Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

domenica 29 giugno 2014

La prima via

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Firenze, Via San Zanobi

La toponomastica era un questione complicata nel passato anche a Firenze. Strade diverse potevano avere lo stesso nome e la stessa strada avere più nomi. Per non dire dei rifacimenti, allargamenti, aperture, trasformazioni in vicoli ciechi che davano l'occasione di cambiarne la denominazione. Tipico esempio viene nel tempo di Firenze Capitale, soprattutto per il centro storico cresciuto sull'antico foro romano (L'acqua di Firenze romana).
Nella nostra città solo all'inizio del '400 si vide per la prima volta un cartello indicante il nome di una strada: era via di San Zanobi. Molto tempo dopo, nel 1785, in piena epoca lorenese, il granduca Pietro Leopoldo ordinò l'apposizione sistematica di cartelli ad indicare il nome delle strade. Un cambiamento radicale lo si ebbe poi sotto la breve amministrazione francese, nel 1809 quando venne adottata una numerazione unica per tutta la città, che andava dal numero civico 1 all'8028. 
Purtroppo a partire dall'800, sotto ancora l'amministrazione granducale ma  soprattutto nella nuova epoca dell'unità dell'Italia, molti nomi popolari vennero abbandonati o cancellati e, ripeto, purtroppo, sostituiti con nomi in ricordo di generali, re, ministri, battaglie ed eroi del Risorgimento, relegando all'oblio in tal modo la storia evolutiva di una città che ad essa deve molto. (da Per le strade di Firenze. Nomi, segreti e storie della città del Giglio, di Gabriele Fredianelli)


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Qui siamo in un punto anonimo di Via di San Zanobi che dà l'impressione di essere ben antico anche se non siamo riusciti a trovare nessuna prova certa. La consuntissima lapide in pietra serena presenta delle lettere incise che non siamo riusciti a decifrare in modo conveniente ... ANNI... (GIOV- ANNI?). Sappiamo che qua vicino aveva uno studio anche il sommo Buonarroti e sappiamo che la zona vicina era denominata 'il canneto' in ragione del fatto che all'epoca qui vicino (siamo vicini a piazza San Marco) scorreva il torrente Mugnone ospitando presso le sue rive una vegetazione di tal tipo, canne.

Coordinate:   43°46'47.48"N,  11°15'21.36"E                     Mappe: Google - Bing


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giovedì 26 giugno 2014

Lo sfondo del ratto

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Firenze, Piazza della Signoria

L'inconfondibile facciata di Palazzo Vecchio con i suoi merli, il bugnato in pietraforte, le finestre e le bifore, il un ballatoio aggettante sotto il quale sono  dipinti gli stemmi che simboleggiano alcuni particolari aspetti della Repubblica fiorentina. Questo è lo sfondo del gruppo marmoreo de...

Il Ratto delle Sabine

"Loggia dell' Orgagna [Orcagna]. Questa maestosa loggia, uno de' più bei monumenti d' architettura che esistano nella nostra città, fu inalzata nel 1355, sul disegno d'Andrea Orgagna. La Repubblica fece costruire questo edifizio affine di potere, al sicuro delle pioggie, installare in pubblico la signoria, accordare le divise di cavaliere ai cittadini, promulgare i decreti del governo, e dare ai generali il bastone del comando. Questa loggia può chiamarsi ancora la tribuna delle arringhe fiorentine, poiché di qui in certi tempi si arringava il popolo... Il terzo ed ultimo arco della facciata è ornato d'un gruppo rappresentante il ratto delle Sabine maravigliosamente scolpito in un sol pezzo di marmo da Gian Bologna [Giambologna]. Questo distinto artista intese dapprima di rappresentare le tre età della vita umana; l'età avanzata, con un Vecchio decrepito; la Virilità con un uomo robusto; e la Gioventù con una femmina delicata. Ma il Borghini avendo veduto questo gruppo, fe' osservare al suo autore eh' egli avrebbe potuto rappresentare acconciamente con esso il ratto delle Sabine. Questa idea piacque a Gian Bologna; e per rendere più espressiva l'istoria, esegui in bronzo un superbo bassorilievo esprimente il ratto medesimo, e lo fece incastrare nel piedistallo che serve di base a quel celebre gruppo. " Brano estratto dalla " Guida per la città di Firenze e suoi contorni" di Giuseppe Formigli, 1830.


Coordinate:  43°46'9.18"N,  11°15'20.11"E                                     Mappe:    Google   -   Bing



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domenica 22 giugno 2014

Il foulard del Battistero

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Firenze,  Piazza San Giovanni

Da qualche giorno e per qualche altro giorno ancora vedremo il Battistero così allestito. In questo sacro edificio fu battezzato Dante, lui come tanti altri fiorentini, quasi tutti i fiorentini fino agli anni recenti. Il 'mio bel San Giovanni'  (Dante XIX canto dell'Inferno)  ha bisogno di cure e attenzioni particolari, necessita di essere curato ( visto che è impossibile evitare i danni procurati dalle intemperie e dall'inquinamento atmosferico )  al fine di lasciarlo ai posteri in condizioni decenti. Per questo motivo è stato deciso di  restaurarlo, almeno esternamente. Così lo abbiamo visto imprigionato dalle impalcature idonee, qui sopra vediamo come sono state rivestite le impalcature stesse.
Una strana veste, troppo appariscente per non dare nell'occhio in un luogo tra i più riconoscibili ed immutabili a livello globale con il Duomo e il Campanile di Giotto. Non è un omaggio a Andy Warol, come a prima vista potrebbe far credere,  bensì è un riconoscimento alla creatività di un concittadino dal un grande cognome, Pucci, Emilio Pucci che nel 1957 creò  un famoso foulard  dai colori arancio e rosa vivo con qualche accenno di giallo, nero ed altri colori.


Coordinate:  43°46'23.06"N, 11°15'18.81"E                       Mappe: Google - Bing


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venerdì 20 giugno 2014

Santi di Tito

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Firenze, Via delle Ruote

Cosa lega la data di oggi, 20 Giugno,  alle date di questa lapide sulla facciata di un sobrio palazzo cinquecentesco in  Via delle Ruote 27 ? Niente, ma in qualche modo c'è un aggancio ... diciamo ... alla  Dan Brown. Lo scopriremo alla fine del post. Intanto leggiamo cosa  è inciso sulla lapide stessa:

SANTI DI TITO DI BORGO S. SEPOLCRO
PITTORE E ARCHITETTO DISCEPOLO DEL BRONZINO
CONSOLE DELL'ACCADEMIA FIORENTINA DEL DISEGNO
IN QVESTA CASA DA LVI EDIFICATA
NELL'ANNO 1580
VISSE OPERO' E MORI' NEL 1603


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Santi di Tito (Sansepolcro 1536 - Firenze 1603) fu pittore e architetto, allievo del Bronzino (Firenze, 1503 - Firenze, 1572) e di Baccio Bandinelli  (Firenze,  1488– Firenze, 1560). Naturalmente lasciò molte opere nella sua vita artistica e professionale sia a Roma (1558-64) che poi a Firenze e dintorni ma è ricordato soprattutto per un dipinto, un ritratto postumo di un grande pensatore, scrittore e letterato fiorentino suo contemporaneo, conservato in Palazzo Vecchio.

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Lo avete riconosciuto, naturalmente, è il ritratto, ripeto, postumo, di Niccolò  Machiavelli nato a Firenze il 3 maggio del 1469  e morto a Firenze il 21 giugno 1527.  21 giugno. Ecco la risposta alla domanda iniziale. Oggi è la vigilia dell'anniversario della morte del Machiavelli.

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lunedì 16 giugno 2014

Le perdute lettere di Palazzo Rosselli del Turco

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Firenze, Piazza del Limbo, Tabernacolo

 Due epigrafi in pietra serena di carattere devozionale

" In Piazza del Limbo
( ME ) .... TE VERGIN S .... AN  TE....( IL CIGLIO
DEPRENDI IL PREGAR NOSTO ET P NOI P ( REG) A  
L ( ETERN ) O DIO TVO PADRE ISPOSO ET FIGLIO 


.... HOME . IN . S. MARIA DEL FIORE 
( VISI ) TANDO . L ALTARE . DELA. S. CROCE 
SAQVISTA . P. OGNI. VOLTA . CINQVE 
MILA . ANI. DINDVLGENTIA . PREGADO 
P. LIPONTEFICI. E . S. MADRE. CHIESA


Alla parete di fianco del palazzo Rosselli Del Turco, vedonsi le suddette due iscrizioni, in alcuni punti alquanto corrose da non lasciar leggervi lo scritto.  Il primo verso della terzina è non solo mancante di alcune lettere; ma è stato malamente inciso quell'AN dalla lettera S tanto distante, mancandovi la parola alziamo; ed allora è facile sottintendervi la seguente lezione, cioè:
Mentre in te, Vergin Santa, alziamo il ciglio.
Nella seconda memoria, pure al primo verso, non si leggono alcune parole, ma panni poterci supplire sostituendo:
Si notifica come in....."
Da "Iscrizioni e memorie della città di Firenze" di M. Francesco Bigazzi del 1887


Pesano i quasi 130 anni trascorsi dal 1887, la pietra serena si consuma e si corrode per le intemperie e l'inquinamelo atmosferico, altre lettere sono diventate illeggibili quelle che abbiamo chiuso nelle parentesi. Sopra l'iscrizione è possibile riconoscere il monogramma di Cristo e un piccolo bassorilievo riportante il ritratto di profilo e una Madonna con bambino che la tradizione vuole attribuire a Benedetto da Maiano.

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Coordinate:  43°46'9.83"N,  11°15'7.35"E                      Mappe: Google - Bing


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venerdì 13 giugno 2014

oihcceV etnoP lI

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Firenze, Ponte Vecchio

Se in basso fosse il cielo a riflettere il mondo sottostante vedremmo così la realtà da Ponte Santa Trinita,  il Ponte Vecchio, le acque dell'Arno.


Coordinate:  43°46'4.91"N,  11°15'11.18"E                   Mappe: Google - Bing


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martedì 10 giugno 2014

Ercole non mi dare

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Firenze, Palazzo Vecchio, Piazza della Signoria

Mi capita spesso in estate o nelle caldissime giornate primaverili di cercare sollievo attraversando i cortili di Palazzo Vecchio. Mischiandomi con i turisti, dai passi più o meno randomizzati cercando la scalinata per salire nel Salone dei Cinquecento, trovo qui dentro la temperatura adatta per riprendere fiato al riparo dal sole cocente che precipita sulla città e dalle ventate calde che salgono  dalla grigia pietra serena delle strade cotte come in forno. Uscendo dal portone principale del Palazzo è impossibile non notare lo sguardo timoroso e supplicante di Caco. Ma leggiamo cosa ci racconta  Modesto  Rastrelli, socio della reale Accademia Fiorentina nel suo 'ragionamento' intitolato "Illustrazione istorica del Palazzo della Signoria detto inoggi il Palazzo Vecchio" edito nel 1792.


"Due grandiose, e giganteschi Statue formano un ornato magnifico a quella Porta: la prima di esse è il David del Divino Michelagnolo Buonarroti; l'altra è l'Ercole che uccide Cacco, del Cav. Baccio Bandinelli (Firenze,  1488– Firenze, 1560) . Parlando della prima, fu fatta dal Buonarroti nella giovine età di anni 19., e la sua rara abilità si dimostrò maggiormente, stantechè era un lavoro già principiato da un tal Maestro Simone da Fiesole, il quale aveva ideato di fare un gigante che doveva servire per l'Opera di Santa Maria del Fiore; ma questo pezzo di marmo mal concio in apparenza, e straziato, fu dallo stesso Maestro Sìmone posto in abbandono, e così stette per molti anni. Michelangiolo vedutolo, ed esaminata attentamente l'attitudine datagli ed di fori fattivi, credè poter cavare dal medesimo una ragionevol figura: chiestolo dunque agli Operai, ed al Soderini, che era Gonfaloniere della Repubblica, gli fu facilmente conceduto; fatto il modello di cera, finse in quello un David giovane con una frombola in mano; quindi cominciò a lavorare nell' Opera di S. Maria del Fiore, e non volle che nessuno lo vedesse fino all'ultimo del lavoro. ...
L'altra Statua o gruppo di Ercole e Cacco è opera di Baccio Bandinelli. Il Vasari parlando di quella Statua se ne sbriga con poche parole dicendo. ' L'anno 1515. nell'andare a Bologna passando per Firenze Papa Leone X. La Città per onorarlo, tra gli altri molti ornamenti et apparati, fece fare sotto un arco della Loggia di Piazza, vicino al Palazzo, un Colosso di braccia nove e mezzo, e lo dette a Baccio: era il Colosso un Ercole, il quale per le parole anticipate di Baccio, si aspettava, che superasse il David del Buonarroti quivi vicino; ma non corrispondendo al dire il fare, né l'opera al vanto, scemò assai Baccio nel concetto degli Artefici, e di tutta la Città , il quale prima si aveva di lui . Convien dire che il Vasari fosse poco amico di Baccio, come non lo fu il Cellini, che fece una bizzarra censura, nella sua Vita, di quella Statua: nonostante vogliono molti, che le critiche datele non siano lontane dal vero, imperciocché le braccia dell' Ercole così cadenti, e basse non dimostrano quella fierezza, che in simile azione si richiede: questa osservazione è quella di tutto il Pubblico di que' tempi, che deridendo la Statua vi appose di notte i seguenti versi, facendo parlar Cacco:

Ercole non mi dare;
Ti renderò le Pecore, e gli Agnelli;
Ma il Bue l'ha avuto Baccio Bandinelli ."




Coordinate: 43°46'9.13"N, 11°15'21.13"E                      Mappe: Google - Bing


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sabato 7 giugno 2014

Firenze dall'altra parte

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Firenze, panorama

Siamo appoggiati alla balaustra di Piazzale Michelangelo per osservare una Firenze sconosciuta ai più Siamo infatti abituati a vedere, illustrato nelle cartoline nelle foto turistiche, nei paesaggi dal 400 ad oggi, quel panorama di Firenze che si estende a nord e ad ovest  nella suggestiva luce invernale o tra i fiori o in primavera dalla sottostante terrazza o con gli occhi dei pittori di un giorno, di quelli che tratteggiano velocemente con abili pennellate ad acquerello. Ben più difficilmente riconosciamo Firenze impressa nelle foto che si stende ad ovest dal Piazzale, sorpresi dalla presenza di tanti e folti olivi della collina, a pochi passi da noi, e da quella che a prima vista sembra essere una piscina ma che in realtà è un breve tratto dell'Arno che riappare tra gli alberi delle sue sponde per poi scomparire nuovamente nella curva naturale del suo letto verso le colline all'orizzonte da dove proviene. 


Coordinate:  43°45'46.02"N,  11°15'53.49"E                      Mappe: Google - Bing


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mercoledì 4 giugno 2014

Sotto il Ratto

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Firenze, Piazza della Signoria, Loggia dei Lanzi

Il Ratto delle Sabine

"Loggia dell' Orgagna [Orcagna]. Questa maestosa loggia, uno de' più bei monumenti d' architettura che esistano nella nostra città, fu inalzata nel 1355, sul disegno d'Andrea Orgagna. La Repubblica fece costruire questo edifizio affine di potere, al sicuro delle pioggie, installare in pubblico la signoria, accordare le divise di cavaliere ai cittadini, promulgare i decreti del governo, e dare ai generali il bastone del comando. Questa loggia può chiamarsi ancora la tribuna delle arringhe fiorentine, poiché di qui in certi tempi si arringava il popolo... Il terzo ed ultimo arco della facciata è ornato d'un gruppo rappresentante il ratto delle Sabine maravigliosamente scolpito in un sol pezzo di marmo da Gian Bologna [Giambologna]. Questo distinto artista intese dapprima di rappresentare le tre età della vita umana; l'età avanzata, con un Vecchio decrepito; la Virilità con un uomo robusto ; e la Gioventù con una femmina delicata. Ma il Borghini avendo veduto questo gruppo, fe' osservare al suo autore eh' egli avrebbe potuto rappresentare acconciamente con esso il ratto delle Sabine. Questa idea piacque a Gian Bologna; e per rendere più espressiva l'istoria, esegui in bronzo un superbo bassorilievo esprimente il ratto medesimo, e lo fece incastrare nel piedistallo che serve di base a quel celebre gruppo..." . Da "Guida per la città di Firenze e suoi contorni" di Giuseppe Formigli, 1830.

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Coordinate:  43°46'9.18"N,  11°15'20.11"E                                     Mappe:    Google   -   Bing



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domenica 1 giugno 2014

Verso un cielo primaverile

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Firenze, Piazza del Duomo

Piazza del Duomo, il Campanile di Giotto, la cupola del Brunelleschi, la facciata ottocentesca del Duomo, il tutto sotto un cielo primaverile. lo scenario è spesso maestoso e sempre unico ma è il 'datore di luci', il cielo, che lo rende percepibile, distinguibile, riconoscibile nella sua multiforme essenza quotidiana e stagionale.


Coordinate:  43°46'21.77"N,  11°15'19.90"E                      Mappe: Google - Bing


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