Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

venerdì 22 gennaio 2010

Cavalcanti


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Firenze, Via de' Calzaiuoli, Palazzo Cavalcanti, stemma e targa

Guido Cavalcanti (circa 1259-1300) è l'esponente più significativo dello stilnovo. I Cavalcanti hanno origine da Fiesole con possedimenti in Greve in Chianti, la loro ricchezza viene probabilmente con gli scambi mercantili.
Perch’i’ no spero di tornar giammai,
ballatetta, in Toscana,
va’ tu, leggera e piana,
dritt’ a la donna mia,   
che per sua cortesia
ti farà molto onore.

Tu porterai novelle di sospiri
piene di dogli’ e di molta paura;
  ma guarda che persona non ti miri   
che sia nemica di gentil natura:
ché certo per la mia disaventura
tu saresti contesa,
tanto da lei ripresa
che mi sarebbe angoscia;   
dopo la morte, poscia,
pianto e novel dolore.

Tu senti, ballatetta, che la morte
mi stringe sì, che vita m’abbandona;
  e senti come ’l cor si sbatte forte   
per quel che ciascun spirito ragiona.
Tanto è distrutta già la mia persona,
ch’i’ non posso soffrire:
se tu mi vuoi servire,
mena l’anima teco
   
(molto di ciò ti preco)
quando uscirà del core.
Deh, ballatetta mia, a la tu’ amistate
quest’anima che trema raccomando:
  menala teco, nella sua pietate,   
a quella bella donna a cu’ ti mando.
Deh, ballatetta, dille sospirando,
quando le se’ presente:
«Questa vostra servente
vien per istar con voi,   
partita da colui
che fu servo d’Amore».

Tu, voce sbigottita e deboletta
ch’esci piangendo de lo cor dolente
  coll’anima e con questa ballatetta   
va’ ragionando della strutta mente.
Voi troverete una donna piacente,
di sì dolce intelletto
che vi sarà diletto
starle davanti ognora.   
Anim’, e tu l’adora
sempre, nel su’ valore.
.

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