Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

sabato 26 febbraio 2011

Ponte Vecchio al tramonto e riflesso vari


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Firenze, Ponte Vecchio, riflessi e luce  in un tramonto

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mercoledì 23 febbraio 2011

L'affresco spostato di Francesco d'Antonio

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Firenze, Piazza Santa Maria Novella, affresco di Francesco d'Antonio

Ad angolo con via della Scala in Piazza Santa Maria Novella si trova un grande tabernacolo con un affresco di Francesco d'Antonio (oggi in copia), raffigurante la Madonna col Bambino e santi vari  approssimativamente databile negli anni intorno a 1430, periodo in cui Francesco d’Antonio risente della presenza nella pittura fiorentina di Masolino e di Masaccio.

Si legge in basso sull'affresco:

COPIA DELL'AFFRESCO DI FRANCESCO D'ANTONIO ESEGUITA NEL 1960 DAL PITTORE TULLIO MICHELI

ORIGINALE STACCATO NEL 1958 E CONSEGNATO ALLA SOPRINTENDENZA ALLE GALLERIE



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domenica 20 febbraio 2011

'ste palle e pallottole di Via da' Mori

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Firenze, Lapide in Via da' Mori


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A DI 2 GIUGNO 1700.
GLI SPETT. SS OTTO DI GVARDIA E BALIA
DELLA CITTA' DI FIRENZE
PROIBIRNO A QVALSIASI PERSONA IL GIUOCO DI
PALLA, PALLOTTOLE, PIASTRELLE ET OGN'ALTRA
SORTE DI GIVOCO, TANTO STREPITOSO CHE NON
STREPITOSO VICINO ALLA CHIESA DI SAN PIETRO
IN AGATTOLINI A BRACCIA 300 PER OGNI VERSO
SOTTO PENA DI DUE TRATTI DI FVNE E SCUDI
DI CATTVRA & C ET ITA &.C MAMD &
DOMENICO GROPPI COADIUT
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Gli Otto di Guardia e Balia, o anche i Signori Otto, erano un'antica magistratura fiorentina che attendeva agli affari criminali e di polizia della Repubblica di Firenze prima e del granducato poi..
Già nel 1353 era stata data "balia" a otto cittadini perché trovassero il modo di reprimere e punire gli episodi criminali, soprattutto quelli violenti, che avvenivano in città. Gli otto saggi stabilirono che si dovessero nominare quattro ufficiali di polizia ma forestieri, cioè che fossero originari di luoghi posti ad almeno quaranta miglia dalla città, e affidare a ciascuno di loro un notaio e cinquanta famigli, sbirri, che in uniforme avrebbero dovuto pattugliare la città e piantonare le chiese per evitare che i rei vi si rifugiassero e chiedessero diritto d'asilo.





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mercoledì 16 febbraio 2011

Le proibizioni di Via de' Gori

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Firenze,  lapide dei Signori Otto di Balìa all'angolo di Via de' Gori  in prossimità di via de' Martelli sulla parete esterna della chiesa di San Giovannino degli Scolopi.

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(LI SS OTTO PROIBISCONO OGNI)
BRVTTVRA VICINO A Q. CHIE
DEP.PD. CMPA . D . GIESV' E QUAN
PIGLIA IL MVRO DD CHIESA
DALLA SAGR SOTTO PENA
ALLI NOBLI DIECI E TALLI
GNOBILI DUA TRATTI DIEVI
N PUBBLICO DI CATTVR
COME NE L'ORDINE LORO
ADDI TREDICI OTTOBRE 163?

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Firenze, Firenze,  lapide dei Signori Otto di Balìa all'angolo di Via de' Gori con Piazza San Lorenzo 

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LI SS OTTO PROIBISCONO OGNI
BRVTTVRA VICINO A Q. CHIE
(SA)
DEP.PD. CMPA . DI GIESV' QUAN
PIGLIA IL MVRO DD CHIESA
DALLA SAGR SOTTO PENA
ALLI NOBILI DIECI E TALLI
IGNOBILI DUA TRATTI DIEVI
IN PVBBLICO DVA I CATT
COME NE L'ORDINE LORO
ADDI TREDICI OTTOBRE 1638
 
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Gli Otto di Guardia e Balia, o anche i Signori Otto, erano un'antica magistratura fiorentina che attendeva agli affari criminali e di polizia della Repubblica di Firenze prima e del granducato poi.
Già nel 1353 era stata data "balia" a otto cittadini perché trovassero il modo di reprimere e punire gli episodi criminali, soprattutto quelli violenti, che avvenivano in città. Gli otto saggi stabilirono che si dovessero nominare quattro ufficiali di polizia ma forestieri, cioè che fossero originari di luoghi posti ad almeno quaranta miglia dalla città, e affidare a ciascuno di loro un notaio e cinquanta famigli, sbirri, che in uniforme avrebbero dovuto pattugliare la città e piantonare le chiese per evitare che i rei vi si rifugiassero e chiedessero diritto d'asilo.
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domenica 13 febbraio 2011

Piazza San Pier Maggiore

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Firenze, Piazza San Pier Maggiore


Piazza San Pier Maggiore, detta anche di San Pierino, ricorda che nella piazza  esisteva una chiesa dal nome di San Pier Maggiore, una basilica abbattuta nel 1783 perché pericolante. Vediamo nella foto, sul sud ovest, una delle due Case Torri di Corso Donati appartenuto alla famiglia Donati. A fianco della Torre sulla facciata del lato nord di un casottino è murata una lapide che ricorda la proibizione per un abusivismo 'storico' di vendita fuori degli spazi offerti permesso per la vendita di frutta e verdura.


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LI. M : ILL : SS : CAPITANI DI PARTE DELLA
CITTÀ DI FIRENZE
PER ORNAMENTO DELLA CITTA BREVERE
DEL CULTO DIVINO PROIBISCONO CHE NES
 SVNO ORTOLANO O ALTRI POSSA STAR A
ROBBE DI SORTE ALCVNA SV LA
SV LA PIAZZA . DI . PIER MAGGRE COMINCIANDO DAL
LVOGO DOVE SARA AFFISSA LA PRESENTE
PROIBIZIONE SOTTO PENA DI VNO SCVDO E
DELLA CATTVTA E TUTO : DATOSI NELLA
PARTE A DI XX DI GIUGNO MDCXXXIX

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giovedì 10 febbraio 2011

Il re Danese, l'invaghito potente, la bella, l'espiazione e la privacy a cavallo del 1700


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Firenze, Piazza della Libertà, Porta San Gallo, lapide

Sulla facciata della Porta San Gallo che era rivolta fuori delle mura fiorentine fu apposta una lapide  in memoria della visita di Federico IV, re di Danimarca e Norvegia, nel 1708.

Visitando Lucca nel 1691, il principe Federico di Danimarca, non ancora monarca, si era invaghito di una bella e nobile ragazza del luogo, Maria Maddalena Trenta che, per ricambiare l'amore del futuro monarca, aveva rotto il precedente fidanzamento, col consenso della famiglia, con il conte Filippo Hercolani di Bologna. Quando il principe danese dovette lasciare l'Italia per tornare nella sua terra fu chiaro che non avrebbe mai sposato la ragazza lucchese. Federico, divenuto re Federico IV di Danimarca, non aveva però dimenticato il suo amore giovanile ed inviò a Maddalena il suo ritratto in miniatura con una ricca cornice di brillanti. Se non che, quest'ultima era frattanto entrata nel Monastero di Santa Maria Maddalena de' Pazzi a Firenze, come suora di clausura. Saputa la notizia, Federico, nel marzo 1709, era giunto in visita alla città come Re di Danimarca ed espresse il desiderio di rincontrarla con grande costernazione del mondo religioso, poiché la donna ormai era monaca di clausura e non poteva ricevere visite specialmente maschili. Tuttavia, per non dispiacere al sovrano, l'arcivescovo Tommaso della Gherardesca e la badessa del convento acconsentirono all'incontro. Il mattino prestabilito in tutti i conventi di Firenze vi furono celebrazioni religiose con comunione generale e speciali preghiere per scongiurare qualsiasi avvenimento disonorevole.  In realtà poi i cronisti raccontano che l'incontro pomeridiano fra i due si concretizzò in una breve conversazione sulla religione cattolica cristiana e quella protestante, con Maria Maddalena che, probabilmente istruita dai suoi superiori, propose al sovrano di convertirsi alla fede della Chiesa di Roma, per il sollievo a tutto il mondo religioso cittadino. Alcune fonti riportano anche la diceria secondo la quale il sovrano sarebbe uscito dall'incontro con gli occhi umidi sul punto di piangere. Qualche giorno dopo il re, prima di partire per Livorno, ove fu ospite a Palazzo Huigens, donò al monastero di Santa Maria Maddalena de' Pazzi la somma di cinquecento ungari d'oro. La visita del monarca a Firenze è ricordata in una lapide visibile ancora oggi sul lato della posta San Gallo che una volta guardava  fuori le mura fiorentine.


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L'iscrizione della lapide

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FLORENTIA
ADVENTV FRIDERICI . IV. DANIAE . ET 
NORVEGIAE REGIS AVGVSTI . FELICIS .
QVOD EAM SVA PRAESENTIA
MAGNVS HOSPES IMPLEVERIT
AVGVSTA FELIX 
AN. S. MDCCVIII. MENSE MARTIO
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Vedere anche:
- L'arco di Trionfo
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lunedì 7 febbraio 2011

Sulla Pietra dello Scandalo

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Firenze, Loggia del Porcellino nel Mercato Nuovo, La Pietra dello Scandalo



Nei giorni in cui la Loggia del Porcellino nel Mercato Nuovo (costruita tra il 1547 e il 1551 su progetto di Giovan Battista del Tasso) è liberata dalle bancarelle dei venditori di pelletteria e souvenir è possibile vedere una pietra a marmi policromi a forma di ruota (rifacimento del 1838) della grandezza del Carroccio della Repubblica proprio nel centro di essa . 

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Sotto questa elegante loggia un tempo si vendevano sete e oggetti preziosi e dall'Ottocento anche i celebri cappelli di paglia di Firenze. Ma qui avveniva qualcosa di molto infamante per coloro che mercanti erano stati oggetto di fallimento. Su questa pietra (appena visibile al centro della foto sopra riportata) si facevano battere tre volte le natiche ignude "Ostendendo putenda, et percutiendo lapidem culo nudo"
Ecco il nome di Acculata e, forse, "sculo" per indicare una particolare sfortuna.




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venerdì 4 febbraio 2011

L'arco di Trionfo


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Firenze, l'arco di Trionfo di Piazza della Libertà vista da Porta San Gallo

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L'Arco di Trionfo è stato eretto nel Settecento (nel 1737), ideato dall'architetto Jean-Nicolas Jadot, durante il cosiddetto periodo della reggenza (1733-1765), quando il nuovo granduca Francesco Stefano ottenne il granducato di Toscana, recandovisi nel gennaio 1739, evitando però di risiedervi. Quando divenne Imperatore a Vienna, il suo secondogento Pietro Leopoldo ereditò la Corona di Toscana, della quale prese possesso con dedizione.

Vedere anche:
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martedì 1 febbraio 2011

Il Tiratoio


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Firenze, la sponda destra dell'Arno, la Borsa, Piazza Mentana





Foto del tiratoio di piazza delle Travi
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Come testimonia la foto, vecchia di 150 anni circa, dell'archivio storico del Comune di Firenze, una volta esisteva il cosiddetto 'Tiratoio' (edificio distrutto nel 1857-68) sostituito dall'edificio della Borsa. Le stoffe, dopo essere state lavate e tinte, venivano stese ad asciugare in posti prestabiliti: nei cimiteri (un'antica usanza dell'Arte della lana) e soprattutto ai tiratoi, enormi costruzioni in legno come quello della Porticciola di Piazza delle Travi, affacciato sull'Arno (demolita dopo il 1861 per fare spazio alla Borsa delle merci.  

Vedere anche:
 

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