Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

mercoledì 28 maggio 2014

Uffizi

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Firenze, Piazzale degli Uffizi, portico,  loggiato di ponente

"...Portico detto degli Ufizj.
Il Granduca Cosimo I avendo concepito il progetto di riunire in un sol locale tutte le amministrazioni dello stato, ne affidò l' esecuzione a Giorgio Vasari, che nel 1561. fe' gettar le fondamenta di questo bell'edilizio. Ma il Vasari sorpreso dalla morte prima che tal lavoro avesse il suo compimento, fu ultimato sotto la direzione di Alfonso Parigi. Tre grandi portici ne formano un solo d'ordine dorico, con pilastri e colonne sormontate da cornici, ed altri ornamenti. In ciaschedun pilastro è una nicchia, ove doveano collocarsi le statue degl'illustri fiorentini. Ma questa idea di Cosimo non si realizzò. La facciata di questa fabbrica, presenta sopra una terrazza al primo piano, la statua di quel Principe scolpita da Gian Bologna, e collocala in mezzo alla Giustizia e alla Severità, due altre statue di Vincenzio Donati [*]. Sotto a questo portico sono porte per cui entrasi in vari ufizi...."
Guida per la città di Firenze e suoi contorni - Giuseppe Formigli 1830

* Vincenzo Danti

Coordinate:  43°46'5.16"N,  11°15'19.06"E                      Mappe: Google - Bing


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lunedì 26 maggio 2014

I tetti di Firenze

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Firenze, panorama dei tetti

Giù da San Miniato.


Coordinate:   43°45'47.00"N,  11°15'45.34"E                           Mappe: Google - Bing


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venerdì 23 maggio 2014

Oggi 23 Maggio ...

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Firenze, Piazza della Signoria


"..1498. A' di 23 di maggio 1498, fu impiccato, qui in Firenze, in su la piazza de' Signori, che oggi si chiama la piazza del Granduca, frate Girolamo Savonarola da Ferrara, teologo grandissimo e predicatore celeberrimo ; et in sua compagnia furno impiccati fra Domenico da Pistoia e fra Silvestro; e di poi tutti a 3 furno pubblicamente arsi, e la cenere fu portata dalle carrette e gittata in Arno. E questo fu a tempo di papa Alexandro ... " 
Da "Diario Fiorentino di Agostino Lapini: dal 252 al 1596" del 1900

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QUI
DOVE CON I SUOI
CONFRATELLI FRA DOMENICO
BUONVICINI E FRA SILVESTRO
MARUFFI IL XXIII MAGGIO
DEL MCCCCXCVIII PER INIQUA
SENTENZA FU IMPICCATO ED ARSO
FRA GIROLAMO SAVONAROLA
DOPO QUATTRO SECOLI
FU COLLOCATE QUESTA
MEMORIA
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Anonimo ( ? Francesco Rosselli (1445 -  1513 ) 1498 tavola, Museo San Marco 



Coordinate:  43°46'10.65"N,  11°15'20.66"E                      Mappe: Google - Bing


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giovedì 22 maggio 2014

Da Porta San Miniato

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Firenze, Porta San Miniato

Stiamo entrando in città da Porta San Miniato. Qui si vedono le mura trecentesche come appaiono scendendo dalla Basilica di San Miniato al Monte ed oltre esse, sopra i tetti spunta  la Torre d'Arnolfo con i suoi merli e la banderuola in vetta. Andando a sinistra costeggiando le mura ancora all'esterno per via di Belvedere una strada ripida che sale su per la collina si arriva a Forte San Giorgio detto anche Forte di Belvedere.

Fuori Della Porta S. Niccolo
A piccola distanza da questa porta, si ascende una collina detta volgarmente (Monte di S. Miniato, o Monte alle Croci ), ove si osservano gli avanzi delle fortificazioni che Michelangiolo fece edificare in occasione dell'assedio che le armate imperiali posero a Firenze l'anno 1529. Tutto quello spazio di strada che dalla porta conduce a piè dell'istessa collina va attualmente allargandosi, ed è stata aperta la piccola porta detta S. Miniato la quale ha l'ingresso nel Borgo di S. Niccolò, e resta situata a piè del Monte ridetto, asceso il quale, vedesi il convento di S. Salvatore e S. Francesco al Monte edificato nel 1550 a spese di Castello Quaratesi, sul disegno del Cronaca, ed abitato dai Francescani. Michelangiolo soleva chiamare la Chiesa annessa "la bella Villanella". Si osserva ancora su questa istessa collina la famosa Basilica di S. Miniato, uno de' più rispettabili monumenti dell'antichità cristiana. Ella è talmente bella nel suo genere, che il Vasari credeva vedervi delle traccie del rinascimento dell'arte.
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Guida per la città di Firenze e suoi contorni - Giuseppe Formigli 1830

Porta San Miniato - Emilio Burci (1811-1877)

La Porta nel 2014

Coordinate:  43°45'49.43"N,  11°15'41.96"E                      Mappe: Google - Bing


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lunedì 19 maggio 2014

Il nuoto e la zuffa giocosa nella grotta

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Firenze, Palazzo Pitti, la Grotta di Mosè


"...Accanto all'Ercole appoggiato alla sua clava, con la pelle del Leone Neméo in ispalla ... in mezzo una grotta di figura ovale , dentro di cui havvi una spaziosa peschiera d' acqua viva mantenutavi da uno zampillo di fontana, che dal bel mezzo delle acque sorge all'altezza di circa 10 braccia . Grazioso è il vedere come alcuni putti di marmo vi sieno stati distribuiti a fior d'acqua in atto di nuotare. Le mura interne della grotta incrostate sono a mosaico, e la volta dipinta di vivace colorito esprimente nel mezzo di essa una Fama, vien sostenuta da 16 colonne di pietra forte, le quali sono framezzate da varie e buone sculture . Mirasi di faccia all' ingresso della grotta una bella statua di porfido dell' altezza di circa 5 braccia rappresentante un Mosè, opera in gran parte del valente scultore Raffaello Corradi. Dicesi in gran parte, imperciocchè esisteva già a'suoi tempi il torso antico di quella statua che è di porfido orientale, senza essersi mai saputo in qual modo fosse venuto in potere della casa Medici. A. questo torso fece egli dunque le gambe, le braccia e la testa, la quale immaginò di farla posare per mezzo di una vite, onde potesse ad ogni occorrenza agevolmente levarsi e rimettersi . Vedonsi pure qua e là nell' interno di questa grotta medesima altre quattro statue di marino che esprimono quattro diversi simboli corrispondenti alle virtù o uffizj di Mosè e sono, la Legislazione, l'Imperio, la Carità, e lo Zelo per l'onor di Dio. La Legislazione figurata viene in una femmina vestita tutta di lungo manto con le Tavole della legge, ed è lavoro assai stimabile di Antonio Novelli. Havvi dirimpetto a questa la statua di Gio. Batista Pieratti rappresentante lo Zelo con alcuni segni caratteristici di questa Virtù, siccome coi loro respettivi le altre due statue denotanti la Carità, e l'Imperio, scolpite da Domenico Pieratti fratello del summentovato. Nelle due laterali testate di queste concavità sono state disposte due nicchie con belle vasche di mistio di Seravezza, e sopra di esse dalla parte del muro due delfini di bronzo , i quali insieme avviticchiando le loro code, sostengono un'altra vasca più piccola dell' istesso marmo. Le due maggiori vasche poste una dirimpetto all' altra hanno ciascuna un mostro di bronzo che s'inalza dal loro fondo; uno di essi sostiene un alloro, tra le frondi di cui scorgonsi le Palle Medicee; l'altro una querce con l'arme della Granduchessa Vittoria della Rovere , lo che anche senza l'iscrizione che si legge sotto la statua del Mose, servirebbe a dimostrare che gli ornati di questa grotta, e forse la grotta medesima, debbonsi al Granduca Ferdinando II..."
Pag. 73 e s. da "Notizie storiche dei palazzi, e ville appartenenti alla i.e. r. corona " di Giovanni-Domenico Anguillesi, 1815


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Coordinate:  43°45'53.13"N,  11°15'1.86"E                      Mappe: Google - Bing


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venerdì 16 maggio 2014

La luce soffusa del cortile Strozzi

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Firenze, Palazzo Strozzi


Dal portone dell'entrata da Piazza Strozzi, le colonne del cortile e in fondo il portone che dà su via de' Tornabuoni.


Coordinate:   43°46'16.38"N,  11°15'6.32"E                     Mappe: Google - Bing


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martedì 13 maggio 2014

Il volo sulle rose

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Firenze, il Giardino delle Rose, L'envol

Una passeggiata in una giornata tiepida per raggiungere il Piazzale Michelangelo a 104 metri sul livello del mare, è facile da raggiungere, avendo un po' di fiato, tenuto conto che Piazza della Signoria è a 50 metri s.l.m. mentre il Ponte Vecchio a soli 42 metri s.l.m.. A me piace scendere dal Piazzare passando per il Giardino delle  Rose, in aprticolar modo quando le rose sono in piena fioritura come in questo periodo.
Il Giardino, realizzato nel 1865 da Giuseppe Poggi su incarico del Comune di Firenze in funzione dello spostamento della capitale d'Italia da Torino, ospita un'infinita varietà di rose, ma non soltanto rose. Nel 1998 l'architetto giapponese Yasuo Kitayama ha donato a Firenze, dalla città gemellata di Kyōto  un'oasi giapponese Shorai ed un tempietto Zen Kōdai-ji.
Altra donazione al Giardino viene dalla vedova dell'artista  belga Jean-Michel Folon  (1934 – 2005) , fatta al Comune di Firenze  nel settembre 2011, dove sono inserite perfettamente dieci sculture in bronzo e due gessi.
 L'envol  dalle rose del giardino verso i tetti di Firenze .

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Coordinate:  43°45'46.48"N,  11°15'45.58"E                      Mappe: Google - Bing


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domenica 11 maggio 2014

Palle in Arno

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Firenze, sull'Arno

Coreografica immagine sull'Arno tra il Ponte Vecchio e Ponte Santa Trinita. Grandi, candide palle galleggianti vengono rimosse dalla superficie dell'acqua da un patino che via via nel suo percorso, raccogliendole,  sembra diventare sempre più leggero. Nel passato l'Arno ha visto cose ben più strane come finte battaglie navali e chissà quant'altro.


Coordinate:   43°46'6.59"N,  11°15'7.26"E                     Mappe: Google - Bing


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giovedì 8 maggio 2014

Pegaso

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Firenze, Giardino di Boboli

Il Pegaso di  Aristodemo Costoli, il cavallo alato, doveva essere collocato al Parco delle Cascine ma superò talmente le aspettative dei committenti. L'Accademia delle Belle Arti, che si decise di ricollocarlo nel più prestigioso Prato della Meridiana nel Giardino di Boboli.  Nel 1854 venne approvata la costruzione del basamento per la scultura.  Nella settimana dal 16 al 21 di ottobre venne rimossa la statua di Giunone che era di fronte il piazzale della Meridiana per lasciare posto alla statua di Pegaso ma ciò avvenne solo nel mese di dicembre del 1855 quando il cavallo alato fu finalmente portato a Boboli.   
Nel Novecento il Pegaso è stato usato ripetutamente come macchina di scena per le regie teatrali del Maggio Musicale Fiorentino all'interno del Giardino di Boboli, scorrendo su binari il basamento poggiato su un carrello di ferro. Dopo il restauro de 1983 si decise di rendere definitivamente statica la sua allocazione.

Il cavallo alato fu ripreso come ispirazione da una moneta attribuita a Benvenuto Cellini (1500-1571), realizzata dall'artista fiorentino nel 1537 e conservata al Museo Nazionale del Bargello di Firenze. Secondo il mito, Pegaso nacque dal terreno bagnato dal sangue versato quando Ercole tagliò il collo della Medusa. Per questa sua origine mitologica era stato scelto, dal segretario del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, quale simbolo della libertà del popolo italiano, poi è stato scelto come simbolo della Toscana per i valori che simboleggia.


Coordinate:  43°45'49.43"N,  11°14'57.46"E                      Mappe: Google - Bing


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lunedì 5 maggio 2014

La mula del Pitti

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Firenze, Palazzo Pitti, cortile

Si entra a Palazzo Pitti nel cortile interno ma prima di uscire di nuovo per addentrarci nello stupendo Giardino di Boboli è necessario fermarci all'angolo sinistro dello stesso cortile per notare una nicchia del tutto particolare. Vi è una copia in marmo bianco dell'Ercole Farnese, una scultura ellenistica,  di Glycon Ateniese databile al III secolo d.C. (custodita nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli), a sua volta copia dell'originale bronzea creata da Lisippo nel IV secolo a.C..
Sotto di essa è fissato un bassorilievo in marmo bianco e nero, un tributo nei confronti di quella mula che ha contribuito alla realizzazione del Palazzo Pitti. Sopra il bassorilievo si legge un'iscrizione in latino:

LECTICAM  LAPIDES ET MARMORA LIGNA COLUMNAS
  VEXIT CONDUXIT TRAXIT ET ISTA TULIT

Con il suo barroccio, con sacrificio, tirò, trasportò pietrame, marmi, legname, colonne.


Giovanni-Domenico Anguillesi nella sua opera intitolata  "Notizie storiche dei palazzi, e ville appartenenti alla I. e R. corona di Toscana" del 1815 ci racconta nel capitolo dedicato a Palazzo Pitti:

"...Poichè ragionasi di questo bel Cortile, non vuolsi omettere di far parola di alcuni suoi ornati accessorj degni d'ammirazione, come sono alcune antiche statue e gruppi di marmo di greca maniera. Due di queste statue vedonsi collocate sotto il loggiato, una per parte, nel fondo di ciascuna delle due ale del medesimo, rappresentanti un Ercole appoggiato alla sua clava, con la pelle del Leone Neméo in ispalla ...Sotto questa statua, situata in fondo all'ala sinistra del loggiato, è da osservarsi scolpita una mula in basso rilievo di marmo nero, quale vuolsi da molti essere stata lì effigiata per ordine dell' istesso Luca Pitti in memoria di una sua mula che molto lavorò nel trasporto de' materiali per la fabbrica del Palazzo , rilevandosi ciò dall'appresso distico che vi si legge: LECTICAM  LAPIDES ET MARMORA LIGNA COLUMNAS  VEXIT CONDUXIT TRAXIT ET ISTA TULIT..." 
La riconoscenza dei fiorentini nei confronti degli animali che hanno contribuito alla realizzazione dei palazzi e delle chiese è resa manifesta non soltanto per le mule ma anche per i buoi, come nel caso della realizzazione del Duomo.

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Coordinate:   43°45'53.03"N,  11°15'1.94"E                     Mappe: Google - Bing


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giovedì 1 maggio 2014

Lo Ximeniano

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Firenze, Piazza San Lorenzo

Qui al nostro fianco destro sabbiamo la medicea Basilica a di San Lorenzo, sulla sinistra è la statua di Giovanni delle Bande Nere. Ancora a destra vediamo l'ultimo piano e il tetto del Palazzo sede dell'Antica Scuola dei Chierici. oltre il qualche compare il Campanile di Giotto con in cima i turisti dietro la balaustra della terrazza. Prospetticamente accanto al Campanile appare l'Osservatorio Ximeniano, fondato nel 1756 dal gesuita Leonardo Ximenes e successivamente diretto dai Padri Scolopi, con funzioni di ricerca scientifica in campo geofisico e meteorologico. L'edificio incorpora anche l'antica Torre dei Rondinelli, alla cui sommità è stata ricavata la torre dell'Osservatorio, con la cupoletta bianca per le osservazioni astronomiche, ben visibile da tutta la città (eccetto che dalla piazza qui dove siamo).

Coordinate:  43°46'29.78"N,  11°15'16.68"E                      Mappe: Google - Bing



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