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giovedì 10 marzo 2016

Quando le truppe di Carlo V

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Firenze, Via di Novoli

"Chi dalla piazza di S. Jacopino in Polverosa, piglia la via chiamata Maragliano andando a traversare il ponte S. Donato, arrivato a buon punto della via medesima vedrà un vecchio campanile di forma quadra con finestre a bifore, terminato a cuspide, il quale mostrandosi dalla proda occidentale del famoso parco Demidoff, in via di Novoli, rammenta una chiesa vecchia, vogliamo dire la chiesa di S. Donato a Torri, detto in Polverosa, resa celebre particolarmente per due fatti antichi che la storia fiorentina registra con giusta soddisfazione.
Ebbe S. Donato un Monastero, dove i canonici regolari di S. Agostino abitarono sin dal 1187. La chiesa loro fu consacrata nel febbraio del 1188; ed in questa circostanza venne a Firenze Gerardo arcivescovo di Ravenna e delegato del papa Clemente III, il quale arcivescovo predicò la seconda crociata ai fiorentini chiamati a prestar giuramento, e dopo tal predica il priore di S. Donato (Allora era la chiesa Parrocchia suburbana) consegnò al duce fiorentino Pazzo de' Pazzi quella bandiera fregiata della croce del popolo, la quale fu tanto gloriosa nelle guerre sante. Quest'insigne cittadino di Firenze, secondo scrivono gli storici, si recò in Terra Santa conducendovi 2500 crocesegnati fiorentini; e nella espugnazione di Gerusalemme « egli fu primo di sua nazione a scalar le mura, e inalberare lo stendardo maggiore della sua schiera . » II fatto mentre grandemente illustrò una delle nostre più nobili famiglie, non meno vanto procacciò a Firenze, tra' cui figli eroi ha sì bel posto la figura di Pazzo de' Pazzi.
Un altro fatto storico, onde trasse celebrità il Monastero di S. Donato, fu l'arrivo in Firenze di quei Frati Umiliati che ci portarono l'Arte della lana. Essi frati giunsero quaggiù verso il 1239, e fu loro prim'ostello il Convento di S. Donato dal quale partivano i canonici Agostiniani. Ivi abitarono gli Umiliati sino al 1251, nel quale anno si trasferirono a S. Lucia sul Prato, e monsignor Giovanni Mangiadori, vescovo di Firenze, dette il Convento di S. Donato alle monache Agostiniane di S. Casciano a Decimo. Di quanto decoro, e di quali ricchezze tornasse al Comune di Firenze l'Arte della lana, a noi basta ricordarlo.  
Non per questo il celebre Monastero andò esente da' suoi tristi: le monache dovettero fuggire nel 1525, perché Castruccio degli Antelminelli  vi condusse le truppe lucchesi dopo la vittoria d'Altopascio, le quali truppe vi fecero non pochi danni; ma sorte peggiore gli toccò nel tempo dell'assedio (1529-30), quando servì di caserma alle truppe tedesche di Carlo V     [Gand 1500  - 1558], e di' quartiere al comandante loro, il conte di Landron;

Sala di Clemente VII Palazzo Vecchio, su disegno di Giorgio Vasari, Giovanni Stradano Firenze

assediato il popolo di Firenze, quei bravi soldati provavano gran diletto a sciupare le pitture del Monastero di S. Donato, e come se nulla fosse sciuparono persino lo stupendo Cenacolo che v'era stato dipinto da Masaccio [1401 – 1428].
Quanto al popolo di questo suburbio, visse sempre modesto e meschino di lavori campestri, ingentiliti, da parte delle donne, colla filatura, col telaio, e colla treccia. Nel 1749 però gli fu soppressa la parrocchia, perché i parrocchiani non contavano che 280, onde si può dire che tutta l'importanza locale consisteva nel Monastero; ed anch'esso dipoi scomparve quando il governo Bonaparte l'abolì cogli altri.    


Dopo il 1814, tornato il governo Lorenese, dette questi ai frati di S. Croce il Monastero con tutti gli adiacenti poderi, e dai frati di S. Croce lo comprarono i Demidoff siccome nella prima parte abbiamo detto.

Da Firenze ai Demidoff; Pratolino e S. Donato, relazione storica e descrittiva, preceduta da cenni biografi sui Demidoff, che sino dal secolo XVIII esisterono, di Cesare Da Prato, pubblicato nel 1886



Coordinate:   43°47'26.00"N,  11°13'34.63"E                     Mappe: Google - Bing




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