Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

lunedì 19 febbraio 2018

Sotto la pancia del cavallo di Ferdinando I




Firenze, Piazza Santissima Annunziata

Come possiamo vedere, la collocazione del monumento equestre di Ferdinando I de' Medici (Firenze, 1549 – 1609) è strategico essendo in asse con via de' Servi che porta al Duomo ed al centro della Piazza antistante la basilica della Santissima Annunziata, a cui la dinastia de' Medici fu molto legata. A proposito di via dei Servi, che da Piazza del Duomo porta a Piazza Santissima Annunziata, ricordiamo l'episodio sgradevole del presunto attentato sotto la congiura contro il Granduca Cosimo I in cui i sicari di Pandolfo Pucci (Firenze 1509, 1560) dovevano colpire a suon di archibugiate il granduca al passaggio del corteo. A quell'incrocio di via de' Servi con la via che porta il nome della nobile famiglia fiorentina dovevano partire gli spari contro il Granduca mente si recava alla basilica di Santissima Annunziata per assistere alle funzioni religiose. Scoperta la trama Pandolfo fu impiccato e appeso al Bargello e la finestra da cui dovevano partire i colpi fu murata per sempre.

Il monumento fu commissionato all'anziano Giambologna  (Jean de Boulogne, Douai, 1529 – Firenze, 1608) quasi sicuramente a seguito del successo avuto con la realizzazione del monumento celebrativo di Cosimo I (Firenze, 1519 – 1574) collocato in piazza della Signoria. Fin dalla fase progettuale il maestro fu affiancato da Pietro Tacca  (Carrara 1577 – Firenze 1640), suo valente allievo e in seguito suo successore nella bottega di borgo Pinti. Il modello in scala reale fu definito nel 1602 e gettato in bronzo nell'autunno dello stesso anno, ma l'opera fu portata a termine solo nel 1607 e sistemata nella piazza nell'ottobre del 1608 in occasione delle nozze del principe Cosimo con Maria Maddalena d'Austria   (Graz, 1589 – Passavia, 1631). Il bronzo usato per la fusione proviene dai cannoni delle galee turche sconfitte dai cavalieri di Santo Stefano, come ricorda l'iscrizione nella cinghia sottopancia del cavallo: "De' metalli rapiti al fiero Trace". I cartigli sul basamento (segnato da due ampie specchiature in granito rosso), opera di Pietro Tacca, risalgono invece al 1640. Il granduca si presenta a cavallo, in corazza, con ben evidente sul petto la croce di Santo Stefano, ordine equestre istituito da Cosimo I. 

Per quanto riguarda i cartigli si torna a segnalare il tanto celebrato motivo delle api disposte in cerchi concentrici attorno all'ape regina con il motto "Maiestate tantum", che impreziosiscono la cartella volta verso la facciata della basilica e che simbolicamente rimandano al potere pacifico del granduca al quale i sudditi riconoscono naturalmente il valore regale. 


Coordinate:  43°46'34.69"N, 11°15'37.82"E                    Mappe: Google - Bing




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