Cliccare sull'immagine per ingrandire
Firenze, Lungarno Anna Maria de' Medici , fotografata una fotografa
E' invalsa l'abitudine tra gli innamorati di passaggio per Firenze di lasciare da qualche parte i famosi o famigerati 'lucchetti dell'amore' . Li agganciano dove capita, dove trovano una catena, una inferriata con le lamelle metalliche sufficientemente strette per chiudere il meccanismo a scatto. Si comincia con uno, il primo, e dopo qualche giorno accanto a questo, sopra questo, in una sequela che gonfia, repentinamente si espande fino a raggiungere dimensioni inconsuete. Dopo un po' l'amministrazione cittadina decide di farli sparire, li taglia e chissà dove li getta i pegni d'amore, ma dopo poco si ricomincia col primo e con la nuvola che segue. Qualche tempo fa l'obiettivo privilegiato dalle giovani coppie allucchettatrici era stato il busto in bronzo del Benvenuto Cellini sul Ponte Vecchio. I cancelletti che separavano il pubblico dalla statua sembravano un oggetto unico informe attaccato da uno sciame di api, pesantissimo, color ottone e acciaio. Ora sembra che la vittima sacrificale scelta per portare il peso delle promesse di fedeltà (si fa per dire) siano le catene che separano sul lungarno a balaustrata sull'Arno all'altezza degli Uffizi dalla strada. Qui ho immortalato una ragazza che fotografa, di tutta la serie di lucchetti di ogni dimensione, uno con una dedica particolare scritta sopra a pennarello. Quando passo dal lungarno mi capita spesso di vedere gente che fotografa col telefonino o con la fotocamere impegnandosi nella ricerca dell'inquadratura migliore, famola strana. Ho notato che quasi sempre l'immortalatrice è un'appartenente al gentil sesso. Ci sarà una ragione.
.
.
Nessun commento:
Posta un commento