Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

giovedì 10 febbraio 2011

Il re Danese, l'invaghito potente, la bella, l'espiazione e la privacy a cavallo del 1700


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Firenze, Piazza della Libertà, Porta San Gallo, lapide

Sulla facciata della Porta San Gallo che era rivolta fuori delle mura fiorentine fu apposta una lapide  in memoria della visita di Federico IV, re di Danimarca e Norvegia, nel 1708.

Visitando Lucca nel 1691, il principe Federico di Danimarca, non ancora monarca, si era invaghito di una bella e nobile ragazza del luogo, Maria Maddalena Trenta che, per ricambiare l'amore del futuro monarca, aveva rotto il precedente fidanzamento, col consenso della famiglia, con il conte Filippo Hercolani di Bologna. Quando il principe danese dovette lasciare l'Italia per tornare nella sua terra fu chiaro che non avrebbe mai sposato la ragazza lucchese. Federico, divenuto re Federico IV di Danimarca, non aveva però dimenticato il suo amore giovanile ed inviò a Maddalena il suo ritratto in miniatura con una ricca cornice di brillanti. Se non che, quest'ultima era frattanto entrata nel Monastero di Santa Maria Maddalena de' Pazzi a Firenze, come suora di clausura. Saputa la notizia, Federico, nel marzo 1709, era giunto in visita alla città come Re di Danimarca ed espresse il desiderio di rincontrarla con grande costernazione del mondo religioso, poiché la donna ormai era monaca di clausura e non poteva ricevere visite specialmente maschili. Tuttavia, per non dispiacere al sovrano, l'arcivescovo Tommaso della Gherardesca e la badessa del convento acconsentirono all'incontro. Il mattino prestabilito in tutti i conventi di Firenze vi furono celebrazioni religiose con comunione generale e speciali preghiere per scongiurare qualsiasi avvenimento disonorevole.  In realtà poi i cronisti raccontano che l'incontro pomeridiano fra i due si concretizzò in una breve conversazione sulla religione cattolica cristiana e quella protestante, con Maria Maddalena che, probabilmente istruita dai suoi superiori, propose al sovrano di convertirsi alla fede della Chiesa di Roma, per il sollievo a tutto il mondo religioso cittadino. Alcune fonti riportano anche la diceria secondo la quale il sovrano sarebbe uscito dall'incontro con gli occhi umidi sul punto di piangere. Qualche giorno dopo il re, prima di partire per Livorno, ove fu ospite a Palazzo Huigens, donò al monastero di Santa Maria Maddalena de' Pazzi la somma di cinquecento ungari d'oro. La visita del monarca a Firenze è ricordata in una lapide visibile ancora oggi sul lato della posta San Gallo che una volta guardava  fuori le mura fiorentine.


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L'iscrizione della lapide

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FLORENTIA
ADVENTV FRIDERICI . IV. DANIAE . ET 
NORVEGIAE REGIS AVGVSTI . FELICIS .
QVOD EAM SVA PRAESENTIA
MAGNVS HOSPES IMPLEVERIT
AVGVSTA FELIX 
AN. S. MDCCVIII. MENSE MARTIO
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Vedere anche:
- L'arco di Trionfo
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