Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

giovedì 4 febbraio 2016

Lo stemma di Palazzo Mondragone e Bianca Cappello

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Firenze, in via dei Banchi 4, angolo via del Giglio

Il palazzo deve il nome al marchese di Mondragone Flavio di Arazzola, della nobiltà napoletana, che si stabilì a Firenze prendendo in affitto una casa in questo sito, di proprietà dei Ricasoli, e poi acquistato e per riammodernarlo con un cantiere aperto nel 1568 su progetto di Bartolomeo Ammannati  (Settignano, 1511 – 1592). E' riconoscibile per il monumentale scudo con l'arme dei Ricasoli da Meleto, proprietari del palazzo prima della cessione a don Fabio Arazzola di Mondragone. Il palazzo è da considerare patrimonio artistico nazionale
Lo stemma venne sostituito a quello dei Mondragone nonostante la famiglia non fosse più proprietaria del palazzo per una sorta di damnatio memoriae verso Bianca Cappello (Venezia, 1548 – Poggio a Caiano, 1587) e i suoi sostenitori voluta da Ferdinando I de' Medici (Firenze, 1549 – 1609)

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"...  Il marchese tornò pensoso al suo bel palazzo, fabbricatogli dall'Ammanato, ove, appena giunto, raccontò a sua moglie quello che era occorso fra lui e il giovane principe, e le fece capire quanto profitto e favore potrebbero derivare ad entrambi da una simile tresca, onde la pregò che cercasse d'introdursi in quella casa e di mettersi in relazione colla vecchia Bonaventuri.... A questo scopo, le usò grandi cortesie, invitandola a venirla a visitare a sua volta; ma la Bianca le dimostrò l'impossibilità della cosa, non osando ella uscire di casa per timore di essere riconosciuta; oltrechè, nobile veneta, e quindi compresa del sentimento di dignità che conveniva ad una Cappello, non volea, co' poveri panni onde andava coperta, entrare in un palazzo fatto per ricordarle il paterno soggiorno. La Mondragone si mostrò paga, sorridendo, di tali risposte; poi nel giorno successivo mandò la sua carrozza con una delle sue più belle vesti a Bianca;  la carrozza, affinchè la visitatrice non fosse veduta, la veste, per risparmiarle ogni rossore; nello stesso tempo con una lettera la avvertiva di aver parlato al marito d'un salvocondotto per Pietro, e d'esser il Mondragone dispostissimo ad interporre a tal uopo tutta l'opera sua, ma desiderar di vedere la persona per cui tanto s'interessava sua moglie e udire dal labbro stesso di lei il racconto delle sue avventure. Con lo stesso biglietto, la vecchia suocera veniva sollecitata ad accompagnare la nuora. ...."

Bianca Cappello: drama in cinque atti, versi - 1863 - di Francesco Dall'Ongaro (1808-1873) -  preceduto da un racconto storico di Alessandro Dumas (1793 -1868)
pagg 13 e seg.

"246. PALAZZO DI ABITAZ. DEI SIGG. AMBRON (Via dei Banchi N.° 4656 ). -- Fu fatto edificare all’architetto B. Ammannali da Don Fabio Arazzola marchese di Mondragone, aio del G. D. Francesco, figlio di Cosimo I, e poi suo torcimanno nella tresca che ebbe con la famosa Bianca Cappello. Il primo abboccamento del Principe con questa favorita, vuolsi che avesse luogo appunto in questo palazzo. - L’architettura esterna della fabbrica è maschia , ma non licenziosa , salvo nella porta; l’ arme che rimane sull’angolo di Via del Giglio è molto bella , ma l’interna distribuzione delle stanze non è affatto felice."

Nuova guida; ovvero, Descrizione storico-artistico-critica della città e Contorni di Firenze-1843 Di Federigo Fantozzi - pag.503



Coordinate:   43°46'24.79"N,  11°15'2.79"E                     Mappe: Google - Bing




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