Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

giovedì 28 aprile 2016

Arrivederci porta sud !

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Firenze, Piazza  di San Giovanni, Battistero

Dal 21 Aprile 2016 questa è diventata la porta che chiude a sud il Battistero in sostituzione di quella realizzata quasi sette secoli fa da Andrea Pisano tra il 1330 e il 1336. La porta in ferro e legno misura 4 m e 94 cm di altezza per 2 metri e 95 cm di larghezza, molto più leggera dell'originale che adesso si trova per il restauro  nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure in via degli Alfani. I lavori di restauro dureranno 3 anni per una spesa di 1,5 milioni di euro in autofinanziamento dopodiché l'opera sarà collocata nel nuovo Museo dell'Opera del Duomo, accanto alla porta del Paradiso e alla porta nord. Al loro posto le due porte ricoverate all'Opera, del Paradiso a ovest e nord, sono state  installate delle copie nel Battistero e niente si sa invece se verrà posta una copia anche di questa Va ricordato che già attualmente il Battistero è stato privato di altre opere, sempre esposte all'Opera del Duomo, che hanno lasciato nicchie vuote.  La stessa porta sud aveva fino a pochi anni fa (2006) un gruppo bronzeo opera del perugino Vincenzo Danti (1530 -1576), mentre sopra la porta nord manca del gruppo scultoreo della Predica del Battista, di Giovanni Francesco Rustici (Firenze, 1474 - 1554) allievo di Leonardo da Vinci (Vinci 1452 – 1519), prodotta dalle due menti proprio qui vicino come ricorda una targa che abbiamo già visto.


Coordinate:   43°46'22.69"N, 11°15'18.25"E                     Mappe: Google - Bing




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lunedì 25 aprile 2016

I prospetti incisi

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Firenze,  Via dei Benci, 1, Palazzo Alberti Malenchini

All'altezza del ponte alle Grazie, sulla sinistra di via dei Benci,  troviamo un palazzo solenne sul cui portone si legge la scritta incisa   "Case di Leon Battista Alberti" e ai lati dello stesso vi  sono due targhe in marmo, recanti quella a sinistra inciso il prospetto del palazzo al 1849, cioè prima dell'intervento definitivo di unificazione del fronte, quella a destra l'ipotetica situazione originaria, all'anno 1400. Si deve ringraziare l'autore delle incisioni se sono state tramandate i lavori di rifacimento e l'originale struttura del palazzo: Oreste Razzi. 


L'edificio sorge in un'area dove erano le proprietà della potente famiglia Alberti fin dalla prima metà del XIII secolo. L'attuale configurazione dovrebbe risalire agli anni 1760-1763 su ordine del conte del Sacro Romano Impero Giovan Vincenzio Alberti (Firenze 1715-1788) che volle u sistemare e unificare le facciate e poi agli Alberti Mori Ubaldini (1836) affidando il lavoro all'architetto Vittorio Bellini coadiuvato dal genero, l'ingegnere Antonio Catelani per quanto riguarda la parte prospiciente il Lungarno Diaz e la facciata su via de' Benci nel 1849 all'architetto Oreste Razzi, in stile fiorentino del Quattrocento, con vari stili architettonici di Michelozzo Firenze, 1396 – 1472), di Giuliano da Maiano (Maiano, 1432 – 1490) .
Nel 1895  il palazzo passò di proprietà alla famiglia Malenchini dopo essere stato acquistato dai duchi di Chaulnes, lontani discendenti degli Alberti.


Qui vediamo un particolare  della zona nella Pianta della Catena di Francesco di Lorenzo Rosselli (Firenze 1448 - 1513)  all'intorno del 1471-1482. Si riconosce il Ponte alle Grazie che allora di chiamava Rubaconte, la cappella di Santa Maria alle Grazie e, in prossimità,  le case degli Alberti.



Coordinate:   43°46'1.02"N,  11°15'32.44"E                    Mappe: Google - Bing




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giovedì 21 aprile 2016

Le misure delle nuvole e le statue dorate

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Firenze,  Piazza della Signoria

Ritornano le statue  dorate in Piazzadella Signoria, dopo le opere di Koons esposte nei mesi estivi dell'anno passato e poi fino a gennaio, ecco oggi i bronzi di Fabre, tutte rigorosamente ricoperte con quello strato dorate che le fanno sembrare grandi cioccolatini ricoperti di carta lucente. Insieme ad esse ritornano anche le polemiche delle quali i fiorentini sono maestri sin dai tempi remoti specialmente quando si tratta di discutere intorno alla collocazione delle opere d'arte in Piazza della Signoria. Lo hanno fatto per i grandi maestri figuriamoci se non lo fanno adesso su opere di questi artisti moderni. Qualcuno contesta anche il termine 'artisti'. Ricordiamo cosa dissero i fiorentini  quando videro troneggiare in Piazza della Signoria la statua del Nettuno, opera di Bartolomeo Ammannati (Settignano, 1511 – Firenze, 1592). È nel 1562 che Cosimo decide di affidare la realizzazione della fontana all'Ammannati. Un grande cantiere venne aperto proprio sotto la Loggia de' Lanzi. La fontana venne inaugurata tre anni dopo. Ma sin da subito il complesso, e il  Nettuno  in particolare, sollevò una serie di perplessità. Lo stessi Michelangelo Buonarroti (Caprese Michelangelo, 6 marzo 1475 – 1564)  lo liquidò con le parole diventate famose "Ammannato Ammannato che bel marmo hai rovinato" e dire che  in passato aveva speso buone parole per Bartolomeo. Da subito il popolo fiorentino appellò il Nettuno  "Biancone", nomignolo che dura fino ad oggi, come a intendere un coso grasso piuttosto insipido la cui unica caratteristica è il pallore.

Non poteva essere diversamente, creare polemiche, a torto o a ragione,  per le due opere in bronzo del cinquantasettenne  scultore belga Jan Fabre, e suscitare brontolii, contestazioni, mugugni, prese di posizione, petizioni contro.


L' Uomo che misura le nuvole (The man who measures the clouds) del 1998 piazzato nel bel mezzo dell'Arengario tra il David di Michelangelo e la Giuditta di Donatello (1386 - 1466) scatena ancor più gli animi dei contestatori vedendo nel ritratto tridimensionale un gesto per misurare l'estensione del balcone di Palazzo Vecchio dell'ufficio del sindaco  piuttosto che prendere le misure delle nuvole. . 


E che dire dell'uomo (col volto dello stesso Fabre) che cavalca una tartaruga ? Cercando Utopia (Searching for Utopia) del 2003 messa accanto alla statua equestre di Cosimo I (Firenze, 1519 –  1574) del Giambologna ( Jean de Boulogne, Douai, 1529 – Firenze, 1608) fa proprio uno strano effetto. Ci si chiede se la piazza sia il luogo è adatto per questo genere di  mostre e per questi artisti? Si dibatte.
Le due opere fanno parte della mostra «Spiritual Guards» di Jan Fabre  che dal 14 maggio si allargherà al Forte di Belvedere.


 Coordinate:  43°46'10.05"N,  11°15'20.52"E               Mappe:    Google   -   Bing




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lunedì 18 aprile 2016

Assomiglia al Bacco del Giambologna

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Firenze, Lungarno Benvenuto Cellini

Sull'angolo tra via della Fornace e  Lungarno Benvenuto Cellini si eleva  la casa studio Libero Andreotti  (Pescia, 1875 – Firenze, 1933), realizzato attorno al 1878 dall'architetto Giacomo Roster  (1837 – 1905) che collaborò con Giuseppe Poggi  (Firenze, 1811 – Firenze, 1901). Il palazzo con caratteristiche neoclassiche, si apre una nicchia  sulla parte rivolta a valle rispetto all'Arno al cui interno vi è una statua. Nicchia e statua ricordano qualcosa che si trova qualche centinaio di metri più in là accanto al Ponte Vecchio, cioè il Bacco della Torre dei Rossi-Cerchi. In letteratura si descrive la nicchia in pietra serena, la vasca in pietra forte con una testa di leone dalla cui bocca zampilla un filo d'acqua. La vasca c'è, la testa di leone è quasi del tutto consumata e il filo d'acqua è diseccato. Il Bacco del Giambologna (Jean de Boulogne, Douai 1529 - Firenze 1608) della Torre de' Rossi alza la coppa in segno di saluto mentre questo Bacco sembra essere in atto di bere un sorso di vino.



Coordinate:  43°45'52.06"N,  11°16'4.24"E                     Mappe: Google - Bing




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giovedì 14 aprile 2016

Accanto alla caffetteria

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Firenze, Piazza del Duomo, Museo dell'Opera

Sulla parete di destra del vestibolo che è l'accesso al Museo dell'Opera del Duomo si trova un busto in ricordo di  Luigi Del Moro  (Livorno 1845 - Firenze 1897). Chi fosse lo ricorda la targa sotto il monumento che così recita: 

LUIGI DEL MORO
DAL MDCCCLXXXIII AL MDCCCXCVII
ARCHITETTO DELL'OPERA DISCEPO_
LO INSIGNE DI EMILIO DE FABRIS
ALLA FACCIATA E AL MUSEO DI
SANTA MARIA DEL FIORE CONGIUN_
SE MERITAMENTE IL SUO NOME
XXIII GIUGNO MCMII

Dal 1864 Del Moro fu a allievo all'Accademia delle Belle Arti di Emilio De Fabris, del quale divenne  successivamente assistente nel cantiere per la realizzazione della facciata della cattedrale di Santa Maria del Fiore. Alla morte di De Fabris (Firenze, 1807 – 1883), nel 1883, Del Moro prese  l'incarico di direttore dei lavori per la facciata di Santa Maria del Fiore fino al suo completamento nel 1887.

Coordinate:   43°46'23.10"N,  11°15'28.05"E                    Mappe: Google - Bing




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lunedì 11 aprile 2016

La loggetta di via Torta

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Firenze, Via Torta 20r- 22r, Palazzo Gondi de Prat

All'angolo di Via Torta, che prosegue con via Burella, dove si incrocia con via delle Stinche si trova una caratteristica ed elegante loggetta neoclassica  frutto di un intervento dovuto all'architetto Giuseppe Martelli (Firenze, 1792 – 1876), databile al 1840 ca. sul palazzo denominato Gondi del Prat. Da qui proseguendo lasciandoci dietro Piazza Santa Croce si arriva al Bargello e Piazza San Firenze.


Coordinate:   43°46'11.22"N 11°15'35.70"E                     Mappe: Google - Bing




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giovedì 7 aprile 2016

Graffiti di qualità

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Firenze, Borgo degli Albizi 26, Palazzo Ramirez de Montalvo

 L'edificio situato in Borgo degli Albizi 26 risulta costruito a partire dai primi anni sessanta del Cinquecento, terminato nel 1568 secondo la testimonianza del diarista Lapini (Firenze, 1515 - 1592), su progetto di Bartolomeo Ammannati (Settignano, 1511 – 1592) e direzione di Alfonso Parigi  (... – 1590), tramite la riunificazione di una serie di case preesistenti (motivo questo che ha comportato l'eccentricità dell'ingresso principale) in parte di proprietà dei Buonafé (o Buonafede), in parte dei Pazzi e degli Adimari.
Notevolissima, nonostante i guasti del tempo (e l'incauto rifacimento degli anni ottanta dell'Ottocento denunciato da Guido Carocci (Firenze 1851 - 1916) sulle pagine di "Arte e Storia"), la facciata a graffito, realizzata nel 1573-1574 su cartoni di Giorgio Vasari (1511 – 1574), forse dal giovane Bernardino Poccetti (Firenze 1542- 1612), e sulla base di un dotto programma iconografico stilato da Vincenzo Borghini  (Firenze, 1515 – 1580), teso ad esaltare il duca Cosimo (1519 – 1574) come benefattore della famiglia. Più in particolare si illustrano in basso le virtù dell'animo che più convengono alla vita al servizio del principe, quali la Modestia, la Prudenza, la Fedeltà, e, al di sopra, gli effetti di tali virtù, quali l'Obbedienza, la Segretezza e la Sollecitudine. (tratto dal Repertorio delle Architetture Civili di Firenze)


Coordinate:   43°46'17.42"N,  11°15'31.33"E                     Mappe: Google - Bing




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lunedì 4 aprile 2016

Il campanile visto da dietro

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Firenze, Santa Croce, il campanile visto da via San Giuseppe

L'originario piccolo campanile sopra l'abside della Basilica di Santa Croce  crollò nel 1512 e Francesco da Sangallo  (Firenze, 1494 –  1576) fu incaricato di progettarne un altro alla sinistra della facciata. I lavori vennero iniziati, ma abbandonati per mancanza di fondi dopo la costruzione del solo basamento, lasciato incompiuto fino all'Ottocento. I fiorentini lo soprannominarono ’masso di Santa Croce’. Il progetto per un nuovo campanile di gusto neogotico fu presentato nel 1842 dall'architetto Gaetano Baccani (Firenze 1792 - 1867): venne innalzato presso la sagrestia e ultimato nel 1847. È in pietraforte (pietra arenaria, un materiale dal colore bruno di tonalità calda, usato per tutta la chiesa, e nelle architetture fiorentine del Due e Trecento), alleggerito da monofore e cornici, e si conclude con una lanterna cuspidata.


Coordinate:   43°46'5.26"N,  11°15'48.67"E                     Mappe: Google - Bing




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