Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

lunedì 30 settembre 2013

Le boccacce, le querce e le mucche

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Firenze, Parco delle Cascine

Questa fontana si trova a metà del prato de Quercione, una lunga e larga estensione di prato verde dove da sempre, i fiorentini di una volta, venivano a sedersi per fare quattro chiacchiere mentre i bambini giocavano intorno. Poi  il prato è diventato il luogo ideale per tirare quattro calci al pallone, due stecche tirate su o un paio di mucchietti di indumenti per delimitare le porte. Strategica quindi la presenza di una fontana per dissetarsi, quando sgorga l'acqua e non sempre è così. Ma in realtà, la funzione esatta per cui è stata realizzata la fontana  fra il 1789 e il 1796 da Giuseppe Manetti i (1761 - 1817), era quella di abbeverare le mucche che pascolavano liberamente nel parco che il Granduca Pietro Leopoldo considerava la sua residenza agricola e di caccia. Infatti il nome 'di nascita' della fontana è  Abbeveratoio del Quercione. Poi le mucche furono sfrattate ed al loro posto subentrarono i fiorentini a invadere il Prato del Quercione specialmente dopo la sua acquisizione da parte del Comune di Firenze nel 1917. Il perché  l'abbeveratoio del Quercione prese ad essere conosciuto come 'Fontana delle boccacce' è del tutto evidente.


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Coordinate:  43°47'2.47"N,  11°12'51.69"E                      Mappe: Google - Bing



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sabato 28 settembre 2013

Tu darai a un uomo morto

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Firenze, via Santo Spirito 32

Questa è la casa dove nacque Francesco Ferrucci il 14 agosto 1489 e dove i fiorentini apposero, qualche tempo dopo, la lapide che così recita:

FRANCESCO FERRUCCI
NACQUE IN QUESTA CASA
IL DÌ XIV AGOSTO MCCCCLXXVIIII
MORÌ DA FORTE A GAVINANA
IL DÌ III AGOSTO MDXXX
E CON LUI CADDE LA LIBERTÀ FIORENTINA

Mandato dalla Repubblica di Firenze in qualità di commissario in Empoli con pieni poteri, seppe mostrare doti notevoli di capitano e di guerriero. Il 27 aprile 1530 riprese Volterra ribelle. Mentre il traditore Malatesta Baglioni impediva ai Fiorentini la sortita, il Ferrucci si scontrava il 3 agosto a Gavinana con i nemici, che per sette volte furono respinti, perdendo anche il loro comandante Filiberto d'Orange. Il Ferrucci, colpito a morte, fu tratto innanzi al Maramaldo, che l'uccise. Si narrò che Ferrucci avesse proferito queste parole "Tu darai a un morto", o "Tu ammazzi un uomo morto" o "Vile, tu uccidi un uomo morto".

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Coordinate:  43°46'7.87"N,  11°14'50.02"E                      Mappe: Google - Bing


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giovedì 26 settembre 2013

L'Arno alle Cascine

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Firenze, le Cascine

Siamo nel mezzo della passerella che passa sull'Arno all'altezza delle Cascine. Parte dell'orizzonte a ovest è segmentato dai tralicci di sostegno e dai poderosi cavi che sostengono le carreggiate del ponte all'Indiano. Sulla destra le Cascine è il più grande parco pubblico di Firenze che si distende per tre chilometri e mezzo  sulla sponda destra dell'Arno coprendo una superficie di 160 ettari, la tenuta di caccia voluta da Cosimo I de' Medici intorno alla meta del 1500, contemporaneamente era azienda agricola e allevamento di bovini della famiglia più potente di Firenze. Agli inizi dell'800 divenne parco pubblico e sfido a trovare un fiorentino che non abbia ricordi di corse, giochi, giri in bicicletta, da raccontare del tempo favoloso in cui era bambino. La terra della sponda con le sue sfumature rossicce e le atmosfere in un'ora non lontana dal tramonto mi richiamano alla memoria (a torto o a ragione) certi paesaggi degli impressionisti toscani, i 'Macchiaioli', un movimento pittorico  a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento. Costa (qui sotto) segue un'esperienza pittorica in qualche modo riconducibile ad essi..

Nino Costa (Roma 1826 - Marina di Pisa 1903) Tramonto sull'Arno


Coordinate:  43°46'48.37"N,  11°13'5.36"E                      Mappe: Google - Bing


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martedì 24 settembre 2013

Manca qualcosa sulla porta sud


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Firenze, Piazza San Giovanni, Battistero

Ci  sono  "tre macchie grigie, sembrano strati di polvere centenari anche se un po' consumati e sporcati dagli elementi, dalla pioggia, dagli idrocarburi incombusti, volatili, acidi e basici...". Riuso le stessa parole d'introduzione del precedente post dal titolo "Cosa manca sulla Porta Nord" per illustrare cosa non c'è più sulla Porta Sud del Battistero.  La Porta bronzea, realizzata tra  1329 e il 1336 da Andrea Pisano (1290 -1349),  aveva fino a pochi anni fa (2006) un gruppo, anch'esso bronzeo, opera del perugino Vincenzo Danti (1530 -1576), "La Decollazione di San Giovanni Battista" adesso è conservata nel Museo dell'Opera del Duomo. Al suo posto niente se non le macchie di povere, le concrezioni e le strisce verdi di rame ossidato. Rimarrà uno spazio vuoto per sempre nel futuro? Mi rammarica pensare che per centinaia di anni i miei concittadini noti e sconosciuti hanno visto ciò che ora è chiuso in un museo, la sento come una perdita non solo culturale, una memoria 'affettiva' svanita, perduta.

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 Coordinate:  43°46'22.69"N,  11°15'18.25"E                Mappe: Google -  Bing


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domenica 22 settembre 2013

L'iscrizione di San Ghirigoro

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Firenze, Piazza de’ Mozzi,  Palazzo Bardini, Iscrizione commemorativa (1273)

All'esterno, sulla facciata, alla sinistra dell'ingresso principale è una iscrizione proveniente dalla chiesa di San Gregorio alla Pace (anticamente nota anche come San Ghirigoro), abbattuta,  al posto della quale venne edificato nel secolo XIX il Palazzo Bardini. La lapide era in origine collocata sulla facciata della chiesa, mentre oggi si trova sul lato del palazzo che guarda Piazza de’ Mozzi.
L'epigrafe ricorda l'intervento di Gregorio X per pacificare le fazioni cittadine, avvenuto sotto l'episcopato di Giovanni dei Mangiadori nel luglio del 1273 presso il Ponte Rubaconte (l'attuale Ponte alle Grazie), antistante Piazza de’ Mozzi, alla presenza del re di Sicilia Carlo I d'Angiò e dell'imperatore di Costantinopoli Baldovino II; in questa occasione fu fondata una cappella dedicata a San Gregorio. 
L'iscrizione presenta un alfabeto misto capitale, minuscolo e onciale entro sistema bilineare.

((crux)) Gregorio decimo p(a)p(a) s(an)c(t)i sub honore Gregorii
p(r)imo pro (Christi) fundor amore  hic guibelline cum
guelfis pace patrata  cessav(er)e mine sub
qua sum luce creata  luce duodena iulii
radiante serena  bis sexcenteno D(omi)ni cum
septuageno  anno ternoq(ue) p(re)sente valent(er) utroq(ue)
Biçantinor(um) d(omi)no simul (et) Siculor(um)  mille
duce(n)tenis t(r)ib(us) c(um) septuagenis  Gregorio bella
d(e)cimo fuit ista capella  pacis fundata s(ub) Moçis
edificata

"Sono stata fondata dal papa Gregorio Decimo in onore di san Gregorio anzitutto per amore di Cristo. Qui ebbero fine le contese ghibelline con i guelfi, stipulata la pace sotto la cui luce sono stata creata. Risplendendo sereno il dodicesimo giorno di luglio dell'anno del Signore 1273, alla presenza e col comune consenso dell'Imperatore di Bisanzio e del Re di Sicilia, nel 1273 questa bella cappella della pace fu fondata da Gregorio Decimo e edificata dai Mozzi"

Coordinate:  43°45'54.10"N,  11°15'29.50"E                      Mappe: Google - Bing


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venerdì 20 settembre 2013

Canto alle Mosche

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Firenze, Via de' Pepi, Piazza Santa Croce

Le Sirene cantavano ai naviganti, ricorderete il mito di Ulisse che volle ascoltare il loro melodioso richiamo senza pagarne le tragiche conseguenze. Chi mai avrebbe intonato una cantilena, una solfa, una tiritera, uno stornello o un canto... alle mosche. Alle mosche? Nessuno. Infatti è un fraintendimento. Il 'Canto alle Mosche' non è una litania particolare ma un angolo di Firenze, canto sta per cantonata, l'angolo che viene a formarsi tra due strade, anzi una strada e una piazza  in un palazzo cinquecentesco, Casa Benvenuti Galletti. Tra Via de' Pepi e Piazza Santa Croce. Da dove nasca quel nome tanto strano non è ben chiaro. C'è chi dice che nasca dalla presenza costante del noioso svolazzante insetto che una volta infestava in modo particolare la zona e c'è chi afferma nascere da un'insegna di una locanda presente lì nei pressi o uno stemma araldico da 'sfottere' conoscendo i fiorentini e la la loro antica dimestichezza nel giocare coi nomi e affibbiare soprannomi anche irriverenti, talvolta. Non mi meraviglierei che le mosche altro non siano che le api dello stemma gentilizio dei Barberini. Lo  stemma può essere così descritto: Arma d'azzurro a tre api montanti d'oro. Un Barberini fu appunto Urbano VIII, nato a Firenze 1568, eletto al soglio pontificio nel 1623 (morto il 29 luglio 1644) uomo di vasta cultura umanistica, famoso soprattutto anche per il noto processo di condanna contro Galileo Galilei.  Proprio  Urbano VIII scelse le tre api, come simbolo di operosità, in sostituzione di altrettanti tafani (mosche), antichi simboli araldici della sua famiglia di origine, si chiamavano Tafani da Barberino ed avevano un palazzo che ora si trova in  Borgo de' Greci, 20. Niente vieta supporre che anche al presso l'odierno Canto alle Mosche non vi fosse un emblema araldico dei Barberini.



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Coordinate:  43°46'8.10"N,  11°15'43.91"E                      Mappe: Google - Bing



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mercoledì 18 settembre 2013

Effetti di luce sulla volta

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Firenze, Ponte Vecchio

Sulla una delle tre volte a crociera che sorreggono il pavimento del Corridoio Vasariano sul Ponte Vecchio si muovono ondeggianti rilassanti giochi di luce che l'Arno regala ogni giorno da secoli. Giochi che non ha potevano essere colti dal conte Lancelot Theodore Turpin de Crisse,  pittore francese che prediligeva  fissare su tela scene di genere, paesaggi e architettura, in questo suo quadro dell'inizio dell'ottocento. Il suo è un controluce poco dopo l'alba come dimostrano le luci e le ombre così tagliate. Alziamo lo sguardo e rilassiamoci, ma funziona solo al mattino.

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Coordinate:  43°46'4.91"N,  11°15'11.18"E                   Mappe: Google - Bing


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lunedì 16 settembre 2013

La sanzione di 160 euro



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Firenze, Ponte Vecchio

L'inferriata protegge il busto di Benvenuto Cellini ma niente difende l'inferriata dai 'Romeo e Giulietta' del terzo millennio che si promettono l'uno con l'altro eterno amore bloccando un lucchetto con su scritto il loro nome. D'acchito sembra essere un'abitudine romantica, tenera e 'coraggiosa' ma risulta essere a tutti gli effetti pericolosa e dannosa, almeno  per il monumento. Ricorderete un altro post dedicato ai cosiddetti 'lucchetti dell'amore'  chiusi sulle catene che proteggevano la terrazza sull'Arno dietro gli Uffizi. Un bel giorno le catene sono crollate sotto il  peso degli innumerevoli marchingegni  insieme ai sostegni metallici letteralmente sradicati nel crollo. Adesso quelle catene sulla terrazza dietro gli Uffizi non ci sono più, quindi i teneri amanti hanno trovato un'alternativa dove compiere il loro rituale amoroso, cioè sulla ringhiera che protegge il busto del Cellini sul Ponte Vecchio..

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VIETATO APPLICARE LUCCHETTI
ALLA RECINZIONE E AL MONUMENTO
IN BASE ALL'ART. 112 DEL REGOLAMENTO DELLA POLIZIA MUNICIPALE 

SANZIONE PREVISTA € 160,00.

IT'S NOT ALLOWED TO HANG LOCKS
ON THE RAILING
AS IT IS RULED BY THE RULE OF MUNICIPAL POLICE QRT.112

FINE € 160,00 TO TRASGRESSORS.




Coordinate:  43°46'4.91"N,  11°15'11.18"E                   Mappe: Google - Bing 


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sabato 14 settembre 2013

Riflessi dorati

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Firenze, Piazza del Duomo, il Duomo

Particolarmente nei pomeriggi estivi la facciata della basilica di Santa Maria del Fiore dona riflessi dorati dalle piastrelle degli sfondi dei bassorilievi a mosaici come d'oro sono i riverberi della sfera e della croce posizionati sul vertice della cupola del Brunelleschi. In primo piano, sulla destra, è la croce lapidea della Colonna di San Zanobi.


Coordinate:  43°46'23.69"N,  11°15'18.17"E                      Mappe: Google - Bing


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giovedì 12 settembre 2013

Lo spiraglio

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Firenze, il Battistero

Dopo avere riflettuto su ciò che manca sulla Porta Nord del Battistero spostiamoci adesso alla Porta Est denominata Porta del Paradiso, pochissimi passi le dividono. Cogliendo una delle rare occasioni in cui la porta del capolavoro del Ghiberti viene lasciata socchiusa permettendo di intravvedere dall'esterno, nel chiarore interno del Battistero, la figura ieratica del Cristo Giudice seduto  sui cerchi del Paradiso che fa parte del mosaico del Giudizio Universale (ideato insieme agli altri mosaici nel 1225,  e completati verso il 1330) posto sulla cupola. (Detto per inciso, letterario, dallo spiraglio non ho visto all'interno né Robert Langdon né il Duomino o Sienna Brooks)


Coordinate:  43°46'23.06"N, 11°15'18.81"E                       Mappe: Google - Bing


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lunedì 9 settembre 2013

Cosa manca sulla Porta Nord

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Firenze, Piazza San Giovanni, Battistero

Sono tre macchie grigie, sembrano strati di polvere centenari anche se un po' consumati e sporcati dagli elementi, dalla pioggia, dagli idrocarburi incombusti, volatili, acidi e basici. Sono là sopra la Porta nord del Battistero di Firenze, sopra la cornice e  il portone bronzeo realizzato da Lorenzo Ghiberti tra il 1403 e il 1424 (adesso in restauro), il suo primo capolavoro, prima della celeberrima Porta del Paradiso, quella ad est di fronte a Duomo.
Quelle macchie segnano un vuoto, un'assenza. Quale assenza? Manca il gruppo scultoreo della Predica del Battista, di Giovanni Francesco Rustici (Firenze, 1474 - Tours, 1554), opera in cui l'artista dimostrò di avere appreso la sensibilità del suo maestro, Leonardo da Vinci, prodotta dalle due menti proprio qui vicino come ricorda una targa che abbiamo già viso.


Il gruppo fu realizzato fra il 1506 e il 1511. Attualmente si trova al Museo dell’Opera del Duomo.


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domenica 8 settembre 2013

Tra i Leoni e il Corno

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Firenze, Via del Corno

Tabernacoli e marginette abbondano in città, agli angoli delle strade in ogni dove, antiche sculture a tutto tondo o in stile stiacciato, rilievi, invetriate, terracotte, affreschi molto frequentati . Una di queste Madonne in terracotta si trova in Via del Corno (ove si svolgono le vicende di 'Cronache di poveri amanti' di Vasco Pratolini) in prossimità di Via dei Leoni, che limita sul retro Palazzo Vecchio,  così chiamata per l'effettiva presenza  di gabbie con leoni e vari animali esotici tra il Quattordicesimo e Sedicesimo secolo. Si ricorda che il leone, con il Marzocco, è l'emblema di Firenze, rappresentato sulla banderuola della Torre d'Arnolfo di Palazzo Vecchio ed anche nella statua in pietra serena di Donatello sull'Arengario.  La statuetta della foto e dedicata alla  Madonna protettrice di Firenze che tiene il Duomo con la mano destra. Recente produzione di Giovanni Riccetti (1956) è stata restaurata nel 2011.


Coordinate:  43°46'8.74"N,  11°15'26.66"E                      Mappe: Google - Bing


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venerdì 6 settembre 2013

La buchetta del vino del Palazzo dei Cartelloni

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Firenze, Via Sant'Antonino

Da sempre i fiorentini non sono contenti se non affibbiano a tutti e a tutto un soprannome. E' questo il caso di Palazzo  Viviani, fatto costruire dal  matematico Vincenzo Viviani (Firenze, 1622 – Firenze, 1703) su progetto dell'architetto  Giovan Battista Nelli (1661 – 1725). Di solito i fiorentini hanno molta fantasia nell'attaccare a ogni cosa nomignoli più o meno strani e in qualche caso divertenti, strampalati o salaci ma non occorre possedere molta fantasia guardando il palazzo il cui soprannome sorge spontaneo, Palazzo dei Cartelloni. Esso si deve alle lapidi a cartiglio dalle inusuali dimensioni riempiti da iscrizioni incise fitte fitte. Il proprietario volle  celebrare la vita  di Galileo Galilei. Giovanni Battista Caccini (1556 – 1613), nel 1610 eseguì il busto dello scienziato che vediamo sopra il portone principale. Altra curiosità  riguarda il luogo dove è stato edificato il palazzo, ovvero nei possedimenti che una volta erano dei Del Giocondo, la famiglia della Monna Lisa ritratta da Leonardo da Vinci.

Accanto al portone d'ingresso, sulla sua sinistra, troviamo una buchetta del vino, che aggiungiamo alla collezione.





Coordinate: 43°46'31.35"N,  11°15'5.60"E                      Mappe: Google - Bing


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mercoledì 4 settembre 2013

I Signori Otto di Vicolo Cavallari

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Firenze, Vicolo dei Cavallari, targa

Da Piazza dell'Olio, passando nello strettissimo vicolo dei Cavalliari si arriva in Piazza dei Cavallari, una piccola, piccolissima piazza, situata dietro al Palazzo Arcivescovile ad un passo da Piazza del Duomo. Il nome non viene da una nobile antica famiglia ma ha  una ben più popolare origine poiché qui erano le case e le stalle dei 'cavallari del Comune', ossia i corrieri in servizio della Signoria.
Il vicolo è stretto e di solito molto buio, la piazza ha questo unico accesso e non ha sbocchi ulteriori, ma, evidentemente nel seicento era un luogo molto  frequentato. Ne è testimone una targa che aggiungiamo alla nostra collezione. Sono incise queste minacciose parole dei Signori Otto di Guardia e Balia contro i rumorosi giochi dei fiorentini dell'epoca deòòa palla, pillottole e pallottole:.

I SS OTTO HANNO PROIBITO
IL GIOCO DI PALLOTTOLE
PALLA PILLOTTOLE ALLA
PIAZZA DELL'OLIO E NELL
VICOLO CHE CONDUCE
ALLA PIAZZA DEI CAVAL
LARI INCLVSIVE PENA
DI SCUDI 2 DI CATTURA
COME P PARTE 2 APRILE 1669


Coordinate:  43°46'22.86"N,  11°15'13.71"E                      Mappe: Google - Bing


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domenica 1 settembre 2013

Scendendo giù da Piazzale Michelangelo

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Firenze,  rampe di Piazzale Michelangelo,

Scorcio del panorama di Firenze tra i fiori scendendo giù da Piazzale Michelangelo Firenze, nei pressi il Giardino delle Rose.

Coordinate:  43°45'48.25"N,  11°15'50.61"E                      Mappe: Google - Bing


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