Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

lunedì 29 febbraio 2016

La pianta della vita

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Firenze, Via dello Sprone

L'arte di strada ha un suo senso? Semplicemente imbratta, insudicia, deturpa i muri o ha sua funzione precisa, fuori dagli schemi, in quanto capace comunque di trasmette sensazioni che stimolano il solitamente distratto passante a coglierne il significato destandolo dal suo torpore di utente disattento, assente,  del marciapiede cittadino? Irrita o commuove?


Coordinate:   43°46'4.16"N,  11°15'0.18"E                     Mappe: Google - Bing




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giovedì 25 febbraio 2016

Ercole in controluce

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Firenze, Piazza Ognissanti

Il bronzo di Romano Romanelli (Firenze, 1882 – 1968) del 1935 nel bel mezzo di  Piazza Ognissanti posta davanti alla chiesa di Ognissanti appare poco riconoscibile  l'Ercole che combatte il leone in un controluce invernale con la chiesa del Cestello come fondo.

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Coordinate:  43°46'19.70"N,  11°14'43.76"E                      Mappe: Google - Bing




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lunedì 22 febbraio 2016

L'interpretazione del Sole

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Firenze, Piazza Poggi

Un monumento dalle forme moderne in una città dalle caratteristiche artistiche rinascimentali non è fuori luogo, niente affatto.
La stele che si trova  Piazza Poggi, accanto alla torre di San Niccolò una delle porte sopravvissute all'abbattimento della cinta muraria nella seconda metà dell'Ottocento, ne è testimonianza. E' intitolata "Sole per Galileo Galilei", opera di Giò Pomodoro (Orciano di Pesaro, 17 novembre 1930 – 2002), inaugurata nel settembre del 1997 in piazza Poggi, in prossimità del Lungarno Benvenuto Cellini. Si tratta di una grande scultura in pietra serena, di circa 9 metri di altezza, con la quale l'artista rende omaggio alle ricerche astronomiche dello scienziato pisano  Galileo Galilei (Pisa, 1564 – 1642) . Al vertice della colonna è collocato un sole in bronzo stilizzato, che, con le sue forme suggerisce il movimento, la luce e il calore che esso produce.

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Coordinate:  43°45'53.09"N,  11°15'53.83"E                      Mappe: Google - Bing




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giovedì 18 febbraio 2016

Con lo sguardo fiero

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Firenze,  Piazza San Pier Maggiore

All'angolo di  Piazza San Pier Maggiore  con Borgo Albizi vediamo in alto un busto della Madonna dallo sguardo fiero e sotto ad  esso possiamo vedere una piccola iscrizione liberata dall'intonaco scavato. Le lettere incise nel marmo angolare ricordano tali Alessandro e Filippo Nanni  che la fecero collocare nel 1526. Nella Piazza di San Pier Maggiore c'è  l'Arco di San Pierino ed  abbiamo già visto la Chiesa e le due Torri di Corso Donati.




Coordinate:  43°46'17.24"N,  11°15'40.71"E                      Mappe: Google - Bing




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lunedì 15 febbraio 2016

Palazzo Corsini

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Firenze, Lungarno Corsini 10

 Il Palazzo Corsini, di grande estensione, si erige su una vasta area occupata in antico da case di varie famiglie che avevano proprietà tra la via Parione e il lungarno, quali gli Altoviti, gli Ardighelli, i Compagni, i Medici, i Fagiuoli, i Fedini, gli Strozzi e i Corsi. Tra queste case era anche un casino detto del Parione, con parco, costruito sulle case confiscate nel 1555 a Bindo Altoviti, quindi passato per varie proprietà e nel 1640 venduto a Maddalena Machiavelli, madre di Bartolomeo Corsini, al quale giunse per via ereditaria nel 1650. Quest'ultimo iniziò ad ampliare la proprietà con il progressivo acquisto degli edifici confinanti e parallelamente intraprese l'imponente opera di riedificazione del nuovo palazzo, attorno al 1652 e inizialmente su progetto di Alfonso Parigi il Giovane. Dopo un decennio circa subentrò alla direzione dei lavori Ferdinando Tacca e poi, dal 1679 al 1681, Pier Francesco Silvani (1620 – 1685). Nel 1685 Filippo di Bartolomeo Corsini finanziò la ripresa dei lavori con la maggior parte dell'edificazione della porzione del palazzo verso l'Arno, e questo grazie all'accorpamento nella fabbrica di una casa già dei Compagni (alcuni testi riportano Guadagni) detta delle Muse, per le nove figure dipinte in facciata.
L'attuale edificio, volto rispetto alle più antiche preesistenze sul lungarno, costituisce per l'articolazione del prospetto una insolita inserzione nel panorama fiorentino; nonostante questo, per la mole, la sontuosità e più in generale per l'indubbia complessità dell'impresa, non ha mai mancato di suscitare l'ammirazione nei visitatori e negli stessi fiorentini. (Repertorio delle Architetture)


Coordinate:  43°46'13.49"N,  11°14'55.77"E                      Mappe: Google - Bing




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giovedì 11 febbraio 2016

Iscrizioni dell'epoca paleocristiana

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Firenze, Santa Felicita

Fuori dell'antichissima chiesa d'Oltrarno,  Santa Felicita, prossima al Ponte Vecchio, dietro un portone che non sempre è aperto, si trovano addossate alla parete destra esterna, una serie di lapidi con iscrizioni che risalgono a tempi remotissimo, latine e greche, che ci ricordano che qui vi era un cimitero come sempre accade accanto ad ogni chiesa.


Coordinate:  43°46'1.58"N,  11°15'8.19"E            Mappe:   Google  -   Bing




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lunedì 8 febbraio 2016

Le balconate che ci sono e non ci sono

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Firenze, Chiesa d'Ognissanti

Chiesa, e Convento d'Ognissanti, Questa chiesa riedificata sul disegno [1627] di Sebastiano Pettirossi da Fiesole, ha esteriormente una facciata in pietra, composta di due ordini d'architettura, disegnata da Matteo Nigetti [Firenze, 1570 circa – 1649] ed eretta a spese dei Medici di cui all'estremità vedesi lo stemma. Sopra la porta è un' incoronazione di Nostra Donna di Luca della Robbia [Firenze, 1399/1400 circa – 1482]. Nell'interno il soffitto è dipinto, quanto alle figure, da Giuseppe Romei [1714-1785], quanto all'architettura, da Giuseppe Renucci. 
Guida della città di Firenze: e suoi contorni di Giuseppe Formigli - ‎1830 


Giuseppe Romei (1714-1780 c.) fu allievo di Antonio Puglieschi [Firenze, 1660 – 1732)]. Molto attivo a Firenze, dove lavorò anche nella chiesa del Carmine. Per Ognissanti eseguì, oltre l'affresco del soffitto, una lunetta nel refettorio.
Si legge sulla Gazzetta Toscana (1770, pp. 105, 159) che G. Renucci e G. Romei («inventore di dipingere sul panno bianco a sughi d'erbe a guisa d'arazzo») furono lodati per aver lavorato alla volta «a lume di candela in mancanza di finestre: per di più il Romei ha anche ideato la tenda dell'organo con un soggetto di circostanza David che suona la cetra, attorniato da figure». 
Il Complesso Di San Salvatore In Ognissanti A Firenze - Di Marco Pomella - 2013

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Coordinate:   43°46'21.89"N,  11°14'46.16"E                     Mappe: Google - Bing




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giovedì 4 febbraio 2016

Lo stemma di Palazzo Mondragone e Bianca Cappello

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Firenze, in via dei Banchi 4, angolo via del Giglio

Il palazzo deve il nome al marchese di Mondragone Flavio di Arazzola, della nobiltà napoletana, che si stabilì a Firenze prendendo in affitto una casa in questo sito, di proprietà dei Ricasoli, e poi acquistato e per riammodernarlo con un cantiere aperto nel 1568 su progetto di Bartolomeo Ammannati  (Settignano, 1511 – 1592). E' riconoscibile per il monumentale scudo con l'arme dei Ricasoli da Meleto, proprietari del palazzo prima della cessione a don Fabio Arazzola di Mondragone. Il palazzo è da considerare patrimonio artistico nazionale
Lo stemma venne sostituito a quello dei Mondragone nonostante la famiglia non fosse più proprietaria del palazzo per una sorta di damnatio memoriae verso Bianca Cappello (Venezia, 1548 – Poggio a Caiano, 1587) e i suoi sostenitori voluta da Ferdinando I de' Medici (Firenze, 1549 – 1609)

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"...  Il marchese tornò pensoso al suo bel palazzo, fabbricatogli dall'Ammanato, ove, appena giunto, raccontò a sua moglie quello che era occorso fra lui e il giovane principe, e le fece capire quanto profitto e favore potrebbero derivare ad entrambi da una simile tresca, onde la pregò che cercasse d'introdursi in quella casa e di mettersi in relazione colla vecchia Bonaventuri.... A questo scopo, le usò grandi cortesie, invitandola a venirla a visitare a sua volta; ma la Bianca le dimostrò l'impossibilità della cosa, non osando ella uscire di casa per timore di essere riconosciuta; oltrechè, nobile veneta, e quindi compresa del sentimento di dignità che conveniva ad una Cappello, non volea, co' poveri panni onde andava coperta, entrare in un palazzo fatto per ricordarle il paterno soggiorno. La Mondragone si mostrò paga, sorridendo, di tali risposte; poi nel giorno successivo mandò la sua carrozza con una delle sue più belle vesti a Bianca;  la carrozza, affinchè la visitatrice non fosse veduta, la veste, per risparmiarle ogni rossore; nello stesso tempo con una lettera la avvertiva di aver parlato al marito d'un salvocondotto per Pietro, e d'esser il Mondragone dispostissimo ad interporre a tal uopo tutta l'opera sua, ma desiderar di vedere la persona per cui tanto s'interessava sua moglie e udire dal labbro stesso di lei il racconto delle sue avventure. Con lo stesso biglietto, la vecchia suocera veniva sollecitata ad accompagnare la nuora. ...."

Bianca Cappello: drama in cinque atti, versi - 1863 - di Francesco Dall'Ongaro (1808-1873) -  preceduto da un racconto storico di Alessandro Dumas (1793 -1868)
pagg 13 e seg.

"246. PALAZZO DI ABITAZ. DEI SIGG. AMBRON (Via dei Banchi N.° 4656 ). -- Fu fatto edificare all’architetto B. Ammannali da Don Fabio Arazzola marchese di Mondragone, aio del G. D. Francesco, figlio di Cosimo I, e poi suo torcimanno nella tresca che ebbe con la famosa Bianca Cappello. Il primo abboccamento del Principe con questa favorita, vuolsi che avesse luogo appunto in questo palazzo. - L’architettura esterna della fabbrica è maschia , ma non licenziosa , salvo nella porta; l’ arme che rimane sull’angolo di Via del Giglio è molto bella , ma l’interna distribuzione delle stanze non è affatto felice."

Nuova guida; ovvero, Descrizione storico-artistico-critica della città e Contorni di Firenze-1843 Di Federigo Fantozzi - pag.503



Coordinate:   43°46'24.79"N,  11°15'2.79"E                     Mappe: Google - Bing




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lunedì 1 febbraio 2016

Il volo

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Firenze, l'Arno dal Lungarno della Zecca Vecchia

In una mattinata invernale, tra la leggera foschia e il sole che pigramente tenta di riscaldare la città, un'anatra spicca il volo sbattendo le ali mentre le zampe palmate creano bagliori e riflessi argentati sulle acque tranquille dell'Arno. Sulla sponda sinistra del fiume vediamo la Torre di San Niccolò, il palazzo Serristori con la facciata di rosso mattone, oggi velata, con sullo sfondo il piazzale Michelangelo.


Coordinate:  43°45'59.18"N,  11°15'51.12"E                      Mappe: Google - Bing




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