Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

martedì 26 novembre 2013

La testa rotta

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Firenze, Duomo, Porta della Mandorla

Con l'insieme che costituisce un'opera d'arte assoluta, in stile gotico, con l'ingegno e l'arte di Donatello, Antonio e Nanni di Banco, Niccolò di Pietro Lamberti, Giovanni d'Ambrogio, la coppia di fratelli Ghirlandaio David e il più noto Domenico ed altri ancora, proprio il leone dimezzato, la testa rotta a metà doveva attrarre la mia attenzione? E' un particolare della Porta della Mandorla, la testa di leone nella cornice di sinistra che rotta a metà nella sua lunghezza ed  rotto anche il naso. Per il fatto che le parti mancano significa che non essendo state restaurate esse sono da considerare perse per sempre. Prese a martellate? Soggette all'azione devastante degli elementi atmosferici o dalla insensibilità dell'uomo nei confronti dell'uomo? Una domanda a cui non trovo risposta. E' solo un dettaglio, certo, tra tanta bellezza che pervade quella che per alcuni è la porta più bella del Duomo, più bella della Porta dei Canonici e della Porta della Balla e forse della stessa porta monumentale d'accesso della facciata ottocentesca.
Qui sotto l'immagine della testa di leone ancora intatta inserita nella cornice di destra.

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Coordinate:  43°46'24.04"N,  11°15'22.62"E              Mappe:  Google    -   Bing


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giovedì 21 novembre 2013

I Signori Otto contro le brutture

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Firenze, Via dei Giacomini


Un'altra targa si aggiunge alla collezione degli avvisi dei Signori Otto di Guardia e Balia. E' in un angolino della strettissima via dei Giacomini, continuazione in piccolo di via dei Corsi,   con Via de' Tornabuoni, vicinissimo a Piazza degli Antinori proprio di fronte alla Chiesa dei Santi Michele e Gaetano. L'iscrizione non è completa, non si legge l'anno e solo qualche parola.

I S OTTO...
PROIBITO FAR
BRUTTURA

L'intento è il solito, indurre i fiorentini del 400 fino al Settecento (date di installazione delle targhe) di astenersi dallo sporcare il suolo pubblico con le loro 'brutture' ed evitare comportamenti illeciti e 'immorali', giochi e schiamazzi. Ai contravventori multe e tratti di fune fino ad arrivar alla detenzione

Coordinate:   43°46'20.06"N,  11°15'4.46"E                      Mappe: Google - Bing


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lunedì 18 novembre 2013

Essi furono

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Firenze, Santa Croce

Siamo in via  San Giuseppe o meglio in Largo Bargellini, nel porticato trecentesco, detto delle Pinzochere, sul fianco sinistro di Santa Croce, dove si trovano sepolcri e lapidi di nobili defunti del due-trecento. Un paio di lapidi con relativi stemmi nobiliari sono murate nella parete della chiesa. Il primo a sinistra è lo stemma Palmieri della Camera  d'oro, a due rami di palma decussati di verde e al capo d'Angiò. Il cognome "della Camera" sembra legato al fatto che membri della famiglia hanno ricoperto la carica di notai della Camera del Comune, "da Figline", per la loro origine. A destra la lapide di Bartolomeo di Iacopo Zerini con lo stemma di famiglia al palo accostato da due stelle a otto punte  e al capo d'Angiò.


Coordinate:  43°46'6.88"N,  11°15'47.37"E                     Mappe: Google - Bing



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sabato 16 novembre 2013

Colonne da dentro a fuori

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Firenze,   Via della Ninna

Sembra l'interno di una chiesa con i suoi capitelli, colonne, volte, e lo è, una chiesa, ma non vista dall'interno. Siamo in Via della Ninna, la strada in leggera discesa che separa e unisce  Palazzo Vecchio con gli Uffizi ed è questo che vediamo sulla parete esterna di quello che una volta era un muro esterno degli uffici del comune ed oggi è uno dei più importanti musei del mondo. Qui infatti era situata la chiesa di San Pier Scheraggio e questo è un particolare di quel che resta della sua navata centrale. 

Coordinate:  43°46'8.39"N,  11°15'21.68"E                      Mappe: Google - Bing


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giovedì 14 novembre 2013

Delle Potenze Festeggianti

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Firenze, Piazza Sant'Ambrogio e Via delle Oche

Leggendo  alcuni passi del  un libro scritto dal conte Cavagna Sangiuliani di Gualdana, Antonio, (1843-1821)  intitolato "   Il Fiorentino istruito nelle cose della sua patria", ritornano alla mente feste e celebrazioni  dei giorni nostri, forse nate e cresciute in tempi lontani anche a Firenze. Mi riferisco a vari 'Palii' morti o che si protraggono fino al giorno d'oggi sia le feste carnascialesche qui e là anche oltre oceano. 


"...Non basterebbero poche pagine a descrivere le molteplici ricreazioni popolari che usarono un tempo i Fiorentini; limiterommi quest' anno ad accennarne una delle principali fra le antiche.
Fiorirono un tempo in Firenze alcune compagnie del minuto popolo che si denominarono Potenze; ciascuna di queste come dice il Biscioni nelle note al Malmantile ebbe una insegna e nome diverso ed obbediva ad un capo che si chiamò Imperatore, Re, Duca, Marchese o simile; vestivano queste di una medesima divisa, andavano ampollosamente per la città facendo comparse e armeggiando; però il tutto terminava in un solenne convito all'osteria. Il Del Migliore è di parere che tali festeggiamenti fossero una derivazione dei Saturnali Romani e che si celebrassero in Firenze fin dai tempi di Teodosio il Cattolico [Coca (Spagna), 347 – Milano, 395] , l'Ammiralo invece non la pensa cosi , ei dice che tali brigate furono introdotte dal Duca di Atene [Gualtieri VI di Brienne, 1302 – 1356] tiranno di Firenze [1342-1343] al fine di guadagnarsi la plebe e così assopirla nei divertimenti: però questo non va in coerenza con quello che ne dice il Villani (Istor. Fiorent. lib, 81,). Poiché egli nel riferirci quella bella eroica comparsa chiamata dell'Amore che si creò in Borgo S. Felicita, e nella quale intervennero mille giovani tutti vestiti di bianco, bisogna credere che già dall'anno 1283 fossero in uso questi festeggiamenti o piuttosto popolari tumulti. Il Duca Alessandro tolse via questo giuoco, perché formando cosi numerose radunate di gente con tamburi, trombe ed insegne, dovettero metterlo in una certa apprensione; amava però di sollazzarsi lo stesso Duca, e d'altronde essendo a lui necessario rendersi affetto quel popolo, a cui ora ora avea tolta la libertà, lo riammise, restituendo le insegne che queste Potenze si avevano avuto al tempo della Repubblica. Gli spettacoli delle Potenze consisterono in combattimenti, feste e rappresentazioni, né le solennità ecclesiastiche si esclusero...
Il numero di queste Potenze fu vario in diversi tempi. Il Villani ne nomina solamente 6; nei 1610 presso un ricordo riportato dal Biscioni nelle note al Malmantile eran giunte fino a 30; per altro ricordo riportato dal Lastri che dice averlo desunto dall' Archivio della Camera della Comunità, fino a 44; e nel 1629 per una nota che è nel Codice 455 della Classe 25 dei Manoscritti della Magliabechiana fino a 49....
L' anno in cui cessarono le Potenze fu il 1629 , e ciò accadde sotto il Regno di Cosimo II, stante le molte spese che faceva il popolo, la dissipazione del tempo, e pia di tutto per le grandi inquietudini che cagionar dovettero ai Medici quelle ragunate di gente tumultuosa, pronta ad una sommossa se avesse trovato un capo. Di queste potenze sono restate in più luoghi diverse insegne consistenti in cartellette di marmo con l'insegna allusiva a quella Potenza che vi si riuniva. Un' idea di queste Potenze si conserva tuttora in Siena sotto il titolo di Contrade.....
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Tra i capi e le Potenze Festeggianti ne ricordiamo un paio prese dall'elenco sopra ricordato dei Manoscritti della Magliabechiana prendendo spunto dalle foto inserite nel post, lapidi e emblemi nei luoghi strategici:
- Re Piccinino alla Neghittosa,
- Il Gran Monarca della Città Rossa da S. Ambrogio.

Coordinate:  43°46'19.69"N,  11°15'16.30"E                      Mappe: Google - Bing


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lunedì 11 novembre 2013

La Loggia del Pesce era là ora è qua

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Firenze, Piazza dei Ciompi

In un paio di post precedenti abbiamo visto dove era situata la Loggia del Pesce, voluta in quel luogo da Cosimo I de' Medici per opera di Giorgio Vasari nel 1567, spostando il mercato del pesce che era collocato accanto al Ponte Vecchio, prima che la grande rivoluzione urbanistica di Firenze Capitale d'Italia non imponesse lo smantellamento (Risanamento). Solo più tardi venne rimontata in Piazza dei Ciompi, nel 1956 quando il Comitato per l'estetica cittadina decise di ricostruirla, nello stesso periodo nel quale veniva analogamente ricollocata la Colonna dell'Abbondanza. L'abbiamo vista in  Piazza del Mercato Vecchio con gli occhi di  Telemaco Signorini (Firenze, 1835 – Firenze, 1901)  nel 1882-83 attraverso i suoi dipinti e le foto dei Fratelli Alinari.
Qui sotto vediamo il dettaglio della lapide posta al centro della facciata sud della loggia con l'iscrizione ben leggibile ancora oggi con impressa la data del 1573.

FORUM PISCARIUM QVSQVE AD HUC
TREMPORIBVS QVADRAGESIMALIBUS AD
PONTEM VETEREM FREQUENTABATVR
NVNC ILL ET ECC MAGNVS COSMVS
MED FLOR ER SENAR DVX  II ET
FRANCISCVS EIVS FILIVS PRINCEPS OPT
VR HIC CONTINVO PISCES VENDANTVR
MVITO MAIORI SVMPTV AC MAGNIFICENTIA
QUAM ANTEA ILLIC EXCTRVCTUM FVERAT 
 AEDIFICANDVM CVRARVNT
M D L X X I I I

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Coordinate:  43°46'16.73"N,  11°15'53.68"E                      Mappe: Google - Bing


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sabato 9 novembre 2013

Per volere della Potenza della Città Rossa

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Firenze,  Piazza Sant'Ambrogio

Nel 1525 circa, Giovanni della Robbia (Firenze, 1469 – 1529) fu incaricato di realizzare quel tabernacolo con Sant'Ambrogio benedicente (lo si vede di scorcio anche nella seconda foto del post), in terracotta invetriata che oggi vediamo in Piazza Sant'Ambrogio all'angolo di via de' Macci. L'opera su ordinata dalla "Potenza della Città Rossa" (una delle più importanti fra le antiche 'brigate' festeggianti, un'associazione laica risalente al 1343, detta anche "Signoria del Gran Monarca della Città Rossa"). Città Rossa perché simboleggiava tutto il quartiere detto della Mattonaia per il colore rosso mattone delle fornaci che producevano i mattoni impiegati negli edifici. L'emblema è visibile in basso sul tabernacolo, una cinta muraria turrita e rossa, ed è lo stesso che è incastrato e scolpito sul muro all'angolo della chiesa su due targhe di pietra datate 1577.


Sotto il tabernacolo possiamo leggere questa iscrizione:

ME
FERMA PASSEGGERO.
LEGGI, PER QUESTE
DUE CONTRADE PASSO'
L'IMMORTAL PIO VI
P-O-M L'ANNO MDCCCV IL
DI' VIII MAGGIO, E COMPARTI'
AI DEVOTO ED UMILIATI
ABITANTI L'APOSTOLICA
BENEDIZIONE



Coordinate:  43°46'16.72"N,  11°15'48.59"E                      Mappe: Google - Bing


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mercoledì 6 novembre 2013

Il Bargello ieri e oggi

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Firenze, Bargello da Via Ghibellina

Fu eretto a partire dal 1255 a fianco della torre " Volognana " quale sede del Capitano del Popolo (Il Primo Popolo) . A partire dalla fine del Duecento si costruì, in varie fasi, il secondo corpo di fabbrica che guarda su via dell’Acqua. 
Nel grande edificio, dopo il 1502, si installò il Consiglio di Giustizia o Ruota e, dal 1574, il Capitano di Giustizia (o Bargello, dal quale la denominazione corrente). Restaurato e in parte reinventato secondo il gusto dell’epoca il palazzo venne inaugurato nel 1865 come museo di arti industriali e del Medioevo.  Al primo piano del duecentesco Palazzo si trova la Cappella di Santa Maria Maddalena, dove sostavano i condannati a morte prima di iniziare il loro cammino verso il patibolo, assistiti dai confratelli della Compagnia dei Neri, percorrendo Via della Giustizia, Piazza Santa Croce, Via de' Malcontenti  per giungere nei pressi della Torre della Zecca, fuori dall'antica Porta della Giustizia.


Qui sotto due immagini. La prima del fotografo fiorentino Giacomo Brogi vissuta dal 1822 al 1881 del tutto simile allo scorcio degli interni del palazzo che possiamo vedere noi moderni


La seconda rappresenta il cortile prima del 1865. E' curioso rilevale che il porticato con archi a tutto sesto su pilatri ottagonali era chiuso da pareti di pietra e mattoni.




Coordinate:  43°46'12.01"N,  11°15'28.50"E                      Mappe: Google - Bing


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lunedì 4 novembre 2013

Finestre sull'ora del tramonto

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Firenze, sul tramonto

Qualcosa che non si perpetuerà nel tempo lungo dei secoli, neppure quelli dei secondi, non è opera dell'uomo. Sono attimi fuggenti che si fissano nei bit di un file dietro l'obiettivo di una macchina fotografica, la luce intrappolata con le sue sfumature di colore, uno spettacolo che affascina ed emoziona.




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sabato 2 novembre 2013

La lanterna di Santa Croce

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Firenze, Santa Croce

Camminando fuori la Basilica di Santa Croce sul fianco sinistro dove è un porticato trecentesco, detto delle Pinzochere, possiamo vedere uno scorcio a cui raramente poniamo attenzione pur essendo suggestivo. Vediamo infatti una lanterna in marmo chiaro con la consueta palla in rame sormontata da una croce.

Coordinate:  43°46'6.32"N,  11°15'48.93"E                      Mappe: Google - Bing


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