Firenze, Santa Maria Novella
II Secondo Chiostro della chiesa di Santa Maria Novella o
Chiostro Grande è così denominato per le straordinarie dimensioni
dei suoi lati, costituiti da cinquantasei campate a tutto sesto. Fu
costruito in un'epoca compresa tra il 1340 e il 1360 con il concorso
di diverse eminenti famiglie fiorentine, i cui stemmi si osservano
scolpiti sui pilastri del loggiato. Due secoli più tardi altre
nobili famiglie contribuirono, assieme al granduca Cosimo I de'
Medici, a decorarne tutte le pareti con un grandioso ciclo di
affreschi, dipinto in massima parte tra il 1570 e il 1590 da oltre
quindici pittori dell'Accademia fiorentina. Gli affreschi raffigurano
le storie di san Domenico e di altri santi domenicani, scene della
vita di Cristo e ritratti di illustri esponenti della comunità
religiosa di Santa Maria Novella: le dimensioni, il programma
iconografico e la chiarezza narrativa delle scene lo rendono uno dei
cicli più rappresentativi della Controriforma.
Gli edifici che
definiscono il perimetro del Chiostro, alterati nel corso dei secoli,
risalgono prevalentemente ai primi decenni del Trecento. Quelli del
lato meridionale accoglievano in origine l'Infermeria conventuale con
l'annessa Spezieria, la cui attività è oggi perpetuata dalla
celebre Officina farmaceutica, che ingloba anche la Cappella di San
Niccolò fondata nel 1332 da Dardano Acciaioli. Lungo il lato
orientale erano il vasto Refettorio e la contigua Cappella degli
Ubriachi o dei Magi, ambienti oggi inclusi nel percorso museale;
infine i lati occidentale, settentrionale e parte di quello orientale
erano delimitati dai maestosi Dormitori dei frati.
Il dormitorio del lato settentrionale consente ancora di intuire il grado di magnificenza
che caratterizzava in antico questi spazi. Il vano di andamento
longitudinale è spartito da due sequenze di slanciati pilastri
monolitici che sostengono volte a crociera e creano una suggestiva
fuga prospettica. Le superfici murarie dovevano essere
prevalentemente dipinte, come attestano i resti di pitture ancora
oggi visibili su alcune porzioni delle pareti e sulla volta di una
delle campate, decorata con scene cristologiche.
Al piano superiore dei
lati occidentale e settentrionale del Chiostro Grande furono
edificati, dal secondo decennio del Quattrocento, i cosiddetti
appartamenti papali. Il primo nucleo fu predisposto per ricevere
Martino V, accolto a Firenze nel 1419 di ritorno da Costanza, dove
era stato eletto papa. Successivamente ampliati, gli appartamenti
avrebbero ospitato i lavori del Concilio indetto da papa Eugenio IV,
che sancì l'effimera riunificazione della Chiesa d'Oriente con
quella d'Occidente (1439). La cosiddetta Sala Grande o Salone del
Concilio, la cui originaria ubicazione è ancora oggi indicata da una
targa epigrafica visibile dal Chiostro Grande, verrà concessa
all'inizio del Cinquecento a Leonardo da Vinci per eseguire i cartoni
preparatori della pittura con la Battaglia di Anghiari, destinata a
decorare una parete del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio.
Il Salone del Concilio e
gli appartamenti papali vennero smantellati quando nell'ala
occidentale del Chiostro fu fondato il Monastero Nuovo o della
Santissima Concezione, costruito dal 1563 per eseguire la volontà
della duchessa Eleonora di Toledo, consorte di Cosimo I. Si è
salvata soltanto la cosiddetta Cappella del Papa, ubicata sul lato
settentrionale.
La Cappella era stata
predisposta per la solenne entrata in Firenze di papa Leone X de'
Medici, avvenuta il 30 novembre 1515. La decorazione fu affidata a
Ridolfo del Ghirlandaio, a cui spetta la scena dell'Incoronazione
della Vergine sul lato opposto alla porta. In seguito i lavori furono
portati a termine da Jacopo Carucci detto il Pontormo, che realizzò
sia le figure di putti sulla volta a botte, decorata a grottesche da
Andrea di Cosimo Feltrini, sia la celeberrima lunetta con la Veronica
sulla parete d'ingresso, uno dei brani più straordinari della
pittura fiorentina del Cinquecento.
molto interessante
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