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Firenze, Via Porta Rossa, targa
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MCCLXVI
IN QUESTA BOTTEGA
CHE FU DELL'ARTE DI CALIMALA
RODERIGO E CATALANO
FRATI GODENTI E BOLOGNESI
QUA CHIAMATI PACIERI
TENNERO LE LORO ADUNANZE
INSIE,E COL CONSIGLIO DEL XXXVI
MOLTE BUONE LEGGI IN UTILE PUBBLICO
STATUIRONO
E LE CORPORAZIONE DELLE ARTI ORDINARONO
CHE POI FURONO ACCRESCIMENTO E DIFESA
DELLA LIBERTA' FIORENTINA------------------------------------------------------
MCCLXVI
IN QUESTA BOTTEGA
CHE FU DELL'ARTE DI CALIMALA
RODERIGO E CATALANO
FRATI GODENTI E BOLOGNESI
QUA CHIAMATI PACIERI
TENNERO LE LORO ADUNANZE
INSIE,E COL CONSIGLIO DEL XXXVI
MOLTE BUONE LEGGI IN UTILE PUBBLICO
STATUIRONO
E LE CORPORAZIONE DELLE ARTI ORDINARONO
CHE POI FURONO ACCRESCIMENTO E DIFESA
DELLA LIBERTA' FIORENTINA------------------------------------------------------
Catalano dei Malavolti è ricordato da Dante nell' Inf. XXIII, 76; Inf. XXIII, 103
Cerchio 8 - bolgia 6 - Ipocriti
Membro della famiglia guelfa dei Malavolti, Catalano nacque a Bologna intorno al 1210.
Dopo aver ricoperto l'incarico di podestà in numerose città romagnole e toscane, fu a capo della fanteria bolognese che nella battaglia di Fossalta (1249) vinse e catturò re Enzo, figlio di Federico II. Con Loderingo degli Andalò, insieme al quale aveva ricoperto cariche pubbliche, fu tra i fondatori dell'Ordine dei Frati godenti.
Frati godenti venivano chiamati i Cavalieri di Santa Maria. Questo ordine, costituito da chierici e laici, aveva il compito sia di contrastare le eresie, sia di pacificare le avverse fazioni cittadine e, per questi motivi, i membri dell'Ordine avevano il permesso di portare armi.
La tendenza dell'Ordine a scendere a compromessi con la vita agiata e mondana determinarono forse l'uso del soprannome di "frati godenti", che non aveva un connotato dispregiativo.
L'ordine, fondato a Bologna nel 1260 ed approvato da papa Urbano IV nell'anno successivo, fu tuttavia al centro di un'accusa di ipocrisia, largamente diffusa nel tempo di Dante, quando Catalano dei Malavolti e Loderingo degli Andalò accettarono la podesteria di Firenze, mentre l'Ordine vietava ai suoi membri di ricoprire cariche pubbliche.
Erano gli anni seguenti alla battaglia di Benevento del 1266, quando gli equilibri di forze tra parte guelfa e ghibellina erano assai incerti: Catalano e Loderingo erano giunti in città per mantenere la pace, ma si ritrovarono strumento nelle mani delle diverse forze in gioco (papa Clemente IV (Pg.), guelfi, ghibellini).
Rinchiusosi nel convento di Ronzano, Catalano morì nel 1285.
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