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Firenze, Piazza San Martino
La Confraternita dei Buonomini di San Martino fu fondata nel 1441 dall'Arcivescovo Sant'Antonino, ritratto sopra la porta. Egli chiamò dodici uomini a soccorrere le famiglie fiorentine che da "civile condizione", erano cadute in disgrazia e che per pudore non chiedevano elemosina.
Da allora e senza interruzione l'opera dei Buonomini continua ad aiutare i sempre esistenti poveri vergognosi, distribuendo le offerte devolute dalla città all'opera.
Sulla facciata un tabernacolo con San Martino che fa l'elemosina ai poveri di Cosimo Ulivelli (1625 – 1705) , un pittore di scuola barocca italiano.
Quando i Buonomini si trovano in estremo bisogno di denaro accendono una candela sulla porta d'ingresso, uso da cui è valso il detto "essere ridotti al lumicino".
Quando i Buonomini si trovano in estremo bisogno di denaro accendono una candela sulla porta d'ingresso, uso da cui è valso il detto "essere ridotti al lumicino".
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Per un credente era pure conveniente fare le limosine come si comprende leggendo l'incisione, teso sotto riportato.
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OGNI VOLTA CHE UNO FA LIMOSINA AI POVERI
VERGOGNOSI DELL' OPERA DI S. MARTINO
ACQUISTA ANNI DUEMILAOTTO E ALTRETTA=
NTE QUARANTENE D' INDULGENZE CONCEDUTE
DA CINQUE SOMMI PONTEFICI COME COSTA DAI
LORO BREVI ESISTENTI IN DETTA OPERA
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LIMOSINE PER
LI POVERI VER
GHOGNOSI DI
S. MARTINO
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