Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

domenica 28 dicembre 2014

L'orante a San Miniato al Monte

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Firenze, San Miniato al Monte

La fondazione della Basilica di San Miniato al Monte risale al 27 aprile 1018, venne  terminata nel 1207. San Miniato fu il primo martire della città. Era probabilmente un mercante greco o un principe armeno in pellegrinaggio a Roma intorno al 250.
Qui vediamo parte della facciata della Basilica con il particolare del  mosaico, risalente al 1260, del  Cristo Pantocratore, seduto su un ricco trono in atto benedicente, tra la Vergine e il santo a cui è dedicata la Basilica, San Miniato, rappresentato nella dignità di re d'Armenia, nell'atto di offrirgli la corona.  



All'interno della chiesa, nel catino absidale si riprende il tema con un altro grande, simile a quello della facciata, col Redentore tra la Madonna e san Miniato, risalente al 1297 come testimoniato da una iscrizione nella cornice, probabilmente dello stesso anonimo artista. Esso è arricchito e completato con  i simboli dei quattro Evangelisti in basso. Il crocifisso che domina l'altare maggiore è attribuito a Luca della Robbia (Firenze, 1399/1400 circa – 1482). 
Qui sotto un altro particolare della facciata, uno dei due oranti in atteggiamento di preghiera, con le braccia ripiegate in alto, come avveniva anticamente diversamente da quanto avviene oggi in cui  si prega con le palme delle mani congiunte. 



Coordinate:  43°45'34.33"N,  11°15'54.01"E                     Mappe: Google - Bing



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giovedì 25 dicembre 2014

Si pesca alla Pescaia di Santa Rosa

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Firenze, Lungarno Soderini

Una passeggiata per Firenze per raggiungere Santa Maria del Carmine al fine di ammirare la Cappella Brancacci che ospita affreschi di Masolino (1383 – 1440 circa), Masaccio (1401 – 1428) e Filippino Lippi (1457 – 1504). Partiamo da Santa Croce per arrivare in Piazza della Signoria passando per Borgo de' Greci, poi percorriamo il Piazzale degli Uffizi, passiamo sotto il loggiato del Corridoio Vasariano, attraversiamo  il Ponte Vecchio e imbocchiamo Borgo San Jacopo. Si arriva a Ponte Santa Trinita senza attraversarlo costeggiamo la sponda sinistra dell'Arno su Lungarno Guicciardini, sino ad incrociare il Ponte alla Carraia. Tra questo e il Ponte Amerigo Vespucci vediamo a Pescaia di Santa Rosa, un artefatto che taglia trasversalmente l'Arno e che un tempo dava acqua ai mulini che vi si trovavano a fianco. Oggi la Pescaia ospita pescatori, specialmente d'inverno, d'estate è frequentata da persone amanti della tintarella tra il fresco delle brezze che spirano lungo il fiume. Sull'altra sponda si apre Piazza Ognissanti con la facciata seicentesca, barocca, della  basilica che porta lo stesso nome. Si prosegue verso Piazza di Cestello, costeggiando la chiesa di S. Frediano in Cestello e l'ex monastero dei Cistercensi e delle Carmelitane dove visse e morì Santa Maria Maddalena de' Pazzi.

Finalmente arriviamo in Piazza del Carmine, al cui fianco sinistro, destro per chi guarda la facciata vi è l'accesso al Convento di Santa Maria del Carmine ed oltre il chiostro  la famosa Cappella Brancacci dove lavorarono fra il 1425 e il 1427  Masolino e  Masaccio, e  Filippino Lippi, che vi lavorà  negli anni fra il 1481 e il 1485 creando una unità artistica con i suoi predessori, ed il Cenacolo di Alessandro Allori (1582)


Coordinate:   43°46'16.56"N,  11°14'40.71"E                    Mappe: Google - Bing



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lunedì 22 dicembre 2014

Baccio d'Agnolo e Palazzo Lanfredini

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Firenze, Lungarno Guicciardini 9- 11, Palazzo Lanfredini

Le fondamenta dell'edificio sarebbero databili attorno alla fine del XIV secolo. Nonostante i molti restauri dei quali è stato oggetto, l'edificio mostra una facciata che ancora rileva il suo originario assetto, riconducibile a un progetto di Baccio d'Agnolo, già ricordato da Giorgio Vasari in relazione a questo cantiere che, presumibilmente, dovette essere aperto attorno al 1512. Ecco cosa dive il Vasari:


Baccio D’ AGNOLO,
ARCHITETO FIORENTINO.
Nato circa il 1460. - Morto, 1553.
Sommo piacere mi piglio alcuna volta nel vederci principii degli artefici nostri, per veder salire molti talora di basso in alto, e specialmente nell'architettura; la scienza della quale non è stata esercitata, da parecchi anni a dietro, se non da intagliatori o da persone solistiche, che facevano professione, senza saperne pure i termini e i primi principii, d'intendere la prospettiva …. A Lanfredino Lanfredini fece fabricare lungo Arno la casa loro, che è fra il ponte a Santa Trinita ed il ponte alla Carraia ; (oggi [Palazzo] de' Corboli, segnato col n. comunale 2037) .... 
Vasari - Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architetti..., Volume 9, pag. 229



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Una lapide ci ricorda:
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LE ANTICHE CASE DEI LANFREDINI
EBBERO ASSETTO DA BACCIO D'AGNOLO
AFFRESCHI DEL POLLAIUOLO DEL PONTORMO DEL VOLTERRANO
SCULTURE DEL SANSOVINO
E UN FRONTE DECORATO A SGRAFFITO DA ANDREA FELTRINI
PER L'ELEZIONE DI PAPA LEONE X
FURONO SEDE DI ILLUSTRI MERCATURE
RESIDENZA DI PUBBLICI FUNZIONARI
ORTO DI PERSONALITÀ ECCLESIASTICHE

MD - MM
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Coordinate:  43°46'8.64"N,  11°14'53.59"E                      Mappe: Google - Bing



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giovedì 18 dicembre 2014

L'ultima cena dell'Orcagna

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Firenze, Piazza Santo Spirito, Cenacolo

Siamo ritornati in Piazza Santo Spirito. Nella foto vedete a dstra una striscia della facciata della Basilica di Santo Spirito con alla sua sinistra il portone che è l'accesso al Chiostro dei Morti. A sinistra vediamo il portone d'accesso al Cenacolo con le due grandi bifore che illuminano gli interni,  e la striscia gialla con la scritta bianca  "Fondazione Salvatore Romano".  
Qui è appunto la Fondazione Salvatore Romano, un Museo. Il museo ha sede nell'antico Cenacolo del convento eretto a fianco della chiesa di Santo Spirito dai frati eremitani di Sant'Agostino. Questo ampio Refettorio, (come ci racconta il dépliant illustrativo del museo) edificato in stile gotico nel XIV secolo, è l'unico ambiente dell'insigne complesso monumentale di Santo Spirito che conserva la struttura originaria. La sua antica funzione è ricordata dall'imponente affresco trecentesco di Andrea Orcagna (Andrea di Cione di Arcangelo soprannominato L'Orcagna, 1310 circa – 1368)) e aiuti che ne decora tutta la parete orientale, con in basso frammenti (dettagli nella foto in basso) di un'Ultima Cena e in alto una superba Crocifissione animata da un singolare gusto descrittivo. L'affresco è non solo una delle opere migliori dell’Orcagna, ma anche una delle più vaste pitture murali del Trecento giunte fino a noi.
Il Cenacolo ospita le opere donate al Comune di Firenze nel 1946 dal collezionista e antiquario campano Salvatore Romano (1875 – Firenze, 1955), una pregiata raccolta di sculture, frammenti di decorazione architettonica, affreschi staccati e arredi, di varia provenienza e di epoca compresa tra l'antica età romana e il XVII secolo. Come previsto dall'atto di donazione, la raccolta conserva ancora oggi il suggestivo allestimento, di gusto ornamentale ed evocativo, che fu realizzato sotto la direzione di Salvatore Romano e, pertanto, rappresenta in primo luogo una testimonianza diretta della particolare sensibilità artistica di questo illustre antiquario che ebbe rapporti con i più importanti collezionisti e direttori di musei stranieri del suo tempo.
Tra le opere più significative figurano un Angelo e una Cariatide di Tino di Camaino (1285c-1337 ca.), due frammenti di rilievi attribuiti a Donatello (Donato di Niccolò di Betto Bardi, Firenze, 1386 – 1466) e una Madonna con Bambino della cerchia di Jacopo della Quercia (Jacopo di Pietro d'Agnolo di Guarnieri detto Jacopo della Quercia, 1374 ca. – 1438) .


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Coordinate:  43°46'1.20"N,  11°14'52.77"E                       Mappe: Google - Bing



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domenica 14 dicembre 2014

San Firenze

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Firenze, Piazza San Firenze, Chiesa di San Firenze

Siamo in  Piazza San Firenze delimitata a nord dal Bargello, a sud da Palazzo Vecchio, a ovest dal Palazzo Gondi e ad est dall'ex Tribunale di Firenze a sua volta ex convento e oratorio. Salendo qualche scalino entriamo nella Chiesa di San Firenze dedicata all'Immacolata e San Filippo Neri. Sulla parete di desta un foglio giallo spiega: Iniziata nel 1668 – 72 su sobrio disegno di Pier Francesco Silvani come Oratorio subì trasformazioni e completamenti nel 1713 sotto la direzione di G Fortini [Gioacchino Fortini, Settignano, 1670 – 1736]. Di lui sono le architetture barocche dell'abside e degli altari, le statue del presbiterio (Carità e Purità) e i due primi bassorilievi con episodi dalla vita di San Filippo [Firenze, 1515 – 1595]. Gli altri due nella parte inferiore della chiesa sono di A. Montauti [Antonio Montauti, Firenze. 1685 - 1740], l'Altare maggiore di Z. del Rosso [Zanobi del Rosso, Firenze 1724 - 1798].
Le tele degli altari sono di G. Pinzani (A Gherardini). T. Redi G. A. Puglieschi, G. Sacrestani. A. D. Gabbiani, G Perini (O. Marinari). Nella soffitta dorata, su disegno di Pier Francesco Silvani, tela di G. C. Sagrestani (San Filippo in gloria). Nel catino dell'abside, grande affresco di N. Lapi con la SS Trinità con Apostoli e santi fiorentini.
La facciata fu compiuta nel 1731-32 su disegni di F. Ruggeri e G. Fortini del quale sono anche le statue del gruppo sopra il portale. Nella cappella, compiuta nel 1776 su disegno di Zanobi del Rosso, Madonnina di C. Maratta tavola attribuita a G. Stradano e affreschi nella cupola di L. Sabatelli e figli altare di Z del Rosso.



Coordinate:  43°46'11.15"N,  11°15'28.22"E                      Mappe: Google - Bing



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giovedì 11 dicembre 2014

Il rigore e la sobrietà di Santo Spirito

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Firenze,  Santo Spirito


Con il post precedente abbiamo visto in lontananza  la cupola e il campanile di Santo Spirito, adesso ci avviciniamo per mostrare qualche dettaglio in più. La Basilica  di Santo Spirito  si trova nel quartiere dell’Oltrarno della città di Firenze.  E'  una delle principali basiliche del primo rinascimento, elegante e pulita nella sua inconfondibile facciata essenziale che domina la piazza dall'alto di una scalinata. La basilica è stata costruita sui resti del duecentesco convento agostiniano distrutto da un incendio, è l'ultimo capolavoro di Filippo Brunelleschi (Firenze, 1377 - 1446) che la iniziò nel 1444. Secondo i suoi progetti, i lavori continuarono nel 1446 sotto la direzione di Antonio Manetti (Firenze, 1423 –  1497), Giovanni da Gaiole (Gaiole in Chianti  1407 circa - 1476) e Salvi d’Andrea, fu portata a termine nel 1488. A Salvi d’Andrea si deve la costruzione della cupola, su progetto di Brunelleschi. Lo snello campanile è di Baccio d’Agnolo (Firenze, 1462 –  1543).

Coordinate:  43°46'1.20"N,  11°14'52.77"E                       Mappe: Google - Bing



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lunedì 8 dicembre 2014

Sopra la Loggia

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Firenze, Loggia dei Lanzi

Siamo ancora sulla Torre d'Arnolfo a scattare foto dall'alto dalle feritoie del ballatoio. Da qui si scopre che in cima alla Loggia dei Lanzi non c'è un tetto bensì una terrazza con tavolini e ombrelloni. E' il bar situato sull'ala occidentale degli Uffizi. In realtà Bernardo Buontalenti creò questa terrazza per poter assistere alle varie cerimonie e agli spettacoli ma, come immaginate, non era per tutti. Tra i caratteristici tetti di Firenze, sullo sfondo della foto, vediamo Palazzo Pitti a sinistra e a destra, in alto, il campanile e la cupola di Santo Spirito.



Coordinate: 43°46'9.18"N, 11°15'20.11"E                      Mappe:    Google   -   Bing





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giovedì 4 dicembre 2014

Imperiale e Reale pilastro

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Firenze, Piazza del Duomo

Sono apparentemente solo dei semplici pilastri che girano intorno al Duomo per sorreggere una ringhiera di ferro. Ma anche questi manufatti hanno antefatti e una una storia da raccontare come quasi tutto quello che vediamo a Firenze. Eleganti seppur massicci e robustissimi, poggiano su una base pressoché cubica sulla quale si trova un dado ottagonale a sostegno di una forma allungata attorcigliata su se stessa ricordando in qualche modo alcuni pilastri marmorei, policromi, della Cattedrale. Su alcuni di questi pilastri in ferro o ghisa si riscontra qualche accenno, ma non troppo evidente considerando i quasi due secoli di esposizione agli elementi atmosferici e inquinamento, al consumo e alla ruggine si legge, proprio sulla base, l'anno di fabbricazione e la provenienza, la fucina che li ha prodotti. 

IMPERIALE E REALE 
FONDERIA
DI
FOLLONICA
AN 1836


Una fortunata ricerca ci permette di risalire alla questione antica. Leopoldo II di Toscana (1797 – 1870)  dà il via alla grande bonifica maremmana conquistando terra all'agricoltura e al pascolo, e per tale opera è da considerare il padre della Follonica moderna (1832). Ma lo stesso Granduca volle far diventare Follonica il centro dell'Imperiale e Reale Amministrazione delle Miniere di Rio e delle Fonderie del Ferro di Follonica (IRAMFF) avviando un intenso programma di rinnovamento tecnologico degli impianti. Follonica divenne uno dei più moderni e funzionali poli della siderurgia a livello nazionale i cui echi e retaggio giunge fino ai nostri giorni insieme alla vicina Piombino. 


Coordinate:  43°46'24.00"N,  11°15'21.30"E                     Mappe: Google - Bing



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