Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

giovedì 1 novembre 2018

Gli strumenti astronomici di Ignazio Danti sulla facciata della Basilica di Santa Maria Novella





Firenze, Piazza Santa Maria Novella, Basilica di Santa Maria Novella



Tra il 1572 e il 1575, sulla parte destra della facciata della Basilica di Santa Maria Novella, il cosmografo Ignazio Danti (Perugia 1536-1586) installò sulla facciata della Basilica di Santa Maria Novella ben tre strumenti astronomici: un grande quadrante con orologi solari, un'armilla equinoziale, e un foro gnomonico per una meridiana a camera oscura. Questi strumenti avevano lo scopo di favorire nuovi calcoli astronomici destinati al progetto di riforma del calendario giuliano che avrebbe dovuto ristabilire definitivamente la data liturgicamente esatta della Pasqua e delle annesse feste mobili. Danti era convinto che i problemi dell'epoca, relativi al calendario, richiedessero una revisione completa di ciò che si conosceva sui movimenti del Sole. Favorito dal mecenatismo di Cosimo I de' Medici (Firenze, 1519 – 1574), sostenitore del progetto di riforma poi attuato da Gregorio XIII, Danti spese i suoi ultimi anni fiorentini nella costruzione di questo monumento di astronomia.

"... Ritornato in Firenze, tolse nuovamente ad ammaestrare la gioventù fiorentina nelle matematiche, dando opera nel tempo stesso a'diletti suoi studi della astronomia e della cosmografia, nel suo convento di Santa Maria Novella, ove Cosimo dei Medici lo onorava sovente di visita, piacendosi di vederlo operare mappamondi, astrolabii, ed altri così fatti lavori. Frutto di questi studi fu un' opera che egli fece di pubblica ragione in quello stesso anno 1569, intitolata, Dell'uso e fabbrica dell'astrolabio. Nel 1572 delineava il primo Gnomone sulla facciata di Santa Maria Novella. Nel 1573 voltava in italiano il Trattato della Sfera di Proclo Liceo, e lo intitolava al cardinale Ferdinando de' Medici, suo discepolo negli studi delle matematiche. In quell'anno medesimo pubblicava la Prospettiva di Euclide e quella di Eliodoro Larisseo. Con le quali opere quanto servigio rendesse agli studiosi delle buone arti, non è chi possa disconoscere. Nel 1574 delineava il secondo Gnomone sulla facciata di Santa Maria Novella. In questo mentre, il Granduca Cosimo I, il quale avea fatti costruire alcuni grandi armadi per riporvi tutti gli oggetti preziosi di arti e di antichità che egli con grandissimo dispendio andava raccogliendo, pregò il Padre Ignazio a delinearvi e colorirvi con ogni possibile accuratezza e con le dovute proporzioni, le carte geografiche di tutta Europa; e il Danti ne lo compiacque, conducendo a termine tutto quel lavoro con sua lode bellissima; onde scrisse il Vasari, che di quella professione non è stata mai per tempo nessuno fatta opera nè la maggiore nè la più perfetta. Ci avverte però il Padre Serafino Razzi, che del Padre Ignazio Danti è solamente il disegno di tutto questo sterminato lavoro; ma che lo fece colorire sotto la sua direzione da' suoi giovani, non consentendogli forse le gravissime sue occupazioni di eseguirlo egli stesso. Queste tavole geografiche rimangono tuttavia nel Palazzo Vecchio e noi, in luogo di riportare la prolissa descrizione che ne porge il Vasari, stimiamo far cosa grata ai nostri leggitori offerendo loro il giudizio che di questo importante lavoro del Danti profferiva l'egregio geografo Marmocchi...."

Da Memorie dei più insigni pittori, scultori e architetti dominicani,  Vincenzo Marchese, ‎Le Monnier - 1854


Coordinate:   43°46'27.18"N,  11°14'57.76"E                    Mappe: Google - Bing





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