Madre, se l'amor proprio leso non gli avesse fatto concepire aversione nel trattar co' Signori per non far la figura da servo, e se la prima cattiva abitudine non l' avesse troppo familiarizzato coll'infimi della Plebe alle bettole, e con frequenza all'Osteria della Trave Torta, co' quali egli figurava da Signore. Strano, disinteressato faceto morì a 9. Novembre del 1612. disposto avendo di ogni suo resto a favore dei Ciardi, che venivano ad essere suoi Fratelli uterini, perchè sua Madre era passata in seconde Nozze a Piero Ciardi Tessitore di Lino alla rensa. L' Accademia del Disegno onorò la di Lui Memoria con un Solenne Funerale nella Chiesa del Carmine, dov'egli ebbe Sepoltura. ..."

Tratto da Storia dell'I. e R. Spedale di S. Maria degl'Innocenti di Firenze e di altri -Vol I- Francesco Bruni - 1819



Coordinate:  43°46'34.45"N,  11°15'39.34"E                  Mappe: Google - Bing




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