Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

giovedì 14 novembre 2013

Delle Potenze Festeggianti

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Firenze, Piazza Sant'Ambrogio e Via delle Oche

Leggendo  alcuni passi del  un libro scritto dal conte Cavagna Sangiuliani di Gualdana, Antonio, (1843-1821)  intitolato "   Il Fiorentino istruito nelle cose della sua patria", ritornano alla mente feste e celebrazioni  dei giorni nostri, forse nate e cresciute in tempi lontani anche a Firenze. Mi riferisco a vari 'Palii' morti o che si protraggono fino al giorno d'oggi sia le feste carnascialesche qui e là anche oltre oceano. 


"...Non basterebbero poche pagine a descrivere le molteplici ricreazioni popolari che usarono un tempo i Fiorentini; limiterommi quest' anno ad accennarne una delle principali fra le antiche.
Fiorirono un tempo in Firenze alcune compagnie del minuto popolo che si denominarono Potenze; ciascuna di queste come dice il Biscioni nelle note al Malmantile ebbe una insegna e nome diverso ed obbediva ad un capo che si chiamò Imperatore, Re, Duca, Marchese o simile; vestivano queste di una medesima divisa, andavano ampollosamente per la città facendo comparse e armeggiando; però il tutto terminava in un solenne convito all'osteria. Il Del Migliore è di parere che tali festeggiamenti fossero una derivazione dei Saturnali Romani e che si celebrassero in Firenze fin dai tempi di Teodosio il Cattolico [Coca (Spagna), 347 – Milano, 395] , l'Ammiralo invece non la pensa cosi , ei dice che tali brigate furono introdotte dal Duca di Atene [Gualtieri VI di Brienne, 1302 – 1356] tiranno di Firenze [1342-1343] al fine di guadagnarsi la plebe e così assopirla nei divertimenti: però questo non va in coerenza con quello che ne dice il Villani (Istor. Fiorent. lib, 81,). Poiché egli nel riferirci quella bella eroica comparsa chiamata dell'Amore che si creò in Borgo S. Felicita, e nella quale intervennero mille giovani tutti vestiti di bianco, bisogna credere che già dall'anno 1283 fossero in uso questi festeggiamenti o piuttosto popolari tumulti. Il Duca Alessandro tolse via questo giuoco, perché formando cosi numerose radunate di gente con tamburi, trombe ed insegne, dovettero metterlo in una certa apprensione; amava però di sollazzarsi lo stesso Duca, e d'altronde essendo a lui necessario rendersi affetto quel popolo, a cui ora ora avea tolta la libertà, lo riammise, restituendo le insegne che queste Potenze si avevano avuto al tempo della Repubblica. Gli spettacoli delle Potenze consisterono in combattimenti, feste e rappresentazioni, né le solennità ecclesiastiche si esclusero...
Il numero di queste Potenze fu vario in diversi tempi. Il Villani ne nomina solamente 6; nei 1610 presso un ricordo riportato dal Biscioni nelle note al Malmantile eran giunte fino a 30; per altro ricordo riportato dal Lastri che dice averlo desunto dall' Archivio della Camera della Comunità, fino a 44; e nel 1629 per una nota che è nel Codice 455 della Classe 25 dei Manoscritti della Magliabechiana fino a 49....
L' anno in cui cessarono le Potenze fu il 1629 , e ciò accadde sotto il Regno di Cosimo II, stante le molte spese che faceva il popolo, la dissipazione del tempo, e pia di tutto per le grandi inquietudini che cagionar dovettero ai Medici quelle ragunate di gente tumultuosa, pronta ad una sommossa se avesse trovato un capo. Di queste potenze sono restate in più luoghi diverse insegne consistenti in cartellette di marmo con l'insegna allusiva a quella Potenza che vi si riuniva. Un' idea di queste Potenze si conserva tuttora in Siena sotto il titolo di Contrade.....
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Tra i capi e le Potenze Festeggianti ne ricordiamo un paio prese dall'elenco sopra ricordato dei Manoscritti della Magliabechiana prendendo spunto dalle foto inserite nel post, lapidi e emblemi nei luoghi strategici:
- Re Piccinino alla Neghittosa,
- Il Gran Monarca della Città Rossa da S. Ambrogio.

Coordinate:  43°46'19.69"N,  11°15'16.30"E                      Mappe: Google - Bing


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