Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

giovedì 15 dicembre 2016

I lampioni del Ponte

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Firenze, Ponte alla Carraia

Costeggiando l'Arno, la sua sponda destra sul Lungarno Corsini, per arrivare a San Frediano in Cestello vediamo i caratteristici lampioni che sul Ponte alla Carraia fanno da cornice alla chiesa. Sulla base di essi si legge S.A. PIGNONE - ANNO 1952.  Cosa è 'Il Pignone'. 
Nel 1842 Pasquale Benini fondò la sua officina in località Pignone, fuori Porta S. Frediano. L'ubicazione corrispondeva all'incirca all'antichissimo porto fluviale della città posto sulla riva sinistra dell’Arno. Il porto era caratterizzato da cinque pontili con altrettante pigne, dove venivano legati i “navicelli“. Proprio quelle grosse pigne diedero il nome a tutta la zona che i fiorentini chiamarono Pignone. Inizialmente l'azienda fu costituita come fonderia di ghisa con la denominazione Società Anonima Fonderia del Pignone.
Fin dai primi anni la fonderia si distinse per la produzione di arredi urbani, anche artistici, guadagnando una buona fama (a Firenze è facile incontrare lampioni, tombini, fontane dove si può ancora leggere “Fonderia del Pignone”).
Nel 1848, dall'altra parte dell'Arno, fu costruita la Stazione Leopolda, che pur perdendo presto il servizio passeggeri rimase terminal merci, contribuendo così alla crescita dell'azienda.
Nei primi del 1900, l'azienda inizia a sviluppare le sue capacità nell'ingegneria meccanica, nel design e nella manifattura delle pompe e dei compressori industriali.
Nel 1917 si trasferì nella zona di Rifredi per poter usufruire degli ampi spazi disponibili.
Durante la seconda guerra mondiale il Pignone fu coinvolto nella produzione bellica, ma fu anche pesantemente colpito dai bombardamenti. Gli operai riuscirono a salvare qualche macchinario e un poco di materiali per poter riprendere la produzione.
Nel 1946 l'azienda fu acquistata dalla SNIA con l'intenzione di riconvertirla alla produzione di telai tessili, ma la produzione non decollò mai, tant’è che nel 1953 ne fu prospettata la chiusura.
L'ipotesi di chiusura del Pignone, a parte gli ovvi aspetti occupazionali, sollevò una mobilitazione popolare in quanto era considerata “la fabbrica di Firenze” e la popolazione la sentiva oramai come componente fondamentale della città, al pari dei suoi monumenti.
Nel 1994 la General Electric decise di investire sulle competenze manifatturiere e sulle capacità tecnologiche e innovative della società Nuovo Pignone divenendone socio di maggioranza



Coordinate:  43°46'12.18"N,  11°14'49.94"E                    Mappe: Google - Bing




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